sabato 28 settembre 2013

Triangle du Tacul - *Le temps est assassin*

È ancora presto per la stagione delle goulottes e del ghiaccio... del resto siamo ancora a settembre :-) Nonostante ciò, i fanatici delle piccozze (e delle scintille sulla roccia) hanno già iniziato a scatenarsi, pregustando una stagione imminente ricca di belle realizzazioni. L'ormai abituale tam-tam telematico ha acceso la spia sulle goulottes della passerella dell'Aiguille du Midi e su quelle del Triangle du Tacul a sinistra dell'ever-green Cheré. 
Oggi, per rompere un po' la routine di scarpette e magnesite... e per non perdere proprio completamente la sensibilità con gli attrezzi da ghiaccio, siamo andati a dare un'occhiata a *Le temps est assassin* (350 m, III/4 M6), bella linea di misto situata una trentina di metri a sinistra della Cheré.
A giudicare le condizioni della parete da sotto, il percorso più evidente e in condizioni migliori sarebbe stato senza dubbio la *Goulotte des Allemands*, quasi interamente su neve. L'intenzione però era quella di prendere confidenza con una gestualità un po' più varia della solita progressione su ghiaccio, quindi ci siamo diretti verso una linea ormai tritata dai passaggi della settimana scorsa.
La via si è rivelata molto interessante, mai particolarmente difficile ma sempre da scalare e da proteggere con protezioni veloci. Tutte le soste sono attrezzate (le prime anche a spit) e lungo i tiri si trova qualche chiodo (pochi) e 3 spit (1 sul secondo e 2 sul terzo): il resto si protegge agevolmente ovunque con una serie di friends.

Materiale: 2 corde da 50 m, 2 viti da ghiaccio, 1 set completo di friends C3 + C4 BD fino al #3 C4.
Esposizione: Nord.
Avvicinamento: rapidissimo, in discesa e piano dall'Aiguille du Midi. 30 minuti.
Discesa: in doppia lungo la *Cheré*.

Condizioni attuali del Triangle. In rosso, l'attacco e le soste di *Le temps est assassin*... di ghiaccio ce n'è ben poco :-)

Terzo tiro, un bel diedro regolare

Quarto tiro, in dagonale a sinistra: si vede che non sono un adepto del dry-tooling puro... le piccozze sono sull'imbrago :-)

Quinto tiro, un altro bel diedro (sempre meno) ghiacciato

Ale mi raggiunge alla quinta sosta

Partenza del sesto tiro

Vista dall'alto sulla seconda parte del sesto tiro, roccia super!

Rientro a piedi all'Aiguille du Midi: tempo caldo e assenza di vento... quasi marcio!

giovedì 26 settembre 2013

Les Vuardes - *Quand on tue le cochon, tout le monde rit sauf le cochon*

Giornata uggiosa oggi nella Valle dell'Arve ma con previsione di miglioramento in serata... optiamo per una partenza piuttosto attardata per poter scalare nel pomeriggio (e all'ombra) alle Vuardes. La via scelta ha un nome piuttosto lungo e singolare, che ricorda le creazioni del Nuovo Mattino nelle valli Orco e Sea... ma con un contenuto nettamente più scanzonato: *Quand on tue le cochon, tout le monde rit sauf le cochon* (280 m, 7b+ max, 6c obbl.). Si tratta di una creazione di Hervé Bouvard degli anni '80, rimessa a nuovo con qualche lifting dallo stesso apritore insieme a Gilles Brunot nel 2005. Ora ha le sembianze di un bel prodotto confezionato con solidi fix da 12 mm per la gioia (e la serenità) dei ripetitori. La roccia è praticamente buona ovunque... ma standard della perfezione decantati sulla guida di arrampicata sono ben lontani. Nel complesso si può dire che sia una bella via, relativamente omogenea e continua, in linea con la qualità di altri itinerari (ma non superiore).
Le due lunghezze nettamente più difficili sono l'ottava (7b+) e la decima (7b). La prima oppone un'arrampicata piuttosto esigente e continua sul 6c/7a, con un finale esplosivo in dulfer e piedi spalmati su roccia non proprio aderente: peccato per la mancata on sight proprio al termine della sezione difficile, sfumata per un piede scivolato con la presa buona finale in mano... la prossima volta mi cospargo le suole delle scarpette con Super-Attak (oppure semplicemente ne prendo un paio meno consumato) :-) L'ultimo tiro invece (evitabile con una variante più facile e attrezzata a destra) è molto tecnico su roccia grigia e presenta due sezioni difficili ma ben protette, che fortunatamente sono riuscito a superare in bello stile ;-)

Materiale: 2 corde da 50 m, 13 rinvii, casco.
Esposizione: Sud Sud Est, sole fino al primo pomeriggio.
Avvicinamento: sentiero pianeggiante (10 minuti), poi doppie *Plein Gaz* e piccolo spostamento alla base fino all'attacco (scarpe da ginnastica non necessarie).
Discesa: veloce rientro a piedi lungo sentiero (10 minuti).

Terzo tiro (6b+): breve sezione di dita in uscita

Quarto  tiro (6c): un bloccaggio fisico e il resto da scalare

Quinto tiro (6c+): bel muro verticale di resistenza con un arrivo in sosta in diagonale discendente piuttosto tignoso

Sesto tiro (6c): tecnico e continuo

Settimo tiro (6b): un passo duro all'inizio

Ottavo tiro (7b+): continuo su difficoltà di 6c/7a con un finale esplosivo in dulfer

Penultimo tiro (6b): non banale...

mercoledì 4 settembre 2013

Eiger (parete Nord) - *Deep blue sea*


Partenza del quarto tiro della via (7b+): roccia fantastica e ambiente dieci stelle :-)

Il tema arrampicatorio di quest'estate sembra essere il blu... dopo la celebre *Blaue lagune* in Wendenstock, è toccato oggi all'altrettanto famosa *Deep blue sea* (320 m, 7b+ max, 7a obbl.) sulla parete Nord dell'Eiger. Si tratta probabilmente di una delle vie di arrampicata più belle della parete, con roccia di qualità stratosferica (vedere per credere!). È stata aperta a più riprese nel 2001-2002 dalla forte cordata elvetica B. Rathmayer - R. Ruhstaller... che annovera tra le sue creazioni itinerari di gran classe come *Niagara* e *Tsunami* in Wendenstock. La via è stata poi resa celebre dall'americano Dean Potter, che ha percorso la parte alta in free-solo con un paracadute sulle spalle!
*Deep blue sea* si articola nel centro del Pilastro dei Ginevrini, a destra della parte alta di *Le chant di cygne*... percorsa sempre con Ale nel 2008. Sono "solo" nove tiri ma tutti impegnativi per via della chiodatura super essenziale in perfetto Wenden style e per il fatto di essere quasi completamente strapiombante. È richiesta una notevole resistenza di avambraccio per riuscire ad arrampicare al meglio ma soprattutto per compensare la chiodatura non proprio ascellare (anzi!) che impone parecchie sezioni obbligatorie di 7a... La caduta, come in tutte le vie di questo tipo, è da valutare di volta in volta. Non sempre purtroppo è concessa senza problemi: in alcuni tratti è fortemente sconsigliata! Senza fare terrorismo psicologico, va detto altresì che i moschettonaggi non sono fortunatamente mai aleatori.
Insieme ad Ale abbiamo percorso la via in giornata con il primo treno da Grindelwald che permette di arrivare alle 8.10 alla stazione di Eigergletscher. L'ultimo treno per scendere passa alle 18.10... ovvero 10 ore di tempo per avvicinamento, scalata e ritorno. Senza forzare l'andatura e concedentoci tutte le pause del caso, siamo riusciti a tornare alla stazione intorno alle 17.30.
Un consiglio per apprezzare appieno la qualità della via: considerata l'esposizione, è necessaria una giornata calda con assenza di vento, altrimenti è quasi impossibile arrampicare. Oggi era perfetto ed abbiamo scalato leggeri con abbigliamento intimo a manica corta e pile leggero.

Materiale: 1 corda da 60 m + 1 cordino 5.5 mm per recuperare lo zaino, 12 rinvii (di cui 2 allungabili), 1 set di friend da #.3 a #2 C4 BD, 1 carrucola, casco.
Esposizione: Nord Nord Ovest, sole nel tardo pomeriggio.
Avvicinamento: a piedi dalla stazione di Eigergletscher lungo il versante Ovest fino alla spalla del Pilastro dei Ginevrini; di qui con 2 doppie da 45 m ci si porta sulla cengia alla base della parete (qualche corda fissa). Calcolare poco meno di 2 ore fino all'attacco. Sufficienti scarpe da ginnastica.
Discesa: a piedi lungo il versante Ovest, calcolare 1 ora fino alla stazione Eigergletscher.