La Rocca Sbarua è una delle storiche palestre di roccia dei
torinesi... forse LA palestra per eccellenza. Nel corso di numerosi
decenni - quasi un secolo, per la verità - è stata visitata da
generazioni di scalatori/alpinisti che si allenavano per salite più
impegnative in montagna. La posizione estremamente soleggiata, infatti,
fa sì che il periodo migliore per scalare qui sia in inverno, quando le
terre alte risultano impraticabili a causa della neve.
Attualmente
la Rocca Sbarua è molto frequentata, soprattutto dai corsi di
arrampicata, in virtù del terreno estremamente propizio all'iniziazione.
La difficoltà media delle vie piuttosto modesta e l'attrezzatura
standardizzata a fix attirano sicuramente molti arrampicatori. Il
rinnovato Rifugio Melano contribuisce poi a rendere il luogo molto
piacevole e accogliente: la vecchia struttura, poco estetica per la
verità, è stata sostituita dal grande chalet "Casa Canada" utilizzato in
occasione delle Olimpiadi Torino 2006. A proposito della vecchia
struttura, non posso fare a meno di ricordare (grazie alle vecchie foto)
il breve periodo trascorso insieme ai miei genitori in questi luoghi.
Durante un inverno della seconda metà degli anni '70 hanno infatti
gestito il rifugio, che però non era frequentato come oggi.
Tornando
alla scalata, insieme ad Ale abbiamo salito una nota combinazione di
vie in mezzo alle Placche gialle. Dopo aver percorso il primo tiro delle
*Placche gialle* (6b) ci siamo diretti a sinistra per salire i due tiri
di *Sull'orlo della notte* (6c, 7a+) che conducono alla base
dell'ostica *Anguilla crack* (7b); siamo quindi usciti percorrendo la
fisica *Fessura del belvedere* (6c) fino al ripiano sommitale. Il tutto
si può riassumere sinteticamente così: 150 m, 7b max, 6c obbl.... o,
meglio ancora, con "bellissimo"! In pochi tiri sono condensate quasi
tutte le tipologie di arrampicata granitica. Peccato solo per la mancata
libera dell'*Anguilla crack*, una fessura strapiombante assai ostica
che non a caso è stata chiamata così: sicuramente da riprovare. Al
termine, abbiamo poi fatto la visita di rito a due monumenti della
storia dell'arrampicata torinese: lo *Spigolo Ellena* e la *Vena di
quarzo*, saliti dalla cordata Ettore Ellena e Gabriele Boccalatte nel
1929 senza protezioni e con scarponi rigidi... precursori del boulder!
Materiale: 2 corde da 50 m, 12 rinvii, 1 friend #.4 C4 BD per proteggere la partenza dell'*Anguilla crack*.
Esposizione: Sud, al sole tutto il giorno.
Avvicinamento: in circa 30 minuti a piedi lungo una comoda mulattiera in falso piano.
Discesa: a piedi oppure in doppia lungo le *Placche gialle*.
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Avvicinamento alla Rocca Sbarua, nei pressi del Colle Ciardonet |
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Il nuovo Rifugio Melano, aka "Casa Canada" |
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*Sull'orlo della notte*, primo tiro per Ale (6c) |
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Panorama sulla pianura dalla parete |
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Arrivo in sosta dopo il secondo tiro di *Sull'orlo della notte* (7a+) |
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Un chiodo storico marchiato CAI UGET alla base dell'*Anguilla crack* |
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Sono monotono e ripetitivo, lo so, però di fronte a certi scempi faccio
fatica a rimanere indifferente. Chiaramente senza tutto quel ferro
sarebbe perfetto... ma piuttosto che vedere un fix martellato così
malamente, preferirei vederlo integro e piantato bene! |
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Partenza off-width sui primi metri della *Fessura del belvedere* (6c... meglio non sapere che grado sarebbe in Yosemite!) |
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*Fessura del belvedere* |
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Dalla cima delle "Placche gialle" la vista spazia sulla parte alta con
gli storici passaggi in sequenza dello *Spigolo Ellena* e della *Vena di
quarzo* |
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Storia del boulder: *Spigolo Ellena*, salito senza protezioni e con gli scarponi rigidi nel 1929! |
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1929: Ettore Ellena supera il "suo" spigolo... non esistevano i
crash-pad, la corda serviva per evitare la caduta nel salto verso
sinistra (fonte planetmountain.com) |
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Altro pezzo di storia: la *Vena di quarzo*, superata sempre nel 1929 da
Gabriele Boccalatte senza protezioni. Solo successivamente è stato
aggiunto un chiodo a pressione (ora spit) da Gian Piero Motti... inutile
dire che per rispetto nei confronti dei primi salitori sarebbe da
salire clean |
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Flashback: gennaio 1978, prime arrampicate in Sbarua con mio padre (foto P. Orsières) |