La bella parete Ovest della 3ème Tour de Queyrellin (Cerces), dove corre *Les dents de Cyrielle* |
Strada facendo ci siamo fermati a visitare il monolite di Sardières... più volte osservato sul libro (poco conosciuto, per la verità) di Giancarlo Grassi "90 scalate su guglie e monoliti". Si tratta di un'interessante curiosità geologica, ovvero una torre slanciata di carniola che si alza per 93 metri in mezzo ad un fitto bosco. Ovviamente non abbiamo resistito alla tentazione di salirla: roccia delicata (ma resa sicura da numerosi passaggi) e ottima chiodatura a fittoni resinati. Scalare con le ultime luci del giorno, senza gruppi di turisti che passeggiano alla base è stato sicuramente un privilegio. Abbiamo percorso la via più gettonata, ovvero *Dieu des elfes* (100 m, 6c max, 6b obbl.)... carina e piuttosto rilassante.
Il programma del secondo giorno prevedeva la salita di una delle vie più impegnative e temute del briançonnais: *Clin d'oeil au paradis* (300 m, 7c max, 7a obbl.) sulla parete Est della Crête du Raisin. Il meteo della giornata suggeriva tutto meno che arrampicare: solo 1 grado al piazzale di Nevache, con evidenti "sbuffi" nevosi all'orizzonte. L'incontro con Arnaud Petit, diretto alla 3ème Tour de Queyrellin, ci ha però motivati e siamo partiti decisi. Diciamo che siamo riusciti a salire la via... senza però provare quel piacere di arrampicare tipico delle belle giornate con il clima giusto ;-) La via complessivamente è bella e si trova in un contesto assolutamente selvaggio e solitario, anche se non lontano dal Refuge de Chardonnet. La chiodatura è esigente ma non ha nulla a che vedere con gli standard elvetici (Wenden) sulle medesime difficoltà. Portare un set di friends da #.3 a #1 C4 BD.
Il terzo giorno avevamo una sola priorità: scalare al caldo! Abbiamo raggiunto gli amici Ettore e Marco alla solare Paroi du Ponteil, dove abbiamo salito *Magic line* (180 m, 7a max, 6b obbl.). Si tratta di un interessante settore, non lontano dalla macchina, che propone una serie di belle vie, generalmente non difficili, su roccia molto bella.
Abbiamo poi dedicato il quarto giorno all'esplorazione di una zona non lontana da Briançon, molto selvaggia e interessante: l'Ubaye. Seguendo le indicazioni del libro-cult "Itineraires d'un grimpeur gâté" di P. Mussatto, ci siamo diretti verso l'Aiguille Pierre André dove si trova una via di media difficoltà e chiodata in stile plaisir: *Les marmottes givrées* (200 m, 6b max, 5c obbl.). Considerata la tipologia della via e il lungo avvicinamento, abbiamo scelto di percorrerla in stile trail-climbing... ovvero fast&light con partenza dopo mezzogiorno dal piazzale al termine della strada: è sicuramente il metodo migliore per non trovare coda lungo la via (e dormire un po' di più al mattino!).
Il quinto giorno siamo tornati nella zona del Refuge de Chardonnet per salire quella che è indicata da tutti come la via con la roccia migliore del gruppo dei Cerces: *Les dents de Cyrielle* (350 m, 7a max, 6c obbl.) sulla 3ème Tour du Queyrellin. Tenevo particolarmente a questa via, in quanto aperta all'inizio degli anni '90 da un tale Gérard Chantriaux... personaggio poco conosciuto ma che meriterebbe maggior celebrità. Giusto per capire, è colui che ha aperto in solitaria nel 1982 la celebre Cascade des Viollins (WI6) e che ha "inventato" le mitiche piccozze Pulsar (Charlet-Moser) oltre ad aver introdotto per primo l'utilizzo del rampone monopunta: indubbiamente una mente in fermento!
La sua via non ha deluso le aspettative, soprattutto per la qualità della roccia.
Sulla via del ritorno, infine, ci siamo fermati in Valle Stretta alla storica Parete dei Militi, dove Ale voleva a tutti i costi ripercorrere le orme di Marco Bernardi e salire la sua *Albatros* (180 m, 7a max, 6b obbl.). Personalmente avevo già salito questo itinerario nell'ambito di un corso di formazione per guide alpine e ne ho approfittato per salire da capocordata i tiri che mi erano toccati da secondo :-)