giovedì 29 agosto 2013

Aiguille d'Aujon - *Demasiado corazon*

Tre anni fa avevo percorso *Luxis* insieme a Riccardo, sulla bella parete dell'Aiguille d'Aujon, a destra della Croix de Fer. In doppia non avevo potuto fare a meno di osservare la bellezza della via gemella, solo un po' più difficile tecnicamente: *Demasiado corazon* (220 m, 7c max, 6b+ obbl.). Si tratta di un bell'itinerario firmato Brunot, Gabarrou e Gourdin (tre nomi, una garanzia!) del 2006, che abbiamo percorso oggi in totale solitudine... tranne 4 wingsuit flyer che si sono lanciati con la tuta alare dalla Croix de Fer! A parte una lunghezza nettamente più difficile (7c) e decisamente poco scalabile, la via può essere considerata piuttosto omogenea sul 7a, con roccia di qualità più che buona. Chiodata interamente con fix da 10 mm (piastrine Fixe) in maniera impeccabile, stile falesia. Attenzione solo a non smuovere sassi durante le doppie, soprattutto quelle della parte alta.
Menzione speciale al quarto e all'ottavo tiro... ma anche gli altri non sono da meno!
Inutile dire che il motivo che girava in testa durante tutta la salita fosse proprio la canzone di Willy De Ville... conosciuta ai più come sigla di Zelig ;-)

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, casco.
Esposizione: Sud Sud Ovest, al sole da metà mattinata.
Accesso: in circa un’ora da Véran (raggiungibile solo con mezzo 4x4), seguendo il sentiero di destra fino all’altezza dell’attacco della via poi un traccia molto esposta che costeggia tutto il piede della parete.
Discesa: in doppia lungo la via. Con corde da 60 m si possono utilizzare i seguenti ancoraggi: S8, S7, S4, S2.

Un puntino rosso perso in un prato mooolto inclinato... questo è l'avvicinamento

Primo tiro (7a+)... giusto per consumare subito un po' di gomma delle scarpette

Dal secondo tiro (7a), la parete acquista verticalità

Terzo tiro (7a), forse un poco tortuoso ma la linea naturale di minor debolezza passa di li...

Quinto tiro per Ale (6c), subito dopo aver incrociato *Luxis*

Sesto tiro (7c)... poco estetico e decisamente inscalabile!

La freccia rossa indica l'attacco della via. A sinistra, inconfondibile, il profilo della Croix de Fer.

venerdì 16 agosto 2013

Oeschinensee - *KIK*

La Svizzera riserva sempre piacevoli sorprese e luoghi da cartolina. Di ritorno dal Wendenstock siamo stati a monte di Kandersteg, località conosciuta dagli alpinisti principalmente per le cascate di ghiaccio ma che offre anche numerose (e belle) possibilità estive per gli arrampicatori.
La via che abbiamo percorso si chiama *KIK* (450 m, 7a max, 6c obbl.) e corre sul pilastro calcareo appena a destra della celebre cascata *NIN*... non è un caso che tra gli apritori di entrambe le linee figuri il simpatico e forte alpinista bernese Markus Stofer. Si arrampica a picco sul bucolico lago di Oeschinensee, su una parete calcarea tagliata a metà da una caratteristica cengia dove corre un sentiero attrezzato. La logistica per l'arrampicata è quindi particolare... e piacevole. Si raggiunge il punto in cui la via interseca la cengia, si lasciano gli zaini, ci si cala fino a bordo lago, si salgono i primi sette tiri, ci si rifocilla e si continua sulle ultime spettacolari quattro lunghezze della parte alta; tre doppie velocissime riportano agli zaini. Meglio di così!
Solo due parole sul carattere della via: il contesto in cui si svolge è bucolico, è vero... ma la chiodatura e la roccia nella parte bassa sotto la cengia invitano più volte all'attenzione. È bene possedere un solido livello da 6c obbligatorio per divertirsi! La valutazione S2 assegnata su qualche relazione italica è decisamente errata... considerate tranquillamente S3.
Come già accennato, la qualità della roccia nella prima metà non è eccelsa; la seconda parte invece è super! Nel complesso comunque si tratta di una bellissima linea, lunga e complessa, situata in un ambiente di assoluta bellezza.

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, 1 set di friends da #.4 a #.75 C4 BD.
Esposizione: Ovest, al sole nel pomeriggio.
Avvicinamento: telecabina Kandersteg-Oeschinensee (8.00 - 17.50), quindi sentiero che costeggia la sponda destra idrografica del lago (saliscendi). Raggiunto un caratteristico chalet-bar, proseguire a destra fino all'imbocco della cengia che taglia a metà la parete. Percorrerla fino ad oltrepassare una cascata, appena oltra la quale si trova l'ancoraggio per le doppie con scritta KIK. Calcolare circa 1 ora.
Discesa: in doppia lungo la via. La parte alta si scende con 3 doppie lunghe (la seconda da un ancoraggio fuori via (abbastanza evidente).

La telecabina che collega Kandersteg a Oeschinensee

Avvicinamento alla via lungo la spettacolare cengia che taglia a metà la parete

Cartolina dalla Svizzera: Oeschinensee

Primo tiro... un 7a bello tignoso: giusto per ricordarci che, nonostante il contesto bucolico, non siamo mica qui per divertirci :-)

Calcare a strati molto particolare e levigato sulla parte bassa della via

Il diedro iniziale del sesto tiro (6b) giustifica i 3 friends appesi all'imbracatura

Ottavo tiro (6c+), il primo sopra la cengia: la roccia migliora decisamente!

Menzione speciale al decimo tiro (6c): lungo, strapiombante, continuo, chiodato bello sportivo e su roccia superlativa!

La partenza dell'undicesimo (ultimo) tiro... in posa :-)

Dalla fine della via, tre doppie velocissime riportano sulla cengia mediana

Vista generale della parete: in rosso il tracciato approssimativo della via

giovedì 15 agosto 2013

Wendenstöcke - *Blaue lagune*

Bellissima giornata di sole in Wendenstöcke dove ci siamo concessi quella che è considerata come il classico test del 7a obbligatorio in Weden: *Blaue lagune* (350 m, 7b+ max, 7a obbl.). Attorno a questo fantastico itinerario del 1986 firmato K. Ochsner e T. Ulrich ruotano leggende di ogni tipo: in tutti i casi è il terrorismo psicologico a farla da padrone. In realtà si tratta di una bellissima via, chiodata ovviamente in wenden-style (mooolto essenziale), che si svolge sulla migliore roccia che si possa immaginare! Se affrontata con lo spirito giusto non può che regalare grandi soddisfazioni... e la chiodatura non è più distanziata che su altri itinerari considerati più abbordabili. Il tiro chiave (nono, 7b+) è nettamente più difficile degli altri e presenta una sezione obbligatoria di 7a, direi non pericolosa in caso di caduta... consiglio di non moschettonare il fisso prima del passo obbligatorio ma di mettere il proprio rinvio: la fettuccia inizia ad essere piuttosto sbiadita e "secca", meglio proteggere la caduta con un rinvio più sicuro. Un altro accorgimento utile è quello di utilizzare rinvii allungabili per limitare l'attrito delle corde generato dalla chiodatura non proprio rettilinea: in caso di caduta, la forza d'arresto sarà sicuramente più bassa.
Nella comoda nicchia dopo il tiro chiave è presente il libro della via: è vero che non tutti i ripetitori lo firmano... ma è anche vero che di nomi ce ne sono pochi :-) Da qui, utilizzando rinvii lunghi, è possibile raggiungere direttamente la cima del Pilastro Excalibur unendo il decimo, l'undicesimo e il tiro facile di raccordo per un totale di 60 metri esatti!

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, 1 set di friend da #0 C3 a #.75 C4 BD.
Esposizione: Sud, al sole tutto il giorno.
Avvicinamento: stesso accesso della classica *Excalibur*, calcolare 1 ora su terreno a tratti ripido ed esposto.
Discesa: dall'ultima sosta della via, salire ancora un canalino facile ma con roccia un po' fragile fino in cima al pilastro. Da qui calarsi su *Excalibur*.

Terzo tiro (6b+), il primo sopra la cengia... un capolavoro della natura!

Quarto tiro (6b)... come disse qualcuno "ci vuole un metal detector per trovare i due fix e il chiodo in posto" :-)

Quinto tiro (6a): un fix in posto... per il resto, via andare!

Arrivo in sosta sul sesto tiro (6c+)

Ale, sul settimo tiro (6c), si dirige verso la caratteristica colata azzurra che dà il nome alla via

Vista dall'alto sul nono tiro (7b+)

Arrivo in sosta sul nono tiro... no comment!

Dopo tanta esposizione... un'oasi di tranquillità dopo il tiro chiave della via: una bella nicchia che ospita il libro della via

Doppie veloci dalla cima lungo la classica *Excalibur*

Un ultimo sguardo verso la parete

sabato 3 agosto 2013

Becco di Valsoera - *Nel corso del tempo*

A 12 anni di distanza dalla salita con Nicolas, torno sulla parete Ovest del Becco di Valsoera con Ale, Andrea e Riccardo B. per ripercorrere la bellissima via di Manlio Motto *Nel corso del tempo* (350 m, ED, 7b? max 6b+ obbl.). Roccia super, scalata sempre verticale e di soddisfazione, relativo ingaggio dato dalla chiodatura distanziata ma sicura e difficoltà omogenee ne fanno sicuramente un obiettivo ambito per "climbers-con-ambizioni-alpinistiche" :-)
Solo due parole sui passaggi tecnicamente più difficili della via. Sono tre sezioni molto compresse (L1, L6, L7) valutate 7a/+ ma che ci sono parse un po' più difficili... parere personale ma appoggiato anche da Andrea che (per chi non lo conosce) con le tacche va a nozze ;-) A parte quindi 3 fix in A0 la via risulta molto omogenea e piacevolmente scalabile, su una roccia a dir poco fantastica!
L'esposizione a Ovest della parete rende piacevole la scalata nei periodi caldi, come in questi giorni... ma può essere un calvario in presenza di basse temperature oppure elevata umidità: valutare bene le condizioni meteo prima di programmarne una visita.

Materiale: 2 corde da 60 m, 11 rinvii, 1 set di friends da #.4 a #.75 C4 BD, casco.
Esposizione: Ovest, sole nel pomeriggio.
Avvicinamento: in circa 1.30 ore dal Rifugio Pontese.
Discesa: in doppie lungo la via. Con corde da 60 m è possibile effetture 7 calate utilizando i seguenti ancoraggi: S10, S9, S8, S6, S5, S3, S1.

Preparativi alla base della via (foto A. Roasio)

Arrivo in sosta sul secondo tiro

Il fantastico terzo tiro (6c+): vista da sotto...

... e vista da sopra, con Andrea impegnato nella sezione finale

Roccia rossa perfetta su *Nel corso del tempo*, con lo sfondo del Lago di Teleccio

Il sole arriva sulla parte alta della parete

Penultimo tiro... solo 6a+ ma chiodato abbastanza psyco

Riccardo al termine della via, con la vera cima del Becco di Valsoera poco distante

Vista generale del versante Ovest del Becco di Valsoera... nel pomeriggio, quando c'è il sole