martedì 29 dicembre 2015

Torre di Lavina

È inutile lamentarsi. La neve non c'è, il ghiaccio non è al top... ma con l'alta pressione presente ormai da mesi è possibile godere ugualmente degli splendidi panorami che offre la Valle d'Aosta. In inverno la cosiddetta media montagna si trasforma in un terreno selvaggio che consente piccole affascinanti avventure come la salita alla poco conosciuta Torre di Lavina. Si tratta di una bella cima situata sullo spartiacque tra la Valle di Cogne e il Piemonte. Salendo dalla Valle d'Aosta, l'avvicinamento passa dal Vallone del Bardoney e dal nuovo bivacco Devis Gerard, ottimo punto d'appoggio che permette di spezzare i 1800 metri di dislivello fino alla cima.
Per smaltire panettoni e abbuffate da feste natalizie, abbiamo scelto di salire leggeri (!?)  in giornata dal fondo valle, percorrendo il Canale Ovest che porta direttamente all'intaglio tra le punte Nord e Sud. In discesa invece abbiamo seguito il crestone Ovest che scende direttamente sul bivacco.
Nelle attuali condizioni si cammina bene lungo tutto l'itinerario, approfittando di una bella traccia gentilmente offerta da chi ci ha preceduto. Per la parte alta sono sufficienti ramponi, piccozza e uno spezzone di corda.
Ci si può fare un'idea più precisa dal breve video pubblicato... sempre che piaccia la colonna sonora :)

In discesa dalla Torre di Lavina: visibile il Vallone del Bardoney e sullo sfondo il Monte Bianco.

sabato 26 dicembre 2015

Val d'Ayas - *Himalayan dream*

Nel vallone dell'Alpe Cortoz (Val d'Ayas) esisteva una linea evidente di misto che non era stata ancora salita, situata proprio a sinistra delle frequentatissime (ad inizio stagione) cascate *Sbregoretex* e *Cascata di destra del Cortoz*. È sempre stata sotto gli occhi di tutti ma la prima salita è avvenuta soltanto pochi giorni fa. Se ne sono incaricati il giovane François Cazzanelli assicurato dal local Emrik Favre: è nata così, in due giorni di impegno, *Himalayan dream* (120 m, WI4 M7+ R).
Oggi ho accompagnato François che, giustamente, voleva salire in bello stile tutti i tiri della cascata che non era riuscito a liberare durante la prima salita. Ne è uscita una bella giornata all'insegna del su e giù da ogni lunghezza, per fare in modo che entrambi i componenti della cordata scalassero in libera da capocordata. Ad allietare il curioso circo sono poi arrivati gli amici di Torino Elio Bonfanti e Riccardo Olliveri, instancabili cacciatori di belle linee di ghiaccio e misto, che hanno confermato il giudizio estetico sulla linea: bella.
Quattro persone sulla stessa linea? Troppo poche! Meno male che sono arrivati, nel primo pomeriggio e dopo *Sbregoretex*, anche Remo&Munio... iniziavamo a sentirci soli :)
Clima, inutile a dirsi, perfetto. Non freddo e senza neve, per il piacere dell'arrampicata!
Due consigli ai futuri ripetitori: c'è poco ghiaccio da maneggiare con cautela e attenzione alle valanghe nella (remota) eventualità che nevichi!

Materiale: 2 corde da 60 m, 8 rinvii, 6 viti da ghiaccio, friends non indispensabili.
Esposizione: Nord Est.
Avvicinamento: come per le cascate dell'Alpe Cortoz, la linea in questione si trova poco a sinistra. 15 minuti a piedi se si sale in macchina (strada sterrata con accesso regolamentato).
Discesa: in doppia lungo la cascata come da topo.

Il topo.
Vista da sotto.
François mi raggiunge alla seconda sosta.
Terzo tiro per il sottoscritto (foto F. Cazzanelli).
Ancora un'immagine del terzo tiro per me (foto F. Cazzanelli).
Ora tocca a François salire in libera.
François ripercorre in libera il terzo tiro che aveva aperto.
Quarto tiro per me, il più difficile.
Quarto tiro anche per François (foto R. Olliveri).
Vista generale del quarto tiro (foto R. Olliveri).
Fortuna che dietro di noi c'erano Elio e Riccardo così non sono dovuto scendere nuovamente in sosta per assicurare François, dopo aver salito il tiro in libera... ci hanno pensato loro. Io mi son goduto lo spettacolo dall'alto :) (foto R. Olliveri).
Ultimo tirello di ghiaccio... per dire di essere arrivati in cima :)