lunedì 7 luglio 2025

Extrepieraz - *Scelte difficili* (prima salita)

Il settore Gorgonzola a Extrepieraz è tanto conosciuto tra gli arrampicatori quanto poco frequentato dagli stessi. Non ho mai compreso i reali motivi di tale disinteresse ma un'idea me la sono fatta. La zona è nota per la falesia classica (monotiri) come meta estiva per famiglie: ampio prato verde alla base, vie di ogni difficoltà, frescura pomeridiana. Gli amanti delle vie di più tiri non la prendono in considerazione probabilmente per il fatto che la Valle di Ayas non è ricca di pareti di media montagna per scalare come altre zone. Il pensiero credo che sia rivolto principalmente alle alte vette del Massiccio del Monte Rosa dove però si pratica alpinismo classico. Eppure anche per arrampicare le opportunità ci sono e pure interessanti: Rocca di Verra, Monte Sarezza, Extrepieraz appunto. A sinistra della falesia conosciuta da tutti si trova una parete alta fino a 150 m, ben visibile dalla strada dopo Brusson in direzione Champoluc, in corrispondenza dell'area pic-nic Bosco di Goën. Proprio da questa prospettiva, all'occhio attento del climber non sarà sfuggita una placca compatta striata di grigio-azzurro che si trova nel lato sinistro. Personalmente sono circa 30 anni che la osservo e che mi stuzzica ma non ho mai avuto tempo/occasione di andare a curiosare. Pur non essendo un local mi son sempre considerato un frequentatore assiduo della parete, grazie alla guida alpina di Champoluc (ora emigrato in Australia) Franco Spataro con cui arrampicavo molto in gioventù e che mi ha trasmesso la passione per l'apertura delle vie dal basso con il trapano. Grazie a lui avevo conosciuto anche Ezio e Yannik Lettry - padre e figlio di Ginevra, regolarmente in vacanza nella loro casa di Mascognaz - instancabili apritori di vie nuove, appartenenti alla celebre scuola elvetica (Piola, Vogler e compagnia bella). Dopo un'intenso periodo di aperture negli anni '90 i due hanno progressivamente abbandonato trapano e spit per dedicarsi ad altro, lasciando però una bella eredità nella Valle di Ayas che è stata ripresa in primis da Franco ma che purtroppo anche lui ha dovuto abbandonare quando si è trasferito nell'altro emisfero. Per non lasciare cadere nell'oblio il tutto, mi sono sentito indirettamente chiamato in causa, anche se purtroppo il tempo da dedicare non è mai abbastanza. Per correttezza, avevo chiesto il permesso ai Lettry di terminare e/o riattrezzare le loro creazioni in giro per la valle, che mi avevano gentilmente accordato.
Per tornare alla suddetta placca striata di grigio-azzurro, sapevo che esisteva un tentativo di Ezio e Yannik genericamente relazionato con un 6b/A2 seguito da un punto di domanda e un nome piuttosto eloquente *Sableuse*. L'idea degli svizzeri era sicuramente quella di salire quello che da lontano appare come un tiro spettacolare ma forse la qualità della roccia nella parte bassa li aveva un po' demotivati a tornare. Stesso discorso valeva anche per me, fino a quest'estate quando si è presentata l'occasione di provare insieme ad un gruppo di aspiranti guide alpine in procinto di sostenere l'esame finale per l'abilitazione UIAGM. Con tre ragazzi (Manuel C., Marco B. e Simone S.), due dei quali proprio della Valle di Ayas, abbiamo così installato un bel cantiere per provare a restaurare il vecchio percorso e andare a toccare con mano la parte alta.
Dopo due giorni di lavori a cui hanno contribuito anche i colleghi Stefano S. e Matteo U. abbiamo quindi sostituito sui primi tre tiri già presenti tutti i vecchi punti zincati con fix inox 316L e aperto gli ultimi due che mancavano per uscire in cima, tra cui la famosa placca striata; grazie Simone per la pazienza in sosta sotto il sole cocente! Il lavoro di pulizia e disgaggio è stato notevole anche se purtroppo restano alcune porzioni sui primi due tiri in cui occorre prestare un minimo di attenzione per non tirare qualsiasi presa; nulla di pericoloso comunque. Purtroppo, va detto, nel complesso la via non è oggettivamente all'altezza delle vicine a destra (Gorgonzola, Lettry, Souvenir, ecc.) che presentano tutte roccia molto compatta praticamente ovunque. Il vero motivo però che spinge a ripeterla deve essere il quarto tiro che, da solo, vale tutta la via. Un vero gioiello di continuità costellato di buchi di ogni forma e dimensione che fa dimenticare di essere in Valle d'Aosta.
Ancora un giro con Alessandra per scalare in libera tutti i tiri e il topo è presto fatto. Una piccola (inutile) considerazione sui gradi: calcolando la polvere ancora presente durante la ripetizione, ho preferito tenere le valutazioni piuttosto strette, contando che con roccia pulita dai passaggi e da vento/pioggia sia tutto più facile. Per quanto riguarda il nome della via, mi sono preso la libertà di sostituire l'originale con un più evocativo *Scelte difficili* (120 m, 7a+, 6b obbl.). *Sableuse* avrebbe probabilmente continuato a scoraggiare gli arrampicatori mentre tutti i giorni ci troviamo di fronte a scelte difficili, a partire dai gusti del gelato all'Agrimont di Verrès... 

Materialela via è interamente attrezzata con con materiale inox A4 (AISI 316L): tasselli MKT BZ Plus M10x90 mm e placchette Raumer. Alle soste si trovano catene con doppio anello chiuso di calata.
1 corda da 60 m + 1 corda di servizio, 12 rinvii e casco sono sufficienti.
EsposizioneEst, ombra al pomeriggio.
Avvicinamento: lasciata l'auto nel piccolo piazzale a bordo strada, poco a monte del parcheggio a pagamento dell'area pic-nic del Bosco di Goën, percorrere a piedi la strada sterrata che scende verso il torrente Evançon e dirigersi a monte verso il ponte ben visibile. Dopo averlo attraversato, abbandonare lo sterrato e seguire il corso del torrente fino ad individuare un sentierino che conduce in breve alla base del settore Gorgonzola (un passaggio breve ma esposto). 10 minuti.
Scelte difficili” si trova all'estremità sinistra della parete e per raggiungerla occorre abbassarsi qualche metro dalla cengia dove parte “Gorgonzola” e costeggiare la parete lungo una traccia di sentiero. Dopo un breve tratto in salita e una piccola discesa, si arriva all'attacco della via (fix visibili).
Discesasi può scendere in doppia da tutte le soste. La discesa più semplice e rapida si effettua con due calate lunghe nel vuoto da S5 a S3 e da S3 a terra. Prestare attenzione quando si recupera la prima doppia perché la corda arriva proprio sulla sosta (frustata quasi assicurata).

SCARICA IL TOPO DELLA VIA 

Il topo della via; quello dettagliato è scaricabile dal link qui sopra.

Lavori in corso (foto S. Stradelli).

Primo tiro (7a+), con un delicato traverso verso sinistra su prese sfuggenti.

Terzo tiro (7a+), corto ed esplosivo, 
strapiombante su prese abbastanza buone lontane e buchetti incredibili.

Quarto tiro (7a): the pitch! Pura continuità con un passetto di decisione a 2/3. 
Di difficile lettura senza le prese segnate.