Pagine

domenica 29 luglio 2012

Parete del Disertore - *Orcoidea selvaggia*

La Parete del Disertore, proprio di fronte al più celebre Sergent (Valle dell'Orco), è una classica meta estiva grazie alla sua esposizione all'ombra. La via più conosciuta del settore è senza dubbio *Totem bianco*, salita quasi vent'anni fa insieme a mio padre... prima via in assoluto per me in Valle dell'Orco. Da allora non sono più tornato su questa parete, onestamente non so neanch'io perchè :-)
Oggi, per fuggire dalla calura estiva, abbiamo salito una via del forte fessurista local R. Perucca che corre a sinistra del *Totem bianco*: si tratta di *Orcoidea selvaggia* (150 m, 7b max, 6b+ obbl.). Itinerario piuttosto vario e con difficoltà omogenee, tranne un breve tratto molto intenso valutabile intorno al 7b: il passo si può azzerare senza troppi problemi... anche se in apertura hanno ricorso ad un artifizio poco etico (piccolo foro nella roccia per il cliff). Sottigliezze :-)
Abbiamo poi finito la giornata salendo i bellissimi primi tiri di *Ti ho perso cavallino ma non ti dimentico* (6b+) e di *Paris-Texas* (6b)... due belle lunghezze in fessura, interamente da proteggere.

Materiale: 2 corde da 50 m, 10 rinvii, 1 set di friends da #.3 a #2 BD C4, casco.
Esposizione: Nord, al sole solo nel tardo pomeriggio.
Avvicinamento: evidente, dal piazzale del Sergent attraversare il Torrente Orco e salire lungo una grande pietraia verso la parete. 15 minuti.
Discesa: con tre doppie lungo la via.

Primo tiro di *Orcoidea selvaggia*

Partenza del terzo tiro

Ultimo tiro: un bel muretto tecnico a tacche (6b)

Primo tiro di *Ti ho perso cavallino ma non ti dimentico* (6b+)

Primo tiro di *Paris-Texas*, un bel fessurino di 6b (stretto)

Vista generale della Parete del Disertore

giovedì 26 luglio 2012

Wendenstöcke - *Sternschnuppe*

Rapida puntata in Wendenstöcke, approfittando dell'alta pressione sulle Alpi (ormai merce rara in quest'estate!), dove abbiamo salito quella che è stata definita "la Silbergeier dei poveri" ovvero *Sternschnuppe* (400 m, 6c+ max, 6b+ obbl.). Roccia super dal primo all'ultimo metro della via, su difficoltà non estreme ma con chiodatura a tratti abbastanza rarefatta: questione di scalare con la mente rilassata per poter godere appieno della scalata. Comunque, sui passi più impegnativi e dove serve i fix ci sono sempre...
Simpatico il commento di R. Vigiani incontrato alla Wendenalp: "io Silbergeier l'ho fatta... ma cosa vuol dire Silbergeier dei poveri??" :-)

Materiale: 2 corde da 60 m, 10 rinvii, 1 set di friends dal #.3 al #1 C4 BD, casco.
Esposizione: sud.
Avvicinamento: in poco meno di 1.30 ore dal piazzale della Wendenalp lungo una traccia relativamente comoda (ripida nella parte finale).
Discesa: le prime due doppie lungo la via, poi giù dritti lungo la nuova *Transocean*.

Prima sosta della via... solita attrezzatura bizzarra sfizzera

Secondo tiro: si nota già il carattere della via

Terzo tiro per Ale: un (relativamente) facile traverso verso destra... chiodatissimo :-)

Roccia spettacolare su tutti i tiri!

No comment...

Parte centrale della via

Penultimo tiro della via

Solito autoscatto in cima

Curiosità n°1: questo era il sistema (purtroppo non molto etico) con cui chiodava dal basso il buon Kaspar Ochsner, visibile sull'ultimo tiro della via ma ancor meglio su *Caminando*

Curiosità n°2: il celebre coperchio di latta che segna l'inizio di *Sternschnuppe* e di *Patent Ochsner*

Rientro a piedi, con la parete alle spalle

Lungo rientro in auto: qui siamo al Colle del Gran San Bernardo

domenica 22 luglio 2012

Grivola - Cresta Nord

Non si può dire che la Grivola sia una montagna fortunata: per soli 32 metri non raggiunge la fatidica quota 4000 m, inoltre la roccia che la compone è un condensato di sfasciumi più unico che raro :-)
Eppure, vista da lontano suscita una certa ammirazione... soprattutto il versante Nord composto da due pareti distinte, separate da una linea che il buon Giancarlo Grassi aveva definito "la scimitarra". Si tratta appunto della Cresta Nord (700 m, AD), salita nel lontano 1879, senza particolari difficoltà tecniche ma dotata di un'estetica particolare (ovviamente da lontano). Dopo anni passati ad osservarla dal fondovalle, oggi sono riuscito ad andare a curiosare da vicino.
Già l'accesso non è dei più comodi: esistono due possibilità, entrambe complicate (bivacco Gontier oppure bivacco Balzola). Noi abbiamo optato per il pernottamento al bivacco Balzola (raggiunto in 4 ore da Crétaz) seguito da una discesa delicata ma non estremamente complicata sul ghiaccio della Grivola per concludere la salita della Cresta Nord dopo 3 ore dalla partenza dal bivacco.
Terreno misto classico con condizioni piuttosto secche nella facile parte bassa e lingue di neve dura a facilitare la progressione nella parte alta più ripida.
La discesa per la via normale è qualcosa di indescrivibile... un terreno relativamente facile ma molto delicato, soprattuto in presenza di altre cordate! Qualche bollo giallo e qualche ometto facilita la progressione ma occorre comunque avere un po' fiuto per trovare il percorso più facile.

Materiale: 1 corda da 40 m, 1 vite da ghiaccio, 2 friends (#.5 e #.75 C4 BD), qualche moschettone, fettucce, casco, piccozza e ramponi.
Esposizione: Nord, ma sempre al sole.
Avvicinamento: due accessi possibili, dal bivacco Gontier (privato) oppure dai bivacchi Gratton-Balzola. In entrambi i casi... eterno! Noi abbiamo pernottato al Bivacco Balzola e siamo scesi sul ghiacciaio della Grivola seguendo il percorso indicato in una delle foto successive (corda corta e 2 doppie da 20 metri su spuntoni attrezzate con un cordone rosa).
Discesa: lungo la via normale, terreno facile (sfasciumi) ma molto delicato.

Bivacco Gratton pieno... proseguiamo per il bivacco Balzola

Il pendio di sfasciumi che conduce al bivacco Balzola

Bivacco Balzola... apparentemente vuoto, ma già occupato da due ragazzi piemontesi!

Ultime luci, con lo sfondo del Monte Bianco, al bivacco Balzola

Vista mattutina sulla Grivola: a sinistra la Cresta ENE, a destra la Cresta N

Piccolo topo della discesa dal bivacco Balzola verso ovest sul Ghiacciao della Grivola

Prima parte facile della Cresta Nord

Man mano che si sale la pendenza aumenta

Terreno misto facile sulla Cresta Nord

Ale sulla vetta della Grivola, che per soli 32 metri non raggiunge quota 4000

Discesa lungo la via normale: il festival degli sfasciumi :-)

Rientro lungo il Ghiacciao del Trajo, con la via normale di discesa alle spalle

mercoledì 18 luglio 2012

Pilastro Cimalegna - *Willy*

Ecco una piacevole alternativa alla Valle dell'Orco per gli amanti dell'arrampicata granitica. Si tratta del Pilastro di Cimalegna, situato proprio sotto un pilone della funivia di Pianalunga (Alagna). Oggi, insieme a Riccardo, Ale e Andrea abbiamo salito la bella *Willy* (200 m, 6c+ max, 6b+ obbl.), aperta dal forte fessurista nonché guida alpina di Alagna Armin Fisher.
Accesso comodo con gli impianti del comprensorio Monterosa Ski, frequentazione nulla, bella roccia, arrampicata continua e di soddisfazione sono gli ingredienti principali di questo pilastro a torto poco conosciuto. La via è quasi interamente attrezzata con fix inox da 10 mm ma è possibile esercitarsi nell'utilizzo delle protezioni veloci integrando a volte la distanza tra gli spit. Discesa in doppia molto rapida con 2 corde da 60 metri.

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, casco, i friends non sono strettamente necessari ma aiutano ad essere più tranquilli su alcuni passi (basta un set fino al #2 BD C4).
Esposizione: Sud Est ad una quota di circa 2200 metri.
Avvicinamento: conviene utilizzare gli impianti del comprensorio Monterosa Ski. Stafal - Gabiet - Passo dei Salati - Pianalunga. Salire quindi in direzione dell'evidente pilastro, proprio sotto un pilone della funivia. *Willy* attacca in corrispondenza di un fix inox Raumer con anello. 40 minuti circa.
Discesa: in doppia lungo la via. Con 2 corde da 60 m è possibile effettuare 3 calate lunghe utilizzando S6, S4 e S2.

Vista generale del Pilastro Cimalegna con il topo di *Willy*

Il diedro finale del secondo tiro (6c+)

Terzo tiro (6c)... bellissimo!

Dietro di noi la stazione di Pianalunga

Simpatico runout al termine del quarto tiro...

Ultimi metri della via per Riccardo

Andrea e Ale ci seguono: qui sull'ultimo tiro (6c+)

Discesa in doppia, ambiente granitico

mercoledì 11 luglio 2012

Balme - *Vide: or dur!*

Sempre con i ragazzi del corso trentino di formazione per aspiranti guide alpine, dopo aver speso la mattinata a fare cramponnage sul ghiacciaio di Montenvers... siamo andati a visitare un settore della falesia di Balme dove sono presenti vie attrezzate in maniera essenziale, da integrare con protezioni veloci. Sul topo pareva una proposta interessante... in realtà le vie non sono quasi mai ripetute, pertanto ancora molto sporche. Abbiamo salito la via centrale, lungo la linea che pareva più interessante: *Vide: or dur!* (120 m, 7a max, 6b obbl.).
Onestamente, non mi sento di consigliare questo settore... c'è di meglio ;-)

Materiale: 2 corde da 60 m, 8 rinvii, 1 set completo di friends da #0 a #3 C3-C4 BD, casco.
Esposizione: Sud Ovest, al sole nel pomeriggio.
Avvicinamento: stesso avvicinamento di Balme classica, poi proseguire costeggiando (anche in discesa) tutta la parete fino al suo termine. 15 minuti circa.
Discesa: con due doppie lunghe quasi completamente nel vuoto, da S4 a S2 e da S2 fino a terra.

Primo tiro... c'è di meglio :-)

Arrivo in sosta sul primo tiro

Secondo tiro (6c+), particolare...

Quarto tiro (7a), un bloccaggio lungo in strapiombo per cercare una buona presa... dove sarà?

Una cordata di fianco a noi su *Les platterreux* (un nome, un programma...)

Due doppie molto aeree riportano a terra

lunedì 9 luglio 2012

Aiguille du Peigne - *Cresta Papillon + Pascal Meyer*

Nell'ambito del corso di formazione per aspiranti guide alpine, organizzato dal polo formativo del Trentino,  abbiamo salito oggi una bella combinazione di vie che permette di arrivare in cima all'Aiguille du Peigne. Dopo aver percorso con gli scarponi la classica *Cresta Papillon* (250 m, D, 5c max, 4 obbl.) abbiamo proseguito verso la parte alta dove abbiamo seguito una via del 1959 denominata *Pascal Meyer* (200 m, TD, 6a max, 5c obbl.).
Si tratta di una bella combinazione che permette di alternare armoniosamente tratti in cui progredire con la tecnica della corda corta con tratti di arrampicata a tiri di corda. Siamo usciti infine in vetta all'Aiguille du Peigne lungo la classica fessura Lépiney... da non affrontare troppo spensierati, si tratta di un quinto grado very old school :-)
Discesa abbastanza articolata e complessa con tratti di corda corta e alcune calate per una lunga giornata all'insegna della frescura (sempre all'ombra).

Materiale: 1 corda da 50 m, 10 rinvii, 1 set completo di friends da #000 a #4 C3-C4 BD, fettucce, casco.
Esposizione: Ovest, al sole nel pomeriggio.
Avvicinamento: evidente, in circa poco più di 30 minuti dal Plan de l'Aiguille. Attualmente non servono ramponi.
Discesa: lungo la via normale del Peigne, piuttosto articolata e complessa con tratti facili da affrontare in corda corta e alcune brevi calate.

*Cresta Papillon*, con lo sfondo dell'Aiguille du Midi

Lasciamo alle spalle la *Cresta Papillon* per dirigerci verso la parte alta del Peigne

Primo tiro della *Pascal Meyer*

In arrampicata sulla *Pascal Meyer*

Foto di vetta in cima all'Aiguille du Peigne, al termine della celebre fessura Lépiney

mercoledì 4 luglio 2012

Parete dei Titani - *13 ans de reflexion*

*13 ans de reflexion* (350 m, 6c max, 6b obbl.) è una via aperta da due grandi personaggi dell'alpinismo moderno: Philippe Batoux e Patrick Gabarrou. Come dice il nome, sono passati 13 anni da quando è stata iniziata a quando è stata terminata, ovvero nell'ottobre 2009. Si situa a sinistra della classica *Vénus...* e termina su una caratteristica torre rocciosa solcata da una larga fessura, ben visibile anche dal basso.
Le difficoltà della via sono molto stile blocco su brevi muretti verticali/strapiombanti... per il resto si tratta di un'arrampicata prevalentemente di placca. I fix inox presenti (placchette Petzl e qualche rara Fixe) sono a volte molto distanziati per cui è meglio integrare con alcune protezioni veloci: non serve però tutta la dotazione menzionata sul topo originale!

Materiale: 2 corde da 60 m, 10 rinvii, 3 friends (#.3 - #.4 - #.75 BD C4), casco.
Esposizione: sud ovest, al sole da metà-tarda mattinata.
Avvicinamento: in circa 40 minuti dall'inizio del sentiero per il Rifugio Dalmazzi sul tornante della strada sterrata per il Rifugio Elena.
Discesa: in doppia lungo la via, con un po' di occhio si riescono ad effettuare solo 6 calate (alcune molto lunghe).

Arrivo in sosta sul secondo tiro (6b+)

Terzo tiro, roccia compattissima
Quarto tiro (6c), molto boulder style

Il topo originale della via