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martedì 15 agosto 2023

Rocca la Meja - *Guanta la Meja*

Un'altra lacuna geografico-arrampicatoria è stata colmata: Rocca la Meja, situata a cavallo tra la Valle Maira e la Valle Stura. Si tratta di un complesso calcareo piuttosto articolato che presenta porzioni compatte alternate a zone dove la roccia è più rotta. Non è molto conosciuta tra gli arrampicatori, a torto secondo me; la zona infatti è molto bella e si presta a numerose attività outdoor. È frequentata principalmente da piemontesi con qualche rara eccezione ogni tanto. Sulle guglie dove il calcare è più compatto sono state tracciate parecchie vie di ogni difficoltà, sia sportive che trad.
Come primo approccio, non proprio soft per la verità, abbiamo scelto una delle vie simboliche della Rocca per quanto riguarda la difficoltà e l'impegno: *Guanta la Meja* (180 m, 7b max, 6c+ obbl.), aperta nel 1996 da C. Ravaschietto e L. Bianco. A detta di molti è una delle vie moderne più iconiche del mitico "Cege" con fix posizionati dal basso il più lontano possibile e passi obbligatori presenti quasi ovunque. Il materiale in parete è ancora quello originale di quasi trent'anni fa, ovvero fix zincati Kong da 10 mm, tranne due punti (Raumer inox) sulla variante del primo tiro che evita il passo in artificiale su cliff. Nonostante gli anni si può scalare ancora serenamente in quanto la quota ha praticamente ridotto a zero l'ossidazione dell'acciaio. Per quato riguarda la linea della via non si può fare altro che fare i complimenti agli apritori, in quanto hanno seguito le (poche) debolezze che presenta la parte centrale di questa bella parete apparentemente liscia; quando l'estetica prende il sopravvento su qualsiasi altro dettaglio.
Considerata l'esposizione a Sud Sud Ovest, i periodi migliori per salire la via sono sicuramente le mezze stagioni. Nelle calde giornate estive è possibile comunque arrampicare bene, avendo l'accortezza di partire un po' presto in maniera da sfruttare le ore più fresche. Il sole arriva verso metà mattinata, di fianco, mettendo in risalto le piccole asperità del calcare, facilitando così l'individuazione dei piccoli appoggi per i piedi.
Considerazioni personali: oggi mi sono accontentato di salire la via, senza scalare in libera tutti i tiri, per vari motivi. Le difficoltà tecniche non sono eccessive ma comunque non proprio semplici e, per essere affrontate serenamente, richiedono una tranquillità mentale che in questo periodo non possiedo completamente. Non è comunque un problema, ci saranno momenti migliori; intanto sono già contento di essere riuscito a mettere le mani su un autentico capolavoro e di aver scalato in completa solitudine nel magnifico contesto dell'alta Valle Maira.

Materiale: corde da 60 m, 12 rinvii, 1 set completo di friends fino al #2 C4 BD.
Esposizione: Sud Sud Ovest, il sole arriva a metà mattinata.
Avvicinamento: a piedi dal Colle del Preit, prima su sentiero poi su ripido ma breve ghiaione fino all'imbocco del canale diagonale che taglia la parete. Risalirlo (corde fisse) per una sessantina di metri fino ad un fix Kong con maillon rapide. Calcolare circa 45 minuti dall'auto. Attenzione alla regolamentazione estiva della strada che sale al colle.
Discesa: in doppia lungo la via utilizzando S5, S4 e S2.

Avvicinamento a piedi dal Colle del Preit.

Primi metri del primo tiro (7a), non proprio esaltanti. Poi fortunatamente la musica cambia.

Arrivo in sosta sul primo tiro, seguendo la variante a dx (2 fix) che evita il passo di artificiale.

Secondo tiro, quello con la sezione obbligatoria più impegnativa in placca (6c+).

Alessandra impegnata nella seconda metà del secondo tiro.

Vista dall'alto sul terzo tiro (7b), un autentico capolavoro!

Quarto tiro (7b): una bellissima fessura prima verso sinistra poi verso destra.

Arrivo in sosta sul quarto tiro.

Quinto tiro (7a), fessura.

Ultimi metri della via.

Discesa in doppia rapida e diretta.

Vista d'insieme dell'estetica parete dove si articola la via.