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venerdì 9 settembre 2022

Tenailles de Montbrison - *L'automne à Pékin*

Ritorno dopo 14 anni sulle Tenailles de Montbrison, dove avevo percorso - sempre con Alessandra - la classica *Péril en la demeure*. È la prima struttura rocciosa che svetta quando si valica in auto il Colle del Monginevro; impossibile per un arrampicatore non desiderare di arrampicare là. Avvicinamento e logistica (strada sterrata) però non la mettono tra le mete principali della zona, a favore invece delle pareti più comode della valle che sale verso il Lautaret. Sarà forse per questo motivo che anch'io ho fatto passare tanto tempo tra una visita e l'altra. Ma ne vale la pena: il luogo è molto bello, la roccia è buona e la scelta di vie abbastanza eterogenea. Il tutto in un contesto mediamente "dolomitico", dove occorre possedere almeno i rudimenti della movimentazione su terreni cosiddetti alpini. Una parete da evitare nelle giornate calde, perchè l'esposizione al sole è totale e la scalata non sarebbe piacevole. La scelta di percorrere *L'automne à Pékin* (380 m, 7a max, 6b+ obbl.) è stata suggerita infatti dall'ondata di freddo pre-autunnale; diciamo pure che non abbiamo patito il caldo, anzi! L'itinerario, pescato più o meno a caso dal secondo volume della serie "Itinéraires d'un grimpeur gâté" di P. Mussatto, si è rivelato molto bello. Il tracciato può sembrare forzato e tortuoso, con molti traversi, ma ha una sua logica ovvero quella di cercare la roccia migliore. E così è, infatti, su praticamente tutti i tiri. Le difficoltà sono piuttosto omogenee e ben distribuite in manera da mantenere vivo il livello di attenzione fino alla fine (undicesimo tiro), dove è meglio non rilassarsi ed incappare in errori di lettura. Come al solito, sarebbe un peccato rovinare una salita in bello stile sui tiri più difficili con una macchia su un "semplice" 6c. Fortunatamente oggi così non è stato ma c'è voluta una buone dose di impegno per non cedere. Per quanto riguarda invece la sezione boulderosa (purtroppo su roccia fragile) del decimo tiro (7a), in tutta onestà non sarebbe corretto parlare di onsight pura... è bastato collegare i generosi segni bianchi lasciati il giorno prima sulle prese giuste da giovarav&co. Merci beaucoup les gars!

Materiale: corde da 60 m, 14 rinvii, casco, scarpe per la discesa (a piedi).
Esposizione: Sud, ad una quota di circa 2500 m
Avvicinamento: a piedi, lungo un sentiero che si percorre in poco meno di un'ora dalla macchina. Strada sterrata non proprio in perfette condizioni dal villaggio di Bouchier fino all'inizio del sentiero, ma comunque percorribile anche senza 4x4.
Discesa: dalla cima, una doppia da 30 m fino ad un colletto da dove si seguono gli ometti che riconducono sulla pietraia lungo una traccia di sentiero.

Avvicinemento con tutta calma, visto il meteo non proprio eccellente.

Fortunatamente all'attacco le nuvole si sono dissolte.

Primo tiro (6b+), molto bello.

Terzo tiro (7a), uno dei più difficili tecnicamente ma non dei più belli.
Abbiamo seguito la variante di dx, meglio attrezzata dell'originale; la difficoltà è la stessa.

Arrivo in sosta sul terzo tiro, con una aerea traversata su prese abbastanza buone.

La parte finale del quarto tiro 6c) è super placcosa.

Partenza del quinto tiro (6c+), un bel muro tecnico protetto molto bene.

Settimo tiro (6a+), alla ricerca della roccia migliore.

Nono tiro (6b+), esposto ma logico traverso verso destra su roccia non perfetta ma ormai pulita dai passaggi.

Vista dall'alto sul nono tiro.

Undicesimo tiro (6c), ovvero la ciliegina sulla torta... per la verità un po' aspra a causa di un passo di non immediata impostazione al termine della fessura.

Alessandra al termine dell'undicesimo tiro: dall'abbigliamento si intuisce che la stagione autunnale è alle porte. Oggi tutto meno che caldo.

Discesa dalle Tenailles; dopo una breve doppia si segue l'evidente traccia che riporta all'attacco.

lunedì 5 settembre 2022

Tête de Gaulent - *Gouttes d'eau en alpage*

Una piccola perla incastonata nella media montagna a Sud di Briançon, ovvero la Tête de Gaulent. Tanti sono i motivi che non la rendono popolare tra gli arrampicatori: modesta altezza della parete, lunghezza dell'avvicinamento... Meglio così. Vuol dire che i pochi "coraggiosi" che ci vanno, non sono costretti a mettersi in coda per scalare. In realtà, chi ama le mete poco frequentate e la roccia di qualità superiore troverà qui un piccolo paradiso. Sì, piccolo, perchè purtroppo la parete raggiunge a stento i 200 metri di altezza; purtroppo... ma anche per fortuna, considerata l'estrema aggressività della roccia. Credo che pochi avrebbero ancora pelle sui polpastrelli per affrontare qualche tiro in più: provare per credere.
La via percorsa oggi, *Gouttes d'eau en alpage* (180 m, 7b max, 6b+ obbl.), è una delle più belle; opera, più di vent'anni fa, di due alpinisti francesi che hanno anche lasciato la loro silenziosa firma nelle valli di Cogne, aprendo alcuni interessanti itinerari di misto moderno. Trattasi di Cyrille Copier e Jean-François Etienne (aka Gepetto). Il materiale in loco è ancora quello originale, con fix da 8 mm e raramente da 10 mm, apparentemente in buono stato ma ormai più che sorpassati. Dettaglio che però passa in secondo piano quando si pensa all'insieme della via: un concentrato di bellezza riscontrabile solo in pochi altri luoghi (viene subito in mente Taghia) e di continuità della scalata (su 180 metri quasi mai si scende sotto il 6b). Una nota personale infine: piccola soddisfazione quella di percorrere interamente la via da capocordata e in bello stile, in una splendida giornata pre-autunnale.

Materiale: corde da 60 m, 14 rinvii, casco.
Esposizione: Sud, ad una quota di circa 2800 m
Avvicinamento: percorrere tutta la strada sterrata che sale da Champcella, passando dal Ponteil (altra bella parete soleggiata per arrampicare). Posteggiare dove indicato, appaena a valle della Cabane de Tramouillon. Imboccare quindi il sentiero evidente che si dirige verso la parete già visibile in alto. Dopo un grande pianoro erboso, proseguire a piacimento e affrotare l'ultimo ripido pendio che conduce all'attacco. Calcolare circa un'ora, di buon passo.
Discesa: in doppia lungo la via (S6, S4, S2).

Paesaggio bucolico a monte della Cabane de Tramouillon.

La bella parete della Tête de Gaulent si contraddistingue per la qualità della roccia, davvero notevole!

Primo tiro di *Gouttes d'eau en alpage* (6c+): iniziare a freddo la via con una lunghezza del genere equivale ad una doccia fredda. Continuità di dita e un singoletto "interessante" poco sotto la sosta.

Arrivo in sosta sul quarto tiro (il primo dopo la cengia): anche qui, chiodatura allegra.

Quinto tiro, il più difficile (7b). Sostanzialmente un bellissimo 6c di continuità con una breve sezione boulderosa a metà; due fix vicini (e posizionati anche ad hoc per i moschettonaggi) consentono di spingere serenamente la libera, tanto più che la lettura è piuttosto semplice.

Vista d'insieme sul quinto tiro, spettacolare!

Arrivo in sosta sul quinto tiro: fosse in falesia, sarebbe unto.

Roccia stratosferica fino all'ultimo metro della via;
ma concentrazione sempre richiesta perchè il chiodo non è mai ascellare.

Doppie veloci lungo la via.

Il fascino di questa parete risiede nella qualità della roccia e nella lontananza dal fondovalle.
Peccato solo che arrivi a stento ai 200 m di altezza; ma li vale proprio tutti.