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giovedì 25 luglio 2013

Pilier Rouge del Clocher du Tacul - *L'ivresse des latitudes*

Negli ultimi anni ho frequentato poco i satelliti del Tacul... per vari motivi. Oggi son tornato insieme ad Ale al Pilier Rouge del Clocher du Tacul, dove avevo già percorso le due vie più conosciute: *Empire state building* e *Kousmine*. Abbiamo salito un itinerario del 1985 firmato dai coniugi Piola (Michel e Muriel): *L'ivresse des latitudes* (250 m, 6c+ max, 6b obbl.), che si situa a sinistra della struttura.
Si tratta di una via piacevole, non troppo lunga, caratterizzata da strette fessure (talvolta cieche) che si superano con incastri principalmente di dita. Abbiamo condiviso la salita insieme ai colleghi-amici Alex e Denis... quest'ultimo particolarmente grintoso e combattivo sul tiro chiave, bravo :-)
Di seguito ho disegnato un piccolo topo della via con tracciato e gradi corretti... confermati da una salita in libera e a vista su tutti i tiri. Su alcune recenti relazioni si trovano valutazioni più alte (7a/+); trovo più corretti i gradi già assegnati dallo stesso apritore, con un piccolo ribasso sull'ultimo tiro originale... molto bello, peraltro! Per raggiungere la cima del Pilier Rouge abbiamo ancora percorso una breve lunghezza di 5c (larga fessura) che conduce all'ancoraggio finale di *Kousmine*. Per quanto riguarda invece l'attacco originale della via, purtroppo, bisogna rassegnarsi ad un'alternativa più a destra in quanto il ghiacciaio è attualmente troppo lontano dalla parete dove si trova il fessurino iniziale. Abbiamo quindi percorso una larga fessura pochi metri a destra che presenta un andamento diagonale verso destra e che raggiunge la prima sosta originale di *Kousmine* (2 fix). Per la discesa in doppia abbiamo poi utilizzato la seconda sosta originale della via che deposita direttamente sul ghiacciaio nel punto in cui si lasciano gli zaini.
Una piccola critica infine al lavoro di restyling che ha interessato le soste della via. Sostanzialmente è stato aggiunto un fix inox per sosta, collegato agli originali punti (spit, fix e chiodi) in maniera del tutto approssimativa. I fix nuovi sono avvitati con ben 2 bulloni sovrapposti (vedi foto), accorgimento decisamente antiestetico per evitare che i dadi si allentino... voglio sperare però che il tassello infisso nella roccia sia di lunghezza adeguata! Per informazione, comunque, esistono sistemi più "a regola d'arte" per avvitare solidamente un fix; evidentemente chi ha eseguito il lavoro non è molto informato in materia. Dettagli tecnici a parte, vorrei focalizzare l'attenzione sull'inutilità di un intervento di questo tipo. Le soste originali erano costruite con punti solidissimi (ancora visibili ed utilizzabili con margini di sicurezza più che buoni). È vero che sono stati piantati quasi 30 anni fa... ma da una mano universalmente riconosciuta e apprezzata per la scrupolosità dei suoi lavori! Per rendere più "fruibili" le soste era sufficiente sostituire i cordoni (al limite anche i maillon rapide) e collegare i punti in maniera adeguata. Nulla più.
Credo che Michel Piola inorridirebbe di fronte a lavori di questo tipo (e non credo neanche che sia stato interpellato). Consiglio a tal proposito di andare a dare un'occhiata alla richiodatura effettuata l'anno scorso su *Monsieur de Mesmaeker* da Piola stesso: guardare e imparare... oppure lasciare perdere, visto che il più delle volte non è necessario ;-)

Materiale: 2 corde da 60 metri, 10 rinvii, 1 set completo di friends C3+C4 BD fino al #3 C4 (#4 C4 utile per la variante iniziale e per l'ultimo tiro).
Esposizione: Sud Est.
Accesso: in circa 40 minuti dal Rifugio Torino.
Discesa: in doppia lungo la via.

Variante d'attacco, primo tiro (5c)

Quinto tiro, una linea perfetta di fessure (6a+)

Questo è il risultato del restyling delle soste... ovvero come "rovinare" l'estetica di una via! Senza contare la torsione generata sulla corda passata nei due maillon per le doppie: qualunque dilettante sa che la posizione corretta per questo tipo di ancoraggio (peraltro molto discutibile) è sull'asse verticale.

Settimo tiro (6b+), l'ultimo originale della via: un passo tecnico all'ingresso poi arrampicata piacevole e non difficile fino in sosta!

Vista dall'alto sulla terminale: in alto si nota l'eccessivo spazio tra la neve e la roccia... servirebbe un ponte!

Il topo della via, con il tracciato della variante d'attacco da noi percorsa (tratteggiata). La prima sosta è in comune con *Kousmine* originale.