sabato 11 maggio 2013

Torre Chiaro di Luna - *Folies bergères*

Puntata esplorativa in Valle dell'Orco alla ricerca di itinerari non ancora percorsi. La scelta odierna è caduta su una struttura poco frequentata che si trova poco a valle della Torre di Aimonin: la Torre Chiaro di Luna, su cui attualmente esistono tre vie.
*Orchetto dispettoso* (M. Celano, T. Marchetti 2013 - 150 m, 6b max, 6a obbl.) sale a sinistra della struttura, su placche muschiate... a detta degli stessi apritori poco interessante: mi chiedo che senso abbia chiodare ancora itinerari di questo tipo, destinati a cadere nell'oblio nel momento stesso in cui vengono aperti.
*Il volo dell'aquila* (G. Petrassi, G. Dematteis, M. Merlo 2001 - 100 m, 6c/A0 max), misterioso itinerario che si svolge sopra la Torre Chiaro di Luna ed erroneamente indicato sulla guida a destra di *Folies bergères*. Può essere raggiunto percorrendo l'itinerario precedente... anche se credo che sia molto più interessante scalare su altre vie dello stesso ordine di difficoltà, la Valle è piena!
*Folies bergères* (G. Bar, C. Bernardi, L. Buson 1994 - 120 m, 7b+ max, 6b obbl.), infine, si svolge proprio in mezzo alla Torre ed è sicuramente la più meritevole di ripetizione. È stata aperta a metà anni '90 da una coppia (G. Bar - C. Bernardi) molto temuta per le creazioni estreme in Valle di Susa e sul Caporal (*Colpo al cuore*). Per questo motivo, probabilmente, la via in questione non ha avuto molto successo in quanto attorniata da una (ingiustificata) aura di mistero. Si tratta in realtà di una bella via, purtroppo un po' corta, che si svolge su roccia globalmente di buona qualità... solo in parte disturbata dalla presenza di qualche lichene. È attrezzata ancora con gli originali tasselli zincati abbinati alle placchette in alluminio Camp, in perfetto stile Bar-Bernardi. La via era stata concepita per essere percorsa solo con i rinvii, in quanto si trovano spit anche accanto a fessure proteggibili: si tratta di una scelta, così come era stato fatto da M. Motto sulla Torre di Aimonin e dal sottoscritto sulla Parete dell'Acqua Chiara. Ora i tempi sono cambiati e probabilmente certe vie si attrezzerebbero diversamente... anche se resta il fatto che (a mio parere) scalare con una serie di friends sull'imbrago per proteggere 20 metri su 120 metri totali della via mi sembra un po' forzato ;-)
Considerazioni etiche a parte, *Folies bergères* è sicuramente un itinerario da riconsiderare... e magari restaurare secondo canoni moderni, nel rispetto ovviamente delle scelte e della prestazione dei primi salitori. Non basta sostituire i vecchi punti con nuovi fix inox, bisognerebbe anche correggere qualche piccolo errore in apertura (naturale e comprensibile) e pulire le sezioni disturbate dal muschio. Un lavoro però che dovrebbe essere svolto da persone in possesso di un livello tecnico adeguato alla via... ma soprattutto di un ottimo background culturale, acquisito in parecchi anni di ripetizioni ragionate di vie di ogni livello e in ogni parte del Mondo.
Lo so, sono noioso... ma anche stufo di vedere sempre più lavori di chiodatura/richiodatura molto approssimativi ed effettuati da chiunque: solo perchè ora esistono tassellatori leggeri ed economici alla portata di tutti! Troppo spesso la gente crede che il chiodare sia molto più importante ed onorevole dello scalare... nulla di più falso!
Fine dello sfogo :-)

Materiale: 2 corde da 50 m, 10 rinvii, casco. Friends inutili.
Esposizione: Sud Ovest, sole in tarda mattinata.
Accesso: stesso avvicinamento della Parete dell'Inflazione Strisciante (*Diedro atomico*), per poi continuare a sinistra fino alla base della Torre. 20 minuti.
Discesa: con 2 doppie lungo la via, utilizzando la S4 e la S1.

Avvicinamento alla Torre Chiaro di Luna
Para-massi... nel vero senso della parola!
*Folies Bergères*: primo tiro (6b), vista dal basso...
... e vista dall'alto
Secondo tiro: passo di blocco in partenza (6c muschioso) poi nettamente più facile
Terzo tiro (7b+): un altro passo di blocco seguito da un diagonale non difficile e con spittatura superflua (fessure)
Ultimo tiro (7a+): bella fessura verticale spittata... un po' lichenosa
La via non è molto ripetuta... i cordoni delle soste lo testimoniano
Topo della via corretto (pag. 95 di "Valle dell'Orco", M. Oviglia, Ed. Versante Sud, 2010)... anche la via n. 2 (*Il volo dell'aquila*) è segnata errata, in realtà si svolge sulla struttura superiore!
Terminiamo la giornata al Dado: Ale su *Apogeo* (6a)
Dado: *Cochise*, primo tiro (5c)
Dado: *Cochise*, secondo tiro (6b)


mercoledì 8 maggio 2013

Valgrisenche - Rutor

Gli sci erano già stati accantonati per questa stagione che, per quanto mi riguarda, non mi ha visto molto presente sulle nevi... Considerate però le abbondanti quantità di neve ancora presenti in quota, serviva ancora un rilievo itinerante per conto dell'Ufficio Valanghe della Regione Valle d'Aosta. Ne ho approfittato per fare una veloce sgambata da Bonne fino alla vetta del Rutor (poco meno di 1700 metri di dislivello positivo), su un percorso ancora inaspettatamente ben innevato. Attualmente sono necessari solo una decina di minuti a piedi, in quanto la strada è chiusa pochi metri oltre Bonne.
Neve trasformata ovunque che mi ha consentito una salita diretta, lungo il ripido canalino che sbuca a monte del Rifugio degli Angeli (affrontato a piedi con i ramponi) e successivamente lungo il corto ma ripido scivolo che conduce direttamente in vetta al Rutor. Si tratta di una parte del percorso utilizzato in una tappa del Tour du Rutor Extreme... a mio avviso una delle competizioni scialpinistiche più belle in assoluto! Discesa effettuata interamente con gli sci ai piedi lungo il percorso di salita.
Tempo impiegato: poco meno di 2.30 ore per l'andata/ritorno dall'auto... con le dovute pause imposte dall'osservazione nivologica ;-)

Ottimo rigelo notturno e neve ancora molto dura a Ovest

Vista dal basso sul canale che conduce direttamente a monte del Rifugio degli Angeli (ramponi)

Il tracciato seguito nella parte alta della gita... che ricalca una tappa del Tour du Rutor Extreme con arrivo direttamente in cima

La vetta del Rutor (3480 m) con lo sfondo del Monte Bianco

Vista verso la Valle Centrale dalla cima, con due francesi che iniziano la discesa

Vista dalla cima del Rutor verso la testata della Valgrisenche: ancora tanta neve!