lunedì 28 febbraio 2022

Vallone di Planaval - *La Jolie Rochère* (prima salita)

Il Vallone di Planaval, situato sul versante sinistro idrografico della Valle d'Aosta, a monte dell'abitato di La Salle non è certamente uno dei più conosciuti dagli appassionati di arrampicata su ghiaccio; anzi. Esistono alcune cascate di media difficoltà, situate non lontano dal termine della strada carrozzabile e relazionate anche sulla guida Effimeri Barbagli ma solo raramente frequentate. Una tra queste, quasi sempre formata grazie all'esposizione e alla quota favorevoli, è un piccolo gioiellino particolarmente indicato per un corretto approccio alla disciplina: difficoltà progressive, ambiente solitario pur trovandosi a bordo strada, assenza di pericoli oggettivi. Si tratta de La Jolie Bergère, dal nome del vicino ristorante (di qualità) situato al termine della strada.
È proprio il nome di questa cascata ad averci ispirato per battezzare una probabile nuova linea di ghiaccio e misto scovata qualche centinaio di metri più a monte delle cascate più evidenti e a circa tre quarti d'ora di cammino. La Jolie Rochère (130 m, II/4 M5) vuole anche ricordare che ci troviamo di fronte al ripido versante orientale della Grande Rochère, classica gita di scialpinismo per sciatori evoluti.
Va detto che uno dei motivi per cui tutta la zona non è molto frequentata nella stagione invernale è senza dubbio il pericolo valanghe che, in annate “normali”, è spesso elevato. Quest'anno, complice lo scarso innevamento, Planaval è stata rivalutata e esplorata maggiormente anche dai non locals.
La linea in questione, salita il 28 febbraio, si trova sul lato di un canalone e presenta un'esposizione quasi settentrionale al riparo dal sole. Non oppone elevate difficoltà tecniche, né su ghiaccio né su misto, pertanto potrebbe essere appetibile per un vasto pubblico. Un minimo di spirito d'avventura è comunque necessario, considerato che le soste (tranne l'ultima) sono da attrezzare e che non si trova materiale in posto su tutto l'itinerario. Le sezioni di misto sono ben proteggibili con viti da ghiaccio; solo l'ultimo tratto di roccia richiede un po' di attenzione a causa della qualità piuttosto scadente. Con un po' di esperienza si riesce comunque a proteggere con alcune protezioni veloci. Due doppie rettilinee riportano velocemente alla base.
Solitudine assicurata, tranquillità assoluta; buon divertimento.

Materiale: corde da 60 m, viti da ghiaccio, una piccola scelta di friends medio-piccoli. Nessun materiale di progressione in posto ad eccezione delle calate, come da topo.
Esposizione: Nord Ovest, al riparo dal sole.
Avvicinamento: percorrere a piedi o con gli sci il fondo del vallone, puntando ad un evidente alpeggio. Oltrepassarlo e dirigersi a destra (salendo)verso l'imbocco del canalone che ospita l'evidente linea di ghiaccio e misto. Circa 45 minuti da Planaval.
Discesa: con due calate attrezzate come da relazione.


Il topo della via.

Remy sul primo tiro (WI4).

Partenza sul secondo tiro (WI3 M4) (foto R. Maquignaz).

Remy mi raggiunge alla seconda sosta.

Terzo tiro (M5).

Roccia delicata sull'ultimo tiro (foto R. Maquignaz).

Vista sulla parte alta della conca di Planaval dal termine della via (foto R. Maquignaz).

venerdì 11 febbraio 2022

Dolomiti ice tour '22

Grazie al modulo di valutazione di arrampicata su ghiaccio, nell'ambito del corso di formazione professionale per le guide alpine della Valle d'Aosta, sono riuscito a fare la consueta visita invernale in Dolomiti. Le condizioni per le cascate di ghiaccio non sono ottimali ma comunque un po' meglio di quelle a Ovest dell'Arco Alpino.
Il terreno dolomitico si presta molto bene per una valutazione a tutto tondo sulle tecniche di ghiaccio e misto, offrendo un parco giochi che spazia dalle facili colate adatte all'iniziazione fino alle linee più ardite di misto moderno (sia "sportivo" che "trad"). Potendo scegliere la base logistica, consiglio la zona di Corvara, abbastanza centrale per qualsiasi movimento da Sud a Nord, con al massimo 1/1.30 ore di auto.
In (purtroppo) soli quattro giorni di permanenza abbiamo salito le seguenti linee:

  • *Brivido sottile* (120 m, I/5) a Colfosco;
  • *Spada di Damocle* (120 m, I/5) a Colfosco;
  • *Spitzborscht* (130 m. II/5 M8) a Braies;
  • *Hruschka* (500 m, III/5 M4) a Colfosco;
  • *Osiride* + *Ringo* (150 m, II/5 M10) a Gares.

Il conosciutissimo muro di Colfosco con le sue perle ghiacciate.

*Brivido sottile*, quest'anno in condizioni molto secche, si presta per un bel test di arrampicata mista (ghiaccio fine, drytooling).

Una linea perfetta di misto che nasce dal cuore di un muro verticale dolomitico: *Spitzborscht*, a Braies.

Primo tiro di *Spitzborscht*, quest'anno più secco del solito ma molto divertente.

Il caratteristico free-standing di *Spitzborscht*, che si raggiunge dopo una sezione rocciosa di M8, resa più difficile quest'anno dalla carenza di ghiaccio.

Il giorno dedicato alle goulottes, siamo andati a curiosare una bella linea di camini, aperta nella stagione estiva ma rivisitata con maggior successo nella stagione invernale: *Hruschka*, tra Colfosco e Passo Gardena.

Sezioni di ghiaccio e misto si nascondono nelle pieghe della parete, assolutamente invisibili dal basso.

Ancora un'immagine suggestiva della goulotte *Hruschka*.

Val di Gares, vista sul primo tiro della classica *Tre per tre*.

*Osiride*, primo tiro (M9+ originale, forse più corretto M10 anche in relazione alla vicina *Ringo*).

E un giro su *Ringo* non si nega a nessuno...