Considerato il ritorno in auge dell'arrampicata tradizionale (il cosiddetto "trad"), ho voluto provare a rivivere le stesse emozioni dei primi salitori, salendo la via nella sua integralità e solamente con protezioni amovibili. Nel corso degli anni purtroppo si è persa la memoria storica del percorso originale, che non è quello attualmente chiodato! Impossibile pensare che certi tratti indicati oggi come appartenenti alla *Via del 94°* siano stati superati nel 1979 senza utilizzo di chiodi a pressione... quando esistono a pochi metri di distanza fessure ben proteggibili. Il modo migliore per seguire il tracciato di E. Lomasti è quindi quello di immedesimarsi nel primo salitore e cercare le debolezze della parete e le fessure per proteggersi. Ci si accorge così che la via giusta passa più o meno nella porzione di parete attualmente interessata ma - nella parte alta dopo il traverso - incrocia *La rossa e il vampirla* e *Control... e vai tranquillo*.
Così percorsa, la via acquista un significato storico/tecnico piuttosto marcato pur rimanendo alla portata di un gran numero di arrampicatori, disposti però a mettersi in gioco e ad affrontare qualche tratto un poco expo ma su difficoltà contenute (6b max).
Piccolo compromesso a cui bisogna scendere, a favore della comodità prima ancora della sicurezza, sono le soste. È di gran lunga meglio utilizzare quelle a fix già presenti per non essere costretti, in qualche situazione, a sistemarsi in posizioni sconvenienti (ad esempio chinati su un terrazzino). Poi, ognuno - fortunatamente - è libero di organizzare la propria progressione come meglio crede...
Di seguito riporto una relazione scritta che spero possa aiutare a districarsi tra il dedalo di fix.
L1: la via originale probabilmente aggira a destra la grande placconata basale per raggiungere l'inizio del traverso. Noi abbiamo scalato una bella lunghezza all'estremità destra della placconata (vedi foto). Sosta a fix di *Vertigine*. Nessun materiale in posto. 6a.
L2: lungo traverso verso sinistra, molto esposto. Superata la grande scaglia rovescia, salire a moschettonare un chiodo e continuare a salire in diagonale verso sinistra. Traversare quindi orizzontalmente a sinistra fino all'albero de *La rossa e il vampirla*. Sosta a fix della *Rossa*. 1 chiodo in posto. 6b.
L3: dritti sopra la sosta fino a superare un piccolo bombamento, oltre il quale si raggiunge uno splendido fessurino ben proteggibile. Seguirlo fino ad una sorta di cengetta che si percorre a destra in direzione di un evidente pulpito con blocco staccato. Sosta a fix di *Control*. Nessun materiale in posto. 6a.
L4: salire verticalmente fino a moschettonare un chiodo a sinistra. Attraversare quindi a destra sotto un tettino fino al suo termine e alzarsi con un passo obbligatorio su tacche fino ad un buon terrazzino. Spostarsi a sinistra in direzione dell'evidente diedro fessurato con una piantina in posto e due chiodi. Al suo termine, alzarsi un poco verso sinistra superando un muro verticale a grandi buchi, non difficile ma esposto e poco proteggibile. Quando possibile, tornare a destra verso il bel terrazzo erboso. Sosta a fix di *Sylvie*. 3 chiodi in posto. 6b.
L5: scalare l'evidente diedro che si trova sopra la sosta. Giunti al suo termine, raggiungere il terrazzo con alcune soste in posto e continuare ancora lungo la linea diagonale fessurata verso destra che raggiunge la cima. Sosta a fix di *Sylvie*. Nessun materiale in posto. 5c.
Materiale: 2 corde da 60 m, 8 rinvii (allungabili), 1 set completo di friends C3+C4 BD fino al #3 C4, un set di tricam da #.5 a #1.5, casco.
Esposizione: Sud Ovest, sole nel pomeriggio.
Avvicinamento: in circa 35 minuti di cammino.
Discesa: in doppia lungo l'asse *Sylvie* - *Vertigine*.
Primo tiro per Ale. Piccola variante: l'originale aggirava a destra il grande placcone iniziale |
Arrivo in sosta sul primo tiro, qui in comune con la via originale |
Al termine del lungo diagonale del secondo tiro, il tiro più ardito della via |
Terzo tiro, un bel fessurino in placca seguito da un facile traverso verso destra |
Forse è l'unico posto in Valle d'Aosta dove si possono utilizzare con successo i tricam... |
Luci autunnali e atmosfera tersa sul Pilastro Lomasti |
Quinto tiro: un bel diedro regolare, ben proteggibile |
Sesto ed ultimo tiro, facilmente concatenabile con il quinto |
Il tracciato della via |