martedì 21 agosto 2012

Aiguille du Peigne - *Postcriptome*

Più volte scesa in doppia dopo aver scalato sul Gendarme Rosso dell'Aiguille du Peigne, oggi finalmente sono riuscito a salire *Postcriptome* (500 m, ED, 7a max, 6b obbl.)... conosciuta più che altro per essere la linea di discesa più rapida della parete. Devo dire che è stata una piacevole sorpesa, forse al di sopra delle aspettative. Si tratta di una via aperta negli anni '90 da R. Vogler che si articola su 12 lunghezze, tutte molto belle! Dopo un inizio facile su placche appoggiate, segue una parte alta più ripida in cui si trovano alcuni tiri spettacolari e ben protetti (o ben proteggibili) che consentono di scalare in tutta tranquillità. Complessivamente, come impegno, credo che si collochi a metà strada tra le vicine *Maillon manquant* e *Pegne perdu*.
Oggi condizioni perfette per scalare all'ombra: aderenza giusta per un'altra salita on sight completa della via :-)

Materiale: 2 corde da 55 m, 10 rinvii, C3 BD da #1 a #2, C4 BD da #.3 a #3, casco.
Esposizione: Ovest, sole nel pomeriggio.
Avvicinamento: in circa 45 minuti dal Plan de l'Aiguille, attualmente non servono i ramponi (al limite un picozzino per intagliare qualche gradino sul nevaio di 30 metri per raggiungere l'attacco.
Discesa: in doppia lungo la via.

Vista generale sul sesto tiro (6b+)

Sesto tiro: arrivo in sosta su caratteristici knobs

Decimo tiro (6b+): fessura, camino... molto bello!

Partenza del dodicesimo tiro (7a)... semplicemente fantastico!

Riccardo e l'ultimo grande knob della via

Il topo della via

domenica 19 agosto 2012

Torre delle Mesules Est - *Brunsin*

Sempre alla ricerca di refrigerio estivo... e di una via non troppo lunga che consentisse anche di rientrare in auto verso la Valle d'Aosta, abbiamo optato per le sempre belle Mesules. Roccia super a buchi e itinerari in vero trad-styla, aperti peraltro in tempi non sospetti, caratterizzano queste belle pareti con accesso molto comodo situate proprio sopra la strada per il Passo Gardena. Il carattere severo delle vie (assenza di spit e lunghezze quasi interamente da proteggere su una roccia non poprio di immediata lettura) ha reso queste vie piuttosto conosciute e temute... e fortunatamente poco frequentate! Benchè *Brunsin* (200 m, VI+ max e obbl.) sia una delle più celebri della parete, oggi non abbiamo incontrato nessuno tranne una coppia alla nostra sinistra su un altro itinerario. Meglio così, abbiamo avuto tutto il tempo per prendere confidenza con la roccia ed assaporare questo tipo di scalata molto particolare.

Materiale: 2 corde da 55 m, 10 rinvii (2 allungabili), 1 set completo di friends C4 BD fino al 3, qualche kevlar per le clessidre, fettucce, casco.
Esposizione: Nord, sempre all'ombra.
Avvicinamento: circa 10 minuti di cammino dall'auto, evidente.
Discesa: a piedi lungo un sentiero che contorna a sinistra la parete e torna alla base.

Secondo tiro (VI+)

Ancora un'immagine del secondo tiro, il superamento di un bombamento

Terzo tiro (VI+) per Ale, una bellissima placca a buchi

Quarto tiro (VI-), arrivo in sosta

Quinto tiro (VI-), il piacere di arrampicare all'ombra!

Ultimo tiro per Ale (V+)... incredibile scalata verticale su grandi buchi

Il classico rito della firma del libro di vetta, insieme a due austriaci che scalavano di fianco a noi

Il tracciato della via

sabato 18 agosto 2012

Cima Grande di Lavaredo (parete Nord) - *Hasse-Brandler*

Il caldo torrido continua ad imperversare anche sulle Alpi, non resta che rifugiarsi all'ombra! Approfitto dell'occasione per salire l'ultima delle storiche cinque pareti Nord delle Alpi (Cervino, Eiger, Grandes Jorasses, Pizzo Badile e Cima Grande di Lavaredo) che mi mancava, la Lavaredo appunto. Giornate ideali queste per scalare la celeberrima *Hasse-Brandler* (550 m, ED+, 7a+ max, 6b+ obbl.) sul versante Nord della Cima Grande: frequentazione assicurata ma anche ottima temperatura, non eccessivamente fredda per poter godere appieno della scalata. Alla fine, poi, abbiamo trovato meno gente del previsto: solo una cordata di simpatici vicentini appena davanti a noi e altre due un po' più distanziate. Più a destra, sulla classica e più facile *Comici*, ho contato una quindicina di cordate!
La parete è piuttosto impressionante, con una verticalità più unica che rara... peccato solo che la roccia sia quella solita delle Lavaredo, ovvero un ammasso di cubetti più o meno mobili tenuti insieme per miracolo :-) Scherzi a parte, sulla via fortunatamente tutti gli appigli sono solidi (sui chiodi non mi pronuncio): sicuramente il gran numero di ripetizioni ha favorito la messa in (parziale) sicurezza di questo itinerario. Oggi può essere considerato quasi una via "moderna", da provare a scalare in libera, anche grazie alle soste sicure (c'è quasi sempre un long-life o un fittone resinato per sosta) e a pochi fix piazzati sui tratti più impegnativi. I tiri per uscire in cima e la discesa però ricordano che siamo sempre in montagna... quindi meglio avere un minimo di preparazione sui terreni delicati.
Per tutta la salita il pensiero fisso è andato ad Alex Huber nel 2002... credo che la salita in free-solo di un itinerario di questo tipo sia veramente una cosa fuori dal normale e assolutamente inconcepibile: level!

Materiale: 2 corde da 50 m, 15 rinvii (2 allungabili), 1 set di friends dal #1 C3 BD al #2 C4 BD, fettucce, casco.
Esposizione: Nord, sempre all'ombra.
Avvicinamento: 30 minuti circa in piano dal rifugio Auronzo.
Discesa: dalla cima, seguire la via normale di discesa dalla Cima Grande, lungo il versante Sud (doppie attrezzate da 25 m e corda corta).

Vista bucolica delle Tre Cime di Lavaredo da Sud

Passeggiata serale alla base della parete Nord della Cima Grande per cercare l'attacco della via

Vista dall'alto su uno dei primi tiri impegnativi (6c)

Ambiente Nord della Lavaredo

Ale impegnata nel traverso che conduce sotto i diedri strapiombanti (6b)

Piccola pausa per osservare il panorama e......... :-)

La celebre scala rovescia, costantemente strapiombante (7a)

L'ultimo tiro impegnativo, meno strapiombante degli altri ma sempre continuo (7a)

Ale mi raggiunge in sosta... nonostante la roccia, sembra che si diverta :-)

Uno dei camini d'uscita, fortunatamente asciutti!

Ultimissimi tiri facili (ma di roccia ancor peggiore) per uscire verso la cima

Classico autoscatto in vetta alla Cima Grande di Lavaredo... manco a farlo apposta ho proprio centrato la croce :-)

Un'immagine della discesa dalla via normale, non proprio semplicissima

mercoledì 15 agosto 2012

Aiguille du Midi - *Monsieur de Mesmaeker* + Aiguille du Peigne - *Carmencita*

15 agosto, festa delle guide: festeggiamo in montagna concedendoci una piccola maratona granitica sulle guglie del Monte Bianco. Sempre alla ricerca di itinerari che non ho ancora percorso, ci lanciamo oggi in un concatenamento singolare: al mattino saliamo *Monsieur de Mesmaeker* (200 m, EX-, 7b max, 6b+ obbl.) all'Aiguille du Midi e nel pomeriggio *Carmencita* (200 m, EX-, 7b max, 6c obbl.) sulle placche inferiori dell'Aiguille du Peigne. Così facendo sfruttiamo al meglio l'illuminazione del sole, soprattutto sulla seconda via che normalmente si scala all'ombra (alla fine però il sole si è velato... ma meglio così!).
Entrambe le vie portano la firma di Michel Piola ed appartengono al periodo d'oro delle aperture dal basso sul Monte Bianco. *Monsieur de Mesmaeker* in particolare è sicuramente una via storica in quanto rappresenta la precisa volontà di abbandonare le linee classiche per cercare la difficoltà; una difficoltà affrontabile in arrampicata libera, dunque logica... anche se abbandonando la celebre fessura della *Rébuffat*, sul primo tiro, non sembra proprio di fare la cosa giusta :-) In realtà, proseguendo, ci si rende conto che le placche apparentemente lisce, sono scalabili... basta avere un po' di pazienza nel cercare la combinazione giusta degli appoggi per i piedi. Da tenere sempre presente che l'apritore è salito dal basso posizionando gli spit a mano in equilibrio precario... chapeau! A trent'anni di distanza dalla sua apertura, Piola è tornato quest'anno per richiodare la sua via e ridarle il lustro degli anni migliori: ora al posto delle arrugginite placchette artigianali si trovano solidi fittoni resinati inox. Un lavoro pulito e impeccabile... swiss styla ;-)
Diverso è il discorso per la seconda via della giornata *Carmencita*: arrampicata di placca estrema, con attrezzatura originale mooolto essenziale. Un itinerario raramente ripreso, molto impegnativo (nelle attuali condizioni di chiodatura) dove sicuramente non si fa la coda. L'abbiamo percorso nella sua originalità, ovvero solo quattro tiri (5c, 7b, 6c, 6c+): al di sopra ci si collega con *Dimanche Noir*, già salita nel 2009 insieme ad Alberto.
Giornata nel complesso intensa e ricca di soddisfazioni: una su tutte il percorso on sight di *Monsieur de Mesmaeker*... con un ringraziamento particolare all'anima pia che aveva segnato tutti gli appoggi sul crux del sesto tiro (7b)!
Materiale: 2 corde da 55 m, 10 rinvii, 1 set completo di friends C3+C4 BD fino al #3 C4, casco.
Esposizione: Sud per l'Aiguille du Midi, Ovest per l'Aiguille du Peigne.
Avvicinamento: doppie lungo l'asse della via per l'Aiguille du Midi, un'ora circa di cammino dal Plan de l'Aiguille per le placche del Peigne (non servono ramponi).
Discesa: in doppia lungo le vie.

Primo tiro originale di *Monsieur de Mesmaeker* (6c)

Terzo tiro per Ale (6b)

Un tiro più facile (5c) per riprendere fiato

Vetta dell'Aiguille du Midi con lo sfondo delle Grandes Jorasses

Placche inferiori del Peigne: *Carmencita*, primo tiro

Secondo tiro di *Carmencita* (7b), tanto bello quanto impegnativo!

Terzo tiro (6c), un mare di placche lisce...

sabato 11 agosto 2012

Pic Adolphe Rey - *Fil ou face*

Giornata limpidissima ma caratterizzata da forte vento sui satelliti del Mont Blanc du Tacul, dove abbiamo scalato una via di R. Vogler aperta tra il 1988 e il 1991 insieme a vari compagni sulla spalla Nord Est del Pic Adolphe Rey. Si tratta di *Fil ou face* (250 m, ED, 7a max, 6b obbl.), un itinerario assai poco ripetuto in favore della vicina *Cache cache*... molto più mediatizzata e conosciuta. In realtà, qualche metro più a destra esiste questo itinerario molto vario e su roccia super che si snoda lungo uno spigolo esteticissimo! La via è attrezzata con fix da 10 mm dove non è possibile utilizzare le protezioni veloci e tutti i tiri sono degni di nota... il penultimo (7a) in particolare è da annoverare tra i più belli del Pic Adolphe: due sezioni tecniche in placca separate da una corta fessura ad incastro molto aerea, sul filo dello spigolo con vista sul penultimo tiro di *Cache cache*. La prima sosta si può effettuare sullo spit al termine del primo tiro di *Super terreur* oppure su spuntoni in una profonda spaccatura alla base del secondo tiro. La quinta sosta non è attrezzata ma si utilizza senza problemi un enorme spuntone alla base della larga fessura del sesto tiro.
Condizioni simil-patagoniche, già detto, che però hanno conferito alla roccia un grip perfetto... elemento che ha permesso una salita on sight completa della via :-)

Materiale: 2 corde da 55 m, 10 rinvii, 1 set completo di friends C4 BD fino al #3, fettucce casco.
Esposizione: Est.
Avvicinamento: circa 45 minuti da Punta Helbronner, attualmente su ottima traccia.
Discesa: in doppia lungo la parete, come indicato sul topo, utilizzando anche gli ancoraggi di *Cache cache*.

Arrivo alla prima sosta

Ambiente di alta montagna, con lo sfondo della Tour Ronde

Quarto tiro

Quinto tiro, roccia super!

Sesto tiro (6c), larga fessura fuori misura

Prima parte del bellissimo settimo tiro (7a)

Riccardo mi raggiunge in cima al pilastro, con lo sfondo dell'Aiguille Verte

Il topo di *Fil ou face*

giovedì 9 agosto 2012

Petites Jorasses - *Piano sano e lontano*

Meteo spettacolare in queste calde giornate estive! Oggi siamo stati sulla parete Sud delle Petites Jorasses dove abbiamo salito una via firmata M. Motto, G. Predan e R. Vogler 1992/1993: *Piano sano e lontano* (450 m, ED+, 6c+ max, 6c obbl.). Come si può intuire dal nome dei primi salitori e dall'anno di apertura, non ci si poteva aspettare altro che un'arrampicata super tecnica di placca con fix distanti e qualche piccola sorpresina disseminata lungo la via: un esempio su tutti la partenza dalla terza sosta, tutto fuorché banale! La via, nel complesso, è piuttosto impegnativa e poco ripetuta... come testimoniano i cordoni delle soste, molti dei quali ancora originali! Meritevolissima di ripetizione, come del resto tutte le vie della parete.
Il nuovo bivacco Gervasutti (12 posti) offre una valida base d'appoggio per scalare sulla parete Sud delle Petites Jorasses... anche se necessita ancora di qualche piccolo collaudo per mettere a punto il buon funzionamento delle apparecchiature elettriche (piastra per cucinare, luci e computer).

Materiale: 2 corde da 55 m, 10 rinvii, 1 set di friends dal #.3 al #3 C4 BD, qualche C3 BD utile ma non indispensabile, casco, materiale da ghiacciaio.
Esposizione: Sud, il sole arriva alla base della parete verso le 8 del mattino.
Avvicinamento: in meno di 1 ora dal bivacco Gervasutti. Attualmente la crepaccia terminale si passa abbastanza bene su una lingua di neve sospesa su un bel salto nel vuoto!
Discesa: in doppia lungo la via.

Parete Sud delle Petites Jorasses (a sx) e bivacco Gervasutti (a dx)

Camera con vista all'interno del bivacco Gervasutti

La lingua di neve che permette di attaccare la via

Quarto tiro (6c), roccia compattissima

Quinto tiro (6c), il festival della placca :-)


Arrivo in sosta sul quinto tiro

Undicesimo tiro (6c+), forse il più bello della via (e il più chiodato)

Riccardo al termine della via con lo sfondo del versante nord delle Grandes Jorasses