sabato 6 luglio 2024

Dolomiti - arrampicate varie

Cinque giorni all'insegna del meteo bizzarro in Dolomiti, nell'ambito del corso valdostano per aspiranti guide alpine. Tra un acquazzone e l'altro siamo riusciti comunque a svolgere attività di buon livello, riempiendo egregiamente le giornate, anche quelle con pioggia battente.
Con i miei gruppi di giornata ho percorso alcune belle vie, che consiglierei vivamente per estetica e qualità della roccia.
*Architettura gialla* (400 m, 6c max, 6a obbl.), sulla Punta Emma (gruppo del Catinaccio): una via relativamente recente, del 2018, confezionata da un apritore che è sempre una garanzia, H. Grill. Tracciato ardito ma logico in un dedalo di strapiombi, con la sicurezza dei fix alle soste e di solidi chiodi lungo i tiri.
*Regenbogen* (250 m, VII max, VII obbl.), alle Mesules: tipico itinerario in perfetto stile trad, con protezioni rarefatte e roccia top. La via è resa celebre dalla quarta lunghezza, temuta per la chiodatura ingaggiosa e obbligatoria, VII grado senza deroghe.
*Occhi d'acqua* (250 m, 7a+ max, 6c obbl.) alla Torre del Formenton: splendida via sportiva su roccia incredibilmente compatta. Un frammento di Wendenstöck incastonato tra le pieghe della dolomia. Anche questa è una via relativamente recente, del collega trentino M. Bozzetta, situata in un ambiente pittoresco e poco frequentato.

Nei giorni rimanenti ci siamo rifugiati sotto gli strapiombi della falesia L'Ander a Boscoverde e sulle comode strutture di Arco (Rupe Secca).

Primo giorno, quello con meteo migliore: direzione Punta Emma (Catinaccio).

*Architettura gialla*, accesso comodissimo dal rifugio Vajolet.

Fabio C. studia la linea tra gli strapiombi della Punta Emma.

Fabien C. e Marco T. si godono uno dei tiri più belli della via, il sesto.

Poche speranze di trovare le Mesules asciutte... invece no!
Mauro D. impegnato sui primi metri della *Regenbogen*: roccia incredibile.

*Regenbogen*, secondo tiro.

Terzo tiro, la caratteristica lastra staccata (foto M. Abram).

Lo spauracchio della via, ovvero il temutissimo quarto tiro (VII, obbl.).
Manuel A. lo affronta con eleganza e tranquillità.

Penultimo tiro della *Regenbogen*, l'unico con roccia non proprio ottima.

Selfie di gruppo al termine della *Regenbogen*: da sx, Nadir M., il sottoscritto, Manuel A. e Mauro D.

Giornata di pioggia battente ma non sotto gli strapiombi de L'Ander a Boscoverde.

Finalmente di nuovo il sole e una meta per me nuova.

Direzione Torre del Formenton: lunga camminata in un ambiente da cartolina.

Primo tiro di *Occhi d'acqua* (foto G. Vidoni).

Secondo tiro (7a+), calcare semplicemente perfetto!

Vista dall'alto sul secondo tiro (foto G. Vidoni).

Terzo tiro (6c+), sempre roccia stellare (foto G. Vidoni).

Didier C. assicurato da Fabien G. si gode il terzo tiro.

Selfie di vetta con Bepi V. e la mitica parete Sud della Marmolada.

Il rifugio Fuciade (Passo San Pellegrino), molto Swiss style!

L'ltimo giorno tra un acquazzone e l'altro riusciamo a salire *Ricci e capricci* sulla Rupe Secca di Arco.

 

domenica 12 maggio 2024

Sicilia climbing tour '24

 

Difficile non innamorarsi della Sicilia dopo esserci andati la prima volta.
Falesia, vie lunghe, cibo, natura, storia, mare: non manca nulla per una vacanza con i fiocchi!

Dopo quasi una decina di visite in Sicilia, sempre e solo nella zona compresa tra Palermo e San Vito Lo Capo, bisognava assolutamente colmare una gravissima lacuna geografica, ovvero il profondo Sud (siracusano e ragusano). Sapevo dell'esistenza di spettacolari falesie e luoghi incantevoli ma sono sempre stato scoraggiato dalle temperature. Per arrampicare dignitosamente è necessario che non sia troppo caldo; le condizioni migliori si trovano quasi sempre in pieno inverno, quando purtroppo sci e cascate di ghiaccio la fanno da padroni.
Questa primavera, complici il perdurare del maltempo al Nord e le temperature non ancora bollenti, la direzione è stata senza indugi la Sicilia del Sud. E che piacevole scoperta! Sotto tanti punti di vista, non solo per l'arrampicata. Dopo essere sbarcati a Palermo con il traghetto, abbiamo immediatamente approfittato dei giorni con il meteo più stabile per visitare le Madonie. Ero già stato a scalare al Monte d'Oro nel 2014 e volevo tornare a rivedere un angolo di entroterra che mi era piaciuto molto. In due giorni di permanenza nei pressi di Collesano, abbiamo scalato nella falesia di Contrada Croce e ripetuto la bellissima *Libertà incondizionata* (120 m, 7a max, 6c obbl.) sulla parete Sud Monte d'Oro. Quest'ultima è un vero e proprio gioiellino, su roccia sempre perfetta e chiodata parsimoniosamente ma con criterio (e soprattutto non pericolosa). Il suo tracciato si snoda sulla faccia destra del gran diedro in cui sale la storica via di A. Gogna e M. Marantonio del 1981 e rimane all'ombra per gran parte della mattinata; buono a sapersi quando il sole picchia troppo forte.
Chiusa la parentesi Madonie, non prima di aver fatto incetta del tipico dolce locale (lo "Sfoglio"), ci siamo spostati nel siracusano. Siamo subito andati a curiosare la zona di Cava Grande del Cassibile, che offre un terreno d'azione per tutte le attività sportive outdoor. Non ci siamo lasciati scappare una ripetizione di *Freedom now* (140 m, 7a+ max, 6c obbl.), sul pilastro più alto della Cava che fortunatamente rimane all'ombra per buona parte della giornata. Come per la via ripetuta a Monte d'Oro, anche qui la firma è quella del local Massimo Flaccavento che ha messo a segno un altro colpo da maestro. Roccia super, solo apparentemente disturbata dalla vegetazione, chiodatura né troppo vicina né troppo lontana, avvicinamento in stile Verdon (discesa in doppia a 2 minuti dalla macchina) e frequentazione pressochè nulla sono gli ingredienti principali per una mezza giornata in tutta tranquillità.
Successivamente le giornate si sono svolte cercando di evitare qualche raro acquazzone e alternando visite alle numerose attrattive (naturalistiche/artistiche/gastronomiche) della zona a falesie più o meno conosciute. Abbiamo scalato all'Antro dell'Eco, al Curvone, al settore Piazzetta di Cava d'Ispica e a Pandora incontrando solo poche persone all'Antro dell'Eco e per il resto nessuna anima viva; calcare sempre diverso e di qualità, inserito in contesto rurale (tranne per il Curvone) molto tranquillo.
Prima dell'imbarco sul traghetto di ritorno, abbiamo infine approfittato per ripetere una recente creazione di M. Oviglia & co. all'Antro della Perciata: *Ramage* (200 m, 6c+ max, 6a+ obbl.). Si tratta di una via incredibile che supera un enorme strapiombo con una lunghezza più bella dell'altra, tra canne e concrezioni di ogni forma e grandezza. Il tutto su difficoltà contenute e alla portata di un gran numero di arrampicatori a patto di gestire con disinvoltura la progressione su terreno costantemente strapiombante ed estremamente esposto, discesa in doppia compresa.
Sicilia del Sud, quindi, promosso a pieni voti: da ritornare sicuramente!

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giovedì 15 febbraio 2024

Catinaccio - *Who let the dogs out*

Il suo nome non è tra i più semplici ma è facile da ricordare perchè riprende il titolo di un tormentone dei primi anni 2000: *Who let the dogs out* (150 m, II/5 M8+). Si tratta di una bella linea di misto che si trova sul versante Ovest del gruppo del Catinaccio, proprio sopra il rifugio Fronza alle Coronelle; è sostanzialmente una cascata di ghiaccio sospesa sopra uno strapiombo di roccia di pessima qualità ma fortunatamente attrezzato a fix. È sempre difficile (e spesso inutile) esprimere giudizi sulla valutazione delle difficoltà tecniche ma in questo caso viene naturale fare qualche considerazione. Il tratto di dry sullo strapiombo iniziale è valutato originariamente M8+ ma credo che in pochi avrebbero il coraggio di dire che sia corretto. Basta ripetere qualche tiro di difficoltà simile in giro per le Alpi per rendersi conto che qui si può tranquillamente scomodare il numero 9 senza il rischio di fare brutte figure. Resta il fatto che è oggettivamente molto difficile esprimere una valutazione per lunghezze con queste caratteristiche: sezione dura piuttosto corta, in forte strapiombo, con agganci difficili da vedere e sovente sfuggenti. In questi casi è difficilissimo scalare a vista ma dopo una ricognizione e con i rinvii già piazzati risulta tutto più semplice. Considerata l'inclinazione, è fortemente consigliato l'uso delle scarpette da dry affinchè il cosiddetto "core" non vi mandi a quel paese dopo pochi movimenti.
Considerazioni tecniche a parte, quello che conta è che sia una linea estetica e logica di misto, dove la proporzione tra i due elementi - roccia e ghiaccio - è nettamente a favore di quest'ultimo.
Anche questa, salita nell'ambito del modulo di ghiaccio del corso aspiranti guide alpine Valle d'Aosta, insieme a Lorenzo, Jacques e Jean Daniel.

Materiale: 2 corde da 60 m, 10 viti da ghiaccio, rinvii.
Esposizione: Ovest.
Avvicinamento: comodo e rapido utilizzando la telecabina che porta al rifugio Fronza alle Coronelle. Da qui, in piano verso Nord fino all'attacco. Calcolare una decina di minuti dalla stazione superiore della telecabina.
Discesa: in doppia lungo la via su soste attrezzate (fix e catena).

L'inconfondibile linea di ghiaccio/misto, vista dalla partenza della telecabina.

L'accesso inizia in un contesto che sembra più vicino ad un'astronave che ad un paesaggio di montagna.

Lorenzo riesce finalmente ad appoggiarsi alla colonna di ghiaccio per ridurre lo sforzo sulle braccia.

Jacques esce piuttosto provato dalla sezione più difficile del primo tiro.

Quest'anno il ghiaccio presente sul secondo tiro ci ha evitato la breve sezione di dry, a destra, in partenza.

La vista dalla cascata spazie su tutto l'Alto Adige.

Lorenzo sull'ultimo tiro.

L'evidente linea di *Who let the dogs out* vista dall'arrivo della telecabina.


Il rifugio Fronza alle Coronelle, aperto solo in estate, poco a monte della stazione della telecabina.


mercoledì 14 febbraio 2024

Val Lunga - *La piovra di destra + Ultimo minuto*

Tra le cascate più belle e conosciute della Val Lunga c'è sicuramente *La piovra*; presenta una struttura che ricorda architetture gotiche, incastonata tra le rocce in cima ad un lungo canale. Come tutte le (belle) cascate quando sono in buone condizioni, anche *La piovra* è presa d'assalto dai ghiacciatori, motivo per cui - una volta alla base - occorre essere pronti a rapidi cambi di programma per non scalare sotto altre cordate. Oggi, nel momento in cui siamo arrivati all'attacco, l'unica linea libera era *La piovra di destra*; visto che eravamo in quattro, ci siamo divisi tra la classica linea di ghiaccio e quella di dry a destra, chiamata *Ultimo minuto* (M8-). Si tratta, quest'ultima, di una via relativamente poco conosciuta ma assolutamente degna di ripetizione: 5 fix ben posizionati su uno strapiombo di roccia non proprio "verdoniana" ma ricco di agganci per piccozze e ramponi consentono di collegarsi con la parte mediana de *La piovra di destra*.
Salita insieme a Fabien, Marco e Mauro nell'ambito del modulo di ghiaccio del corso aspiranti guide alpine Valle d'Aosta.
Piccola nota di contorno dedicata agli amanti delle particolarità e delle tipicità: dopo una bella giornata in Val Lunga non deve mancare una visita a Villa Frainela, non lontano dal parcheggio. Qui vi accoglieranno il mitico Hermann Comploj (guida alpina) e la moglie Daniela che si dedicano da tanti anni con enorme passione alla loro attività ricettiva: un mix di museo di storia dell'alpinismo locale, di sala da thé, di pasticceria (provare per credere le favolose torte di Daniela) e tante altre cose sempre curate nei minimi dettagli, nel tipico contesto accogliente altoatesino.

Materiale: 2 corde da 60 m, 10 viti da ghiaccio, 3 friends medio-piccoli, rinvii.
Esposizione: Nord Ovest.
Avvicinamento: con una buona traccia, calcolare circa un'oretta a piedi da piazzale di Selva.
Discesa: in doppia lungo la via su abalakov.

Avvicinamento a *La piovra*, quest'anno in super condizioni.

Fabien C. impegnato sul dry di *Ultimo minuto*.

Marco, alla nostra sinistra, su *La piovra di destra*.

Francesco e Alice impegnati alla nostra destra su *Teufelsgeige*.

Fabien C. mentre sale in bello stile *Ultimo minuto* (foto F. Paulon).

Fabien C. impegnato nel passaggio da roccia a ghiaccio (foto F. Paulon).

Sulla parte alta de *La piovra di destra* (foto F. Champretavy).

Fabien C. e Marco in una comoda sosta lungo *La piovra di destra*.

Mauro sale l'ultimo tiro de *La piovra di destra* assicurato da Marco.

Fabien C. sull'ultimo tiro.


martedì 13 febbraio 2024

Passo Gardena - *L Ciamin*

*L Ciamin* (150 m, II/5 M) è una bella goulotte aperta nel 2004 dai gardenesi "Catores" A. Holzknecht e H. Moroder, situata tra le pieghe delle Mesules, non lontano dal Passo Gardena. Relativamente poco frequentata in passato, è diventata quasi una salita classica con la diffusione del misto cosiddetto moderno. La difficoltà tecnica di questa salita è molto variabile a seconda delle condizioni. Raramente si trova ghiaccio abbondante su tutte le lunghezze, cosa che obbiga ad affrontare passi di misto che possono essere più o meno difficili/proteggibili. Quest'anno le difficoltà principali si trovavano sulla seconda metà del primo tiro, mentre più in alto il ghiaccio era presente praticamente ovunque.
Salita insieme a Carlo, Didier e Fabien nell'ambito del modulo di ghiaccio del corso aspiranti guide alpine Valle d'Aosta.

Materiale: 2 corde da 60 m, 10 viti da ghiaccio (anche corte), 1 serie di friends.
Esposizione: Nord.
Avvicinamento: come in estate per le Mesules, molto rapido dalla strada per il Passo Gardena. L'unico problema è il parcheggio. Il più comodo dovrebbe essere quello a Ovest, non lontano dallo Chalet Gerard.
Discesa: in doppia lungo la via su ancoraggi da verificare.

Vista generale del settore: a sinistra si trova *Iron Man* e a destra *L Ciamin*.

Carlo sulla delicata seconda metà del primo tiro.

Vista dall'alto sul primo tiro, ci seguono Fabien e Didier (foto C. Filippi).

Secondo tiro, quest'anno tutto in ghiaccio (foto F. Gontier).

Carlo impegnato sul terzo tiro, progressivamente più stretto.

Didier in uscita dal secondo tiro.