mercoledì 27 giugno 2012

Les Gillardes - *Sous la griffe de Lucifer*

Il caldo afoso presente un po' ovunque in questo periodo ci ha suggerito di scalare all'ombra. Nel gruppo del Dévoluy (non lontano da Céüse) si trova la parete delle Gillardes, ovvero una muraglia calcarea perfettamente verticale alta circa 450 metri dalle sembianze dolomitiche. L'impressione, osservandola da sotto, non è delle migliori... la roccia non appare di buona qualità e la vegetazione presente in molte zone non contribuisce di certo all'estetica di questa ombrosa parete. Il topo però segnala la presenza di numerosi itinerari, alcuni dei quali indicati come molto belli... non resta che andare a toccare con mano :-)
Scegliamo l'impegnativa *Sous la griffe de Lucifer* (450 m, 6c+ max, 6b obbl.), una via aperta nel 1987 dalla forte cordata Bruno Martel - Bruno Béatrix con un utilizzo molto parsimonioso di spit (placchette artigianali) e chiodi normali. Le protezioni, dove serve, ci sono tutte... per il resto però bisogna essere a proprio agio sul 6b, grado che occorre spesso fare a parecchi metri dalla protezione che non sempre è uno spit! A parte i primi tiri, non particolarmente esaltanti, il resto del tracciato è molto bello e su roccia molto variegata... globalmente sana e sicura anche se è meglio muoversi con una certa delicatezza. Un itinerario sportivo anche se dai connotati spiccatamente alpinistici... sicuramente non apprezzato dai falesisti puri.

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, fettucce, casco.
Esposizione: nord ovest, al sole dalle ore 14.
Avvicinamento: veloce ed evidente dal piazzale nei pressi del Pont de la Baume, un sentiero conduce in circa 20 minuti all'attacco della via (fettuccia sul secondo spit).
Discesa: un comodo sentiero riconduce, dopo un lungo semicerchio, alla strada carrozzabile quindi all'auto (calcolare circa un'ora).

Arrivo in sosta sul quinto tiro (6c)

Sesto tiro

Ottavo tiro, ambiente dolomitico

Undicesimo tiro, il più difficile (6c+)... su roccia incredibile (Silex)

Dodicesima sosta, in un comodo grottino

Attrezzatura artigianale dell'epoca dell'apertura (1987): BMX è il sigillo degli apritori Bruno Martel e Bruno Béatrix

L'imponente muraglia delle Gillardes (450 metri) vista dal parcheggio


lunedì 25 giugno 2012

Pic de Céüse (Grande Face) - *Inesperances*

Prima o poi a Céüse bisognava andarci. Troppo spesso mi son sentito ripetere la domanda: "non ci sei mai stato? Et voilà! L'occasione si è presentata e non me la sono fatta scappare. Avevo letto da qualche parte che sarebbe stato un vero peccato per qualsiasi arrampicatore in visita a Céüse non salire una via lunga sulla Grande Face. E informazioni raccolte qua e là indicavano la via *Inesperances* (120 m, 7a max, 6b+ obbl.) come un condensato di perfezione per una multi-pitch. Un solo difetto: la scarsa lunghezza. Sono solo quattro tiri (tre se si concatenano i primi due) ma di una bellezza incredibile! Senza esagerare posso dire che il terzo tiro sia un autentico capolavoro della natura: né troppo facile né troppo difficile, majeur come direbbero i francesi.
Inutile dire che i nuovi monotiri (fino a 40 metri) chiodati alla Grande Face sono altrettanto belli. E per di più su roccia "nuova".

Materiale: 1 corda da 60 m, 12 rinvii.
Esposizione: sud est, in ombra dopo le ore 15.
Avvicinamento: avendo l'accortezza di seguire la traccia giusta, ovvero quella che conduce direttamente verso i settori a destra della barra rocciosa, ci si può impiegare circa 45 minuti. Altrimenti, seguendo il solito accesso che passa dalla Cascade e segue tutto il piede della falesia, calcolare anche 1.20 ore.
Discesa: in doppia lungo la via oppure a piedi lungo la ferrata che si trova a sinistra (guardando la perete).

Probabilmente LA falesia più famosa al Mondo!

Non avendo il livello per scalare in questo settore,
non ci resta che incrementare l'ometto e spostarci altrove.

Primo e secondo tiro di *Inesperances* facilmente concatenabili.

Uno dei tiri più belli mai visti (terzo tiro di *Inesperances*, 6c+); peccato che sia toccato ad Ale!

Ultimo tiro di *Inesperances* (7a), altrettanto fantastico!

Ecco cosa c'è sopra e dietro la falesia.

Vista sulla cittadina di Gap dalla cima del Pic de Céüse.

Veloce discesa a piedi lungo la ferrata.

venerdì 22 giugno 2012

Punta d'U Corbu (Bavella) - *Jeef*

Breve tour in Corsica per ricordarsi quanto è fastidioso il caldo ma anche quanto è bello il mare di quest'isola. Non poteva mancare ovviamente una puntata arrampicatoria sul lavoratissimo granito di Bavella dove abbiamo salito la classica che i fratelli Arnaud e François Petit hanno aperto ormai 20 anni fa: *Jeef* (450 m, 7b max, 6b obbl.). Troppo caldo ovviamente per arrampicare... però non abbiamo resistito alla tentazione, attaccando la via quasi all'alba e salendo i 14 tiri fino in cima in sole 3 ore. In questo modo siamo riusciti a scalare quasi sempre all'ombra, tranne 3 tiri.
Arrampicata fantastica su roccia quasi perfetta, chiodata interamente a fix (8/10 mm), in un ambiente molto selvaggio. La discesa in doppia su *Delicatessen*, oltre ad essere molto acrobatica, permette di vedere da vicino un altro capolavoro della natura: una parete incredibile!

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, casco.
Esposizione: sud, pieno sole!
Avvicinamento: praticamente impossibile redigere una relazione precisa dell'avvicinamento... a parte i primi 15 minuti di sentiero, i restanti 45 minuti sono da improvvisare nella fitta macchia mediterranea. Esistono svariate tracce e numerosi ometti... un rebus! La cosa migliore è puntare all'evidente struttura e affidarsi all'istinto :-)
Discesa: dal termine della via, effettuare una breve doppia da un fix e attraversare in cresta fino a reperire le doppie di *Delicatessen*... molto aeree e acrobatiche: enjoy!

Vista generale sul granito di Bavella

Secondo tiro di *Jeef*... roccia particolarissima!

Tafoni e ancora tafoni

Incredibile lunghezza strapiombante su tafoni

Le placche in comune con *Dos d'éléphant*

Facile trasferimento nella parte alta della via, prima degli ultimi 3 tiri... ancora impegnativi!

Dalla cima della Punta d'U Corbu, la vista spazia sull'estetica Punta Lunarda

Doppie acrobatiche su *Delicatessen*

Fortuna che nei paraggi esistono splendide pozze per rinfrescarsi...

domenica 17 giugno 2012

Rothorn - *À la recherche de Peter Pan*

Il Rothorn (conosciuto anche come Rote Fluh) non è sicuramente tra le pareti calcaree più conosciute della Svizzera anche se, di fatto, non ha nulla da invidiare ad altri spot ben più famosi come ad esempio Sanetsch. Il fatto che Michel Piola e Daniel Anker abbiano aperto decine di itinerari tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta è sicuramente un indice di qualità.
Attenzione però, ci troviamo nel regno dell'extrem, non certo in quello del plaisir! Le vie sono attrezzate in maniera più che essenziale ed occorre quasi sempre integrare la distanza tra i fix con protezioni veloci.
Oggi, in una giornata particolarmente torrida, abbiamo percorso la super classica della parete ovvero *À la recherche de Peter Pan* (350 m, 7a+ max, 6b+ obbl.). Ad una prima parte senza infamia e senza lode seguono alcune lunghezze da antologia su un terreno progressivamente più ripido.
Da soli su questa bella parete immersa in una tipica valle svizzera, costellata di alpeggi e pascoli; l'impressione è che difficilmente si troverà affollamento.

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, 1 set di BD C3 da #0 a #2, 1 set di BD C4 da #.3 a #.75, casco.
Esposizione: sud, pieno sole.
Avvicinamento: in circa 1 ora di cammino prima su sentiero poi per prati e ghiaioni.
Discesa: in doppia lungo la via (è possibile saltare qualche sosta).

Avvicinamento alla parete: mancano solo Heidi e Peter.

Il nome alla base della via, ancora leggibile dopo 24 anni!

Primo tiro.

Ale sbuca dalla grande placca che caratterizza la prima metà della via.

Quarto tiro (6c), fantastico ed esigente.

Roccia incredibile nella parte alta della via.

In cima, finalmente si tolgono le scarpette.

Doppie lungo la via con uno scorcio sulla pittoresca Farmeltal.

Gli svizzeri non finiscono mai di stupire in materia di attrezzatura artigianale!


sabato 16 giugno 2012

Wendenstöcke - *Excalibur*

Speravo che la stagione arrampicatoria sulle pareti del Wendenstöcke fosse già iniziata... invece la notevole quantità di neve ancora presente in cima e sulle cenge crea ancora notevoli problemi di impraticabilità su molti itinerari. Per non parlare poi dell'avvicinamento, reso ancor più insidioso dai danni delle valanghe di questa primavera: la solita traccia è stata cancellata in più punti e il cammino risulta più faticoso del solito. Poco male, basta aspettare qualche settimana che il sole asciughi perfettamente tutte le pareti e che gli arrampicatori ritraccino un po' l'avvicinamento.
Abbandonata quindi l'idea di salire *Sternschnuppe*, purtroppo bagnata, ci dirigiamo quindi a destra verso il pilastro più asciutto dove corre la classica e relativamente facile *Excalibur* (350 m, 6b max, 6b obbl.). Ero già stato proprio qui nel 2001 insieme ad Emanuele M. per salire la più difficile *Lancelot* dei fratelli Remy... e mi era rimasta la curiosità di vedere da vicino la via che Ueli Steck aveva salito in free solo (*Excalibur* appunto). È una via di "solo" 6b... in cui però la difficoltà massima coincide con quella obbligatoria: provare per credere e benvenuti in Wendestock :-)

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, BD C3 da #0 a #2, BD C4 da #.3 a #.75, casco.
Esposizione: sud, pieno sole.
Avvicinamento: circa 1.30 ore a piedi dalla Wendenalp, su tracce di sentiero molto ripido.
Discesa: in doppia lungo la via, piuttosto acrobatica!

Camping alla Wendenalp... ovviamente da soli!

Molta neve ancora presente nell'avvicinamento
 
Primo tiro (6b)

Terzo tiro, il filtro per accedere alla parte alta... "solo" 6b (obbligatorio per di più)

Arrivo in sosta sul tiro chiave della via: pensate ad Ueli Steck slegato!

Ale sul quinto tiro, quasi interamente da proteggere (1 fix in posto)

Settimo tiro, roccia super

Nono tiro per Ale

Solito autoscatto in cima al Pilastro Excalibur... notare la neve sulle cenge dello Pfaffenhut

Discesa in doppia con vista sulla parte alta del Pilastro Excalibur









sabato 9 giugno 2012

Chapeau Gaspard - *Jérôme Orange*

Temperatura piuttosto fresca oggi sullo Chapeau Gaspard (a destra della più conosciuta Croix de Fer, sopra Sallanches), dove abbiamo percorso una via del 2008 firmata Thierry Perillat, simpatico collega guida alpina d'oltralpe conosciuto l'anno scorso in Marocco. Si tratta di *Jérôme Orange* (220 m, 6c+ max, 6b+ obbl.), un itinerario non troppo lungo che si svolge su roccia globalmente di ottima qualità. La via è interamente attrezzata con fix inox Raumer da 10 mm posizionati non troppo ravvicinati ma sempre dove serve!

Materiale: 2 corde da 60 m, 14 rinvii, casco.
Esposizione: sud sud ovest, sole da metà mattina.
Avvicinamento: in circa un'ora a piedi da Véran (raggiungibile solo con mezzo 4x4), seguendo il sentiero di destra fino all'altezza della base della parete poi un traccia esposta che ne costeggia il piede. Risalire quindi lo zoccolo di sfasciumi fino all'attacco (sosta con 2 fix inox Raumer e maillon rapide).
Discesa: in doppia lungo la via (seconda doppia fuori asse, evidente).

Arrivo in sosta sul bellissimo (e lunghissimo) secondo tiro, 6c+

Terzo tiro (6c), corto ma con alcune brevi sezioni impegnative

Quarto tiro, facile, trasferimento orizzonatale verso destra

Quinto tiro per Ale, strapiombo atletico e passo in placca delicato (6c+)

Ultimo tiro, fantastico muro verticale a tacche e gouttes d'eau

Vista d'insieme della parete: a sinistra la Croix de Fer e all'estrema destra il Chapeau Gaspard

sabato 2 giugno 2012

Aiguille du Midi - *La paix roquet*

Bella giornata di sole sulla parete sud dell'Aiguille du Midi, dove abbiamo salito *La paix roquet* (200 m, ED+, 7b+ max, 6c obbl.). Si tratta di un difficile itinerario attrezzato dall'alto (purtroppo!) nel 1986 dai francesi C. Dat e P. A. Rhem, che si insinua tra la classica *Contamine* e la storica moderna *Monsieur de Mesmaeker* di Piola. Va subito detto che non è da annoverare tra le vie più belle dell'Aiguille: troppo vicina, a mio avviso, ad itinerari di assoluto valore storico e per di più attrezzata calandosi dall'alto! Viste le premesse, non starò qui a dire perchè l'ho percorsa... anche se chi mi conosce lo può ben immaginare :-)
Considerazioni personali a parte, va detto che scalare su ottimo protogino a 3800 metri di quota in un contesto alpino di tutto rispetto è sempre un grande piacere!

Materiale: la via è parzialmente attrezzata con vecchi spit da 8 mm (generalmente con placchetta Petzl in alluminio), servono 2 corde da 60 m, 10 rinvii, 1 set friends da #000 a #2 BD C3, 1 set friends da #.3 a #2 BD C4.
Esposizione: Sud, pieno sole!
Avvicinamento: due soluzioni, dal basso o dall'alto. Per la prima basta scendere a piedi in circa 15 minuti fino all'attacco, in comune con la *Rebuffat*. Se si decide invece di calarsi dall'alto, salire sulla punta più alta (30 m, 4+, fix e fittoni) e calarsi lungo la parete sud utilizzando i numerosi ancoraggi presenti (fix, fittoni resinati e catene).
Discesa: in funzione dell'avvicinamento, in doppia lungo la parete sud oppure con una doppia di 30 metri dalla cima fino alla terrazza delle funivie.

Arrivo in sosta sul secondo tiro (blocco strapiombante di 7b+ poi 6a+ in placca)

Il fessurino finale del terzo tiro (6c+)

Quarto tiro, dritto fino ad uno spit nascosto sotto un tettino poi fessura progressivamente più impegnativa (2 chiodi)

Roccia super sul difficile sesto tiro (7b)

La sosta "artistica" al termine del sesto tiro... materiale del 1986 :-)

Ale impegnata sul settimo tiro (6c+)... dimenticato in tutte le relazioni!

Solita foto di vetta... l'orizzonte immaginatevelo dritto :-)

Topo della via