Riccardo O. impegnato nella parte alta della via |
Si può attribuire
un valore storico ad una via di roccia aperta solo trent’anni fa? Nel
caso di *Nostradamus* (650 m, ED, 6c+ max, 6b obbl.) direi proprio di
sì... e lo ammette anche il primo salitore in persona, Michel Piola.
Questo itinerario è inequivocabilmente il precursore di tutte le vie
moderne aperte sul granito del Monte Bianco. Durante la prima
ascensione, infatti, M. Piola e P. Sprungli si sono trovati di fronte ad
una placca compattissima che interrompeva per una quindicina di metri
il sistema di fessure che stavano percorrendo. Con l’ausilio di due
archeo-spit (vedi foto) - piantati in due sezioni differenti - hanno
superato l’ostacolo e sono usciti in vetta lungo una via di grande
purezza, che obbliga però ad un’attenta lettura della conformazione
rocciosa per non sbagliare direzione. Trovando poco materiale in posto
(a volte neanche le soste), non è facile seguire il giusto percorso,
benché il topo di Piola sia preciso come al solito.
Riccardo O. ed io abbiamo
percorso la via in poco meno di 9 ore dall’attacco fino in vetta...
impiegando 11 ore esatte per l’andata e ritorno dal Plan de l’Aiguille:
piccola dimostrazione che la via è fattibile in giornata con la prima
funivia e senza perderla al ritorno! Gazzella style :)
Materiale: 2 corde da 60 m, 8
rinvii, 1 set di friends dal #.5 al #4 Camalot, 1 set di TCU dal #00 al
#3 Metolius, 1 set di nut piccoli, fettucce, martello, una piccola
scelta di chiodi a lama per eventuali emergenze, ramponi per
l’avvicinamento e la discesa (si scala con scarponi e ramponi nello
zaino, purtroppo!).
Esposizione: nord, però a tratti al sole.
Avvicinamento: evidente, in circa un’ora di cammino su pietraia e nevaio.
Discesa: lungo la via normale dell’Aiguille des Pélerins. Calcolare circa 1.30 ore dalla vetta al Plan de l’Aiguille.