martedì 7 gennaio 2025

Valgrisenche - *Wild-grisenche*

Primo tiro per Remy.

Secondo tiro, non proprio rettilineo ma divertente.

Terzo tiro, ancora in diagonale verso destra per salire una serie di rigonfiamenti ghiacciati
che richiedono un po' di decisione.

Arrivo in sosta sul terzo tiro (foto R. Maquignaz).

Manovalanza e carpenteria per rimettere il quarto tiro a nuovo (foto R. Maquignaz).

Fix inox nuovi accanto ai vecchi spit-roc in alluminio piantati a mano.

Remy sugli ultimi metri del quarto tiro.

Dalla cima è molto più comodo traversare a sinistra e calarsi su *Le professeur de la glace*.

Parte del materiale con cui era attrezzata originariamente la via.

Roger sul secondo tiro, con lo sfondo... di casa sua (Reverse)!

Terzo tiro, questa volta tocca al sottoscritto (foto R. Bovard).

Durante la salita in libera del quarto tiro (foto R. Bovard).
Un dovuto ringraziamento a Roger che mi ha pazientemente assicurato in sosta,
nonostante la posizione non troppo comoda e le condizioni meteo non particolarmente clementi.

Il topo della via.

Che la Valgrisenche sia selvaggia non è una novità. Neanche la presenza dell'eliski durante buona parte dell'inverno intacca questa sua caratteristica. Sembra strano ma è così. Basta fare un giro nelle vicine valli del Gran Paradiso per accorgersene; senza per forza andare nelle più note località sciistiche della Valle d'Aosta. E tutto ciò nonostante la presenza di due tra gli itinerari scialpinistici più percorsi nelle Alpi Occidentali, ovvero il Mont de l'Arp Vieille e il Sigaro. Al di fuori di queste poche mete, è tutto wild. Per questo motivo abbiamo recentemente deciso di battezzare un bella linea di ghiaccio/misto situata in località Reverse: *Wild-grisenche* (150 m, III/4-5 M9).
Appena a destra della celebre cascata *Le professeur de la glace* - salita a metà anni '90 da N. Berzi, P. Gabarrou e G. Maspes e dedicata proprio allo specialista del ghiaccio Patrick - si trova un grande strapiombo roccioso che periodicamente viene tappezzato da stalattiti ghiacciate più o meno grandi. Per raggiungerlo occorre salire uno "zoccolo" ghiacciato non proprio semplice e soprattutto esposto alla caduta di eventuali frammenti dall'alto. Un itinerario quindi piuttosto complesso che richiede ottime condizioni per essere affrontato con un buon margine di sicurezza. La linea più logica che collega le stalattiti più evidenti ed esce sul bosco sommitale era chiodata da tanti anni (anche più di una ventina). All'occhio attento di chi ha percorso *Le professeur de la glace* non saranno sfuggiti i rinvii penzolanti, visibili fino a circa due terzi. Durante la compilazione della guida delle cascate di ghiaccio della Valle d'Aosta avevo segnalato la presenza, indicandolo come un generico "progetto E. Marlier" da terminare, sulla base di alcune voci che circolavano nell'ambiente senza però avere un riscontro reale. Purtroppo le informazioni chiare e dettagliate nell'ambito delle prime salite su ghiaccio in Valle d'Aosta sono sempre state merce rara e anche in questo caso non è attualmente possibile stabilire chi siano gli autori. Se qualcuno, a distanza di tanti anni, riconoscesse il proprio lavoro e volesse condividere la propria esperienza, sarei felice di aggiungere un tassello mancante nella ricostruzione della piccola storia dell'arrampicata su ghiaccio in Valle d'Aosta. Fin qui, digressioni teoriche. Nella pratica, l'unico modo per approfondire l'argomento era quello di andare a vedere da vicino. Insieme a Remy M. abbiamo quindi ripercorso questo itinerario, attrezzando a fix + anello le soste e sostituendo i vecchi spit dello strapiombo con più affidabile materiale inox da 10 mm. Non senza sorpresa abbiamo constatato che quello che si pensava fosse un progetto da finire, in realtà era una via attrezzata fino in cima con vecchissimi spit-roc piantati a mano abbinati a placchette di alluminio Petzl e qualche chiodo da roccia. Su qualche punto erano presenti rinvii con moschettoni Kong e fettucce Roca di produzione 1999. Un vecchio ancoraggio con relativo rinvio (chiaramente non affidabile) è stato volutamente lasciato in posto, accanto ai nuovi fix, come testimonianza del passato.
Con questi elementi, si può supporre una prima salita completa della via anche se resta l'incognita della salita in libera, soprattutto consideranto i rinvii in posto. Comunque sia, in attesa di eventuali elementi concreti e seriamente attendibili per completare il puzzle, quello che conta è che ora sia possibile ripercorrere questo estetico itinerario riattrezzato con materiale affidabile. Un certo impegno generale, certamente, rimane; la scelta delle giuste condizioni è ancora prioritria.
Come per tutti gli itinerari di misto moderno in cui è presente una componente di ghiaccio, anche per questa linea valgono le stesse considerazioni sulla relatività del grado. A seconda di quanto ghiaccio è presente, l'impegno fisico può variare sensibilmente, facendo oscillare la difficoltà tecnica anche di un grado. È stato assegnato un generico M9 tenendo conto di tanti fattori ma potrebbe essere tranquillamente anche poco di meno o poco di più. Il consiglio è quello di monitorare le condizioni dal basso e di scalarla quando tutti i parametri sono ok per divertirsi al massimo e godere appieno di questo itinerario che occupa sicuramente un posto di rilievo tra i più estetici della Valgrisenche.

Materiale: viti da ghiaccio e 10 rinvii.
Esposizione: Ovest, ad una quota di circa 1700 m.
Avvicinamento: stesso accesso della cascata *Le professeur de la glace*. Calcolare circa 30 minuti fino alla base (un breve facile risalto ghiacciato da superare).
Discesa: dalla cima conviene uscire sul bosco sommitale e attraversare a sinistra fino a reperire le calate di *Le professeur de la glace*. Il primo ancoraggio si raggiunge scendendo brevemente lungo una facile rampa diagonale che costeggia una piccola barra rocciosa. Due calate lunghe fino alla base.