giovedì 30 ottobre 2014

*Goulotte del Pic Adolphe*

Autunno promettente per tutti gli appassionati di ghiaccio e dry. Le ottime condizioni delle goulottes in quota hanno scatenato una moltitudine di ripetizioni e di aperture (o ri-aperture) di linee insolite. La Combe Maudite, insieme alla zona della Tour Ronde, è stata presa d'assalto come non mai, complice anche la recente attrezzatura a fix delle soste di calata su alcune storiche vie. È con un pizzico di nostagia che ripenso alla solitudine di più di 15 anni fa, in occasione di una delle prime ripetizioni di *Surcouf* alla Pointe Androsace insieme a Stefano Bigio. Ora i tempi sono cambiati: ci sono arrampicatori ovunque, attratti principalmente dalla comodità e dalla sicurezza delle soste a fix, utilizzabili per calarsi velocemente da qualsiasi punto. La sicurezza prima di tutto, è vero; però l'idea che le nuove generazioni di alpinisti si muovano solo dietro ad un trapano mette un po' di tristezza...
Fortunatamente però c'è ancora qualcuno che si lancia su percorsi fuori dalle masse: Enrico Bonino, Rudy Buccella, Jean-Marc Chanoine, Marco Farina, Remy Maquignaz, Ezio Marlier, Denis Trento, Giulia Venturelli... solo per citare i primi che mi vengono in mente. La loro attività è ben documentata sui social network e sul web in generale: apprezzabile sicuramente lo stile che li accomuna, ovvero puro stile "trad" con sapiente utilizzo di chiodi da roccia e protezioni amovibili. E sicuramente è la strada che tutti i frequentatori della montagna invernale dovrebbero seguire... per non perdere il patrimonio tecnico/culturale del passato e soprattutto in ragione di un approccio più umile e rispettoso nei confronti dell'alta montagna.

Tutta questa premessa per segnalare, accanto alle frequentatissime linee della Tour Ronde, una bella alternativa che quest'anno si è formata in maniera ottimale: la *Goulotte del Pic Adolphe* (250 m, II/5 M6), ripetuta insieme ad Ale.
Si tratta di una linea evidentissima, non molto lunga ma tutta da scalare sia su ghiaccio/polistirene sia su roccia/dry, con qualche passaggio verticale e bombamento molto interessante. I tratti di roccia sono ben proteggibili con una serie di friends e gli incastri di lama sembrano fatti apposta... In posto si trovano solo le soste utilizzate per la discesa in doppia (chiodi e spuntoni). Viti da ghiaccio inutili.

Non è chiaro se fosse stata salita in passato e da chi... Sicuramente il merito di averla rispolverata nel 2014 è di Jean-Marc Chanoine e Denis Trento che hanno inaugurato una serie di ripetizioni, tra cui la nostra. Non sapendo con che nome identificarla, i due hanno proposto *Grégory o Théophile?* ovvero il dubbio che tormentava Denis per il nome del suo secondo figlio che sarebbe nato a giorni! Probabilmente, considerato il dubbio sulla paternità della linea, sarebbe più corretto chiamarla genericamente come la *Goulotte del Pic Adolphe*: è una proposta...
Digressioni filologiche a parte, la cosa più importante è che il giorno in cui abbiamo salito questa bella goulotte è nato Grégory Trento per la gioia della mamma Fabienne, del papà Denis e della sorellina Severine :-)

Ora non resta che aspettare la riapertura delle Funivie Monte Bianco... nella speranza che qualche perturbazione attiva migliori ulteriormente le già buone condizioni delle vie di ghiaccio.


Materiale: 2 corde da 60 m,1 set completo di friends C3+C4 BD fino al #3 C4, una piccola scelta di chiodi da roccia e qualche fettuccia.
Esposizione: Nord Est, incassato.
Avvicinamento: l'attacco è evidentissimo, tra la *Salluard* e *Cache cache*, al Pic Adolphe Rey. 30 minuti con gli sci.
Discesa: con 4 doppie da 60 metri lungo la goulotte.

La linea è più che evidente... molto estetica!

Alla base del tiro chiave: bella sezione di dry (M6) seguita da un bombamento e da una stretta goulotte molto ripida

Vista dall'alto sulla seconda parte del tiro più impegnativo

Ultimo tiro (M4), praticamente tutto su roccia

Rientro a Punta Helbronner con le pelli di foca