sabato 22 giugno 2013

Rochers de Leschaux - *À boire à boire et que les femmes se donnent!*

La neve ancora presente sopra i 2500 metri ha suggerito la visita ad un settore poco conosciuto, non lontano dal più frequentato Massif des Aravis: i Rochers de Leschaux, lato Cenise, dove abbiamo salito *À boire à boire et que les femmes se donnent!* (200 m, 7a max, 6c obbl.). Si tratta di una via firmata T. Périllat e R. Vuagnoux 1984, ripresa poi dallo stesso Périllat e da G. Brunot nel 2007 per una richiodatura completa a fix inox (piastrine Fixe). Stando a quanto riportato sul topo, dovrebbe essere l'unico itinerario meritevole di ripetizione: la parete infatti non si presenta molto omogenea e la via in questione va a cercare proprio le porzioni migliori per l'arrampicata. Nel complesso comunque, molto consigliata.
Bella giornata fortunatamente con cielo coperto (al sole sarebbe stato troppo caldo), in compagnia di Andrea e Remy.

Materiale: 2 corde da 50 m, 12 rinvii, casco.
Esposizione: Sud Ovest, ad una quota di circa 1900 metri.
Avvicinamento: poco meno di 30 minuti dall'auto. Fare riferimento al topo "La Vallée de l'Arve" di G. Brunot.
Discesa: in doppia lungo la via (possibile saltare qualche sosta ma prestare attenzione alla caduta sassi in presenza di atre cordate) oppure a piedi.

Primo tiro in traverso, su roccia stupenda (6a+)!

Arrivo in sosta sul secondo tiro (6b+), paesaggio bucolico...

Andrea conduce sul secondo tiro

Ale impegnata sul terzo tiro (6c+), il più continuo ed estetico

Remy concentrato al termine del terzo tiro

Bello spigolo tecnico per Ale sul quinto tiro (6b+)

Remy e Andrea sul quarto tiro (6c): breve sezione intensa su fessure verticali

Partenza atletica del sesto tiro (7a): piccolo rebus per interpretare la giusta sequenza dei buchi migliori... fortunatamente onsight :-)

Andrea impegnato nella seconda metà tecnica del sesto tiro (7a)

Ale esulta troppo presto sul settimo tiro... poco dopo c'è ancora una bella sequenza molto tecnica su roccia grigia compatta (6c)

Vista generale del versante Cenise dei Rochers de Leschaux: la via da noi percorsa si articola un poco a sinistra del centro della parete

sabato 15 giugno 2013

Leysin - Face Ouest

Bis a Leysin ad una settimana esatta di distanza. Questa volta in compagnia di Marco e Remy abbiamo visitato la Face Ouest. Mentre i nostri compagni erano impegnati su una bella via dei F.lli Remy (*Gonzo*), Ale ed io abbiamo salito *Les océans du vide* (200 m, 7a max, 6b+ obbl.), un itinerario firmato M. Piola e D. Anker 1993. Arrampicata piuttosto tecnica e impegnativa su roccia buona, ad eccezione dell'ultimo tiro... un concentrato del peggior calcare che si possa trovare (sul topo però era specificato)! Vale la pena arrivare in cima solo per la vista sul Lago Lemano :-)
Tutti e quattro abbiamo poi terminato la giornata su *Patagoniques*, simpatica via di due tiri firmata M. Piola, che presenta una splendida seconda lunghezza progressivamente più esigente e ipertecnica.
Oltre a noi, nessun arrampicatore sulle più di cento vie lunghe presenti... ma dalla settimana prossima, con l'apertura estiva degli impianti di risalita, le cose cambieranno un poco.

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, casco.
Esposizione: Ovest, sole al pomeriggio.
Avvicinamento: in circa 30 minuti a piedi dal Lac de Mayen, raggiungibile in auto lungo una strada però vietata alla circolazione.
Discesa: in doppia lungo la via (saltando qualche sosta). Con corde da 60 metri si arriva da S6 direttamente a S3 e da qui giù dritti ad un ancoraggio di un'altra via.

Primo tiro di *Les océans du vide* (6c)

Secondo tiro per Ale, corto ma intenso (7a)

Terzo tiro, tecnicissimo traverso (7a)

Quarto tiro, altro traverso, ancora più lungo (6c)

Quinto tiro (6c)... sembra la Nord della Cima Grande di Lavaredo!

Dalla cima della Face Ouest la vista spazia fino al Lago Lemano

Marco impegnato sul primo tiro di *Patagoniques* (6b)

Secondo tiro di *Patagoniques* per Ale (6c+)

Vista generale della larga Face Ouest di Leysin

sabato 8 giugno 2013

Leysin - Le Diamant

Leysin è una nota località sciistica della Svizzera, che dista circa 2 ore di macchina da Aosta. Le sue piste di sci sono dominate da belle bastionate calcaree, alte fino a 150 metri su cui sono state tracciate in passato più di un centinaio di vie, principalmente per mano dei F.lli Remy (che abitano poco distante), di L. Piguet e di M. Piola (la cui moglie è originaria proprio di Leysin).
Tra gli alpinisti Leysin è anche celebre per aver ospitato, a metà degli anni '60, nomi illustri americani e britannici del calibro di J. Harlin, R. Robbins, G. Hamming, L. Kor, D. Whillans, complice sicuramente la presenza della sede dell'American College of Switzerland e della presenza carismatica di John Harlin. Leysin era diventata una sorta di meta estiva obbligata per gli alpinisti anglofoni in visita sulle Alpi: attualmente la sua fama (almeno dal punto di vista arrampicatorio) è un po' diminuita e la frequentazione è sicuramente calata... motivo in più per riscoprire questo angolo di Svizzera molto bucolico, possibilmente nei mesi di transizione a ridosso delle piene stagioni. Senza dimenticare che sulle solari pareti rivolte a Sud si può scalare anche nelle belle giornate invernali... ricordo di averlo fatto nel mese di marzo di ormai 15 anni fa insieme ad Alberto e Matthias ;-)
Oggi siamo andati a curiosare la struttura situata più in alto a destra rispetto alla più evidente bastionata della Tour d'Aï: si tratta del Diamant, che presenta una bella parete assolutamente verticale di un centinaio di metri. Abbiamo percorso inizialmente una via dei F.lli Remy, dall'andamento decisamente obliquo ma molto varia e su roccia particolarmente abrasiva: *Ice crime* (150 m, 7a max, 6b+ obbl.)... non fatevi spaventare dal primo tiro, "solo" 6b ma con chiodatura bella sportiva! Il resto della via è chiodato in maniera più ragionevole.
Ci siamo poi spostati più a sinistra per percorrere *Dodécaèdre* (60 m, 6c max, 6b+ obbl.), una via firmata Piola, carina e su roccia sempre di buona qualità. Menzione particolare all'originalità sul primo tiro... chiodatura con scarso impatto ambientale :-) (vedi foto).

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, casco.
Esposizione: Sud, in questa stagione il Diamant va al sole verso le ore 11.
Accesso: attualmente gli impianti di risalita sono ancora chiusi e la strada del Lac de Mayen è vietata alla circolazione. Occorre quindi salire a piedi lungo un comodo sentiero direttamente da Leysin fino alla base della parete. Giunti all'estremità destra della parete del Diamant, seguire i bolli rossi che costeggiano fedelmente tutta la base fino all'attacco delle vie. Calcolare poco meno di un'ora di cammino.
Discesa: in doppia lungo la parete con doppie veloci e spettacolari.

Vista generale del "Diamant" a Leysin

Arrivo in sosta sul primo tiro di *Ice crime* (6b... piuttosto psyco!)

Secondo tiro in diagonale per Ale (6c)

Ale sul fantastico quarto tiro di *Ice crime* (7a)... tanto bello quanto doloroso per i polpastrelli!

Doppie aeree del "Diamant", con lo sfondo del Lac de Mayen, di Leysin... e del massiccio del Monte Bianco

Primo tiro di *Dodécaèdre* (6c) con un passo molto tecnico su calcare grigio

M. Piola sulla sua guida ("Le calcaire en folie I") metteva in guardia sulla possibilità di trovare qualche punto di assicurazione un po' nascosto... :-)

Secondo tiro di *Dodécaèdre*, impostato da una sosta poco più a sinistra in quanto quella originale è impraticabile per la presenza di un formicaio...

Discesa a piedi verso Leysin, lungo una singolare pista di downhill per MTB

lunedì 3 giugno 2013

Gorges du Verdon

*Les marches du temps* (7a) - foto A. Clavel

Sono ormai passati 5 anni dall'ultima visita in Verdon... urgeva un piccolo ripasso.
La bellezza del luogo non è una novità e le vie di arrampicata sono sempre spettacolari: peccato solo che si trovi a circa 6 ore di macchina dalla Valle d'Aosta. Abbiamo condiviso questa breve trasferta (3 giorni) insieme ad Andrea e Arnaud, come sempre pronti a grandi scorpacciate... di roccia ;-)
Dopo un noiosissimo trasferimento in auto sotto la pioggia, siamo arrivati finalmente in vista della Falaise de l'Escalès dove ci siamo subito concessi una superclassica: *Les marches du temps* (200 m, 7a/A0 max, 6c obbl.). Otto tiri piuttosto corti, fino al 7a, con un tratto di A0 per superare una fascia calcarea estremamente liscia.
Il giorno successivo abbiamo accompagnato alla Paroi du Duc Arnaud e Andrea che "dovevano" assolutamente timbrare il cartellino sulla fantastica *Alix punk*... Ale ed io avevamo già obliterato nel 2008, per cui ci siamo concessi senza fretta l'altrettanto bella *Serie limitée* (300 m, 7a max, 6b obbl.). Rientro a La Palud sur Verdon giusto in tempo prima di un memorabile temporale serale.
Ultimo giorno: optiamo per una via non troppo lunga per lasciare spazio al viaggio di ritorno. La scelta cade su un itinerario storico dei primi anni '80 firmato J. M. Troussier: *Surveiller et punir* (7a+ max, 6c obbl.)... a parte qualche breve tratto un po' unto, resta un capolavoro della natura; un condensato del più puro Verdon style!