martedì 26 giugno 2018

Valpelline - Traversata della Catena del Morion


La traversata della Catena del Morion è una di quelle gite mitiche attorno alle quali aleggiano misteri, racconti e leggende dai contorni non proprio definiti. Non esiste una relazione specifica, se non il collage di una miriade di creste e crestine da estrapolare dal prezioso e introvabile volume "Alpi Pennine I" della collana CAI-TCI. Se ne conoscono pochissime ripetizioni... e nessuno ricorda dettagli particolari. Solo percorrendola abbiamo compreso il motivo: è talmente lunga che richiede troppa memoria per essere ritenuta :-)
La scelta di questa traversata è ricaduta nell'ambito del corso di formazione professionale per aspiranti guide alpine: c'erano due giorni di bel tempo stabile a disposizione, bisognava trovare un terreno misto (neve/roccia) su cui cimentarsi, volevamo esplorare luoghi isolati con poche informazioni a riguardo e metterci in gioco su un terreno che prevedeva più incognite che certezze.
Il risultato è stata un'esperienza sicuramente intensa, lungo una delle creste più lunghe e complesse presenti sul territorio della Valle d'Aosta. La roccia è spesso di dubbia qualità (meglio a Nord che a Sud), il materiale in posto è praticamente assente, tranne nel tratto compreso tra il Colle del Mont Gelé e la Becca Crevaye in cui si trova un fix ogni 20 m circa... forse esagerato! Proprio di fianco al caratteristico foro si trova il cantiere del bivacco "Luca Pasqualetti", non ancora in posto. Non entro nel merito delle scelte che hanno portato a ipotizzare un bivacco fisso in questo luogo ma mi permetto soltanto di esprimere alcune perplessità su un'ipotetica maggiore frequentazione di questi luoghi tanto selvaggi quanto pericolosi. È vero che la qualità della roccia nei pressi del futuro bivacco è discreta ma proseguendo verso sud peggiora sensibilmente fino a diventare a tratti preoccupante.
Probabilmente le condizioni in cui l'abbiamo affrontata non erano tra le migliori ma avevamo a disposizione quei giorni e ci siamo ingaggiati lo stesso, forti di una meteo stabile; in autunno lo zaino è alleggerito da piccozza e ramponi... ma occorre fare bene i conti con le riserve idriche perché sulla cresta non c'è acqua. Noi, per contro, avevamo neve da fondere a volontà ;-)

Materiale: 1 corda da 40 m, 1 cordino di servizio per le doppie da 40 m, 1 set di friends da #.3 C4 a #2 C4 BD, fettucce, cordini da abbandono, ramponi e piccozza ad inizio stagione, materiale da bivacco.

sabato 23 giugno 2018

Valnontey - Traversata degli Apostoli


Nell'ambito dei corsi di formazione professionale per aspiranti guide alpine, siamo andati a esplorare montagne selvagge... a due passi da casa. Il massiccio del Gran Paradiso offre angoli sperduti per gli amanti dell'alpinismo, lontani dalle masse che affollano i più blasonati gruppi di Monte Bianco e Monte Rosa. Nella solitudine più totale, abbiamo percorso la classica Traversata degli Apostoli, alla testata della Valnontey, seguendo integralmente il filo di cresta dal Colle di Money alla Punta Patrì Settentrionale. Le difficoltà tecniche sono sempre contenute e il panorama spazia su tutto l'arco alpino occidentale, con una vista inedita sul Gran Paradiso.
Il bivacco di Money, situato sopra gli omonimi pianori, offre una base d'appoggio perfetta. La traversata classica prevede l'attraversamento di Torre del Gran San Pietro, Torri di Sant'Andrea e Torre di Sant'Orso; per rendere più interessante il percorso, abbiamo aggiunto anche la prosecuzione fino alle due Punte Patrì.
Condizioni ottime con rigelo perfetto e canalone di neve per scendere scivolando fino al pianoro di Money.

Materiale: 1 corda da 30 m, 3 friends, fettucce, moschettoni, materiale da ghiacciaio.

venerdì 15 giugno 2018

Aiguille Noire de Peuterey (parete Ovest, Punta Brendel) - *L'équipe des bras cassés*


Finalmente, dopo un lungo periodo di piogge insistenti, è tornato il sole. Considerate le ottime condizioni dei ghiacciai in quota siamo andati a curiosare la parete Ovest dell'Aiguille Noire de Peuterey, dove abbiamo percorso una bella via di M. Motto e P. Gabarrou datata 1994. Si tratta di *L'équipe des bras cassés* (570 m, 6c+ max, 6c obbl.) che sale su roccia splendida fino in cima alla Punta Brendel. Via stupenda, ambiente maestoso, condizioni top, non si può chiedere di più! Anzi, sì... un piatto della mitica pasta di Mauro al rifugio Monzino che oggi purtroppo abbiamo saltato per velocizzare i tempi di avvicinamento/rientro. Visto l'innevamento ancora abbondante sotto l'Aiguille Croux, abbiamo scelto di sfruttare i nevai direttamente dal basso per risparmiare le povere ginocchia soprattutto in discesa; facendo così però abbiamo tagliato fuori la consueta pausa al rifugio. Sarà per la prossima volta ;-)

Materiale: 2 corde da 60 m, 10 rinvii, 1 set completo di friends da #.1 X4 a #3 C4 BD.
Esposizione: Ovest, sole al pomeriggio.
Avvicinamento: l'approccio classico prevede il pernottamento al rifugio Monzino. Il giorno seguente, passaggio sotto l'Aiguille Croux - breve calata dal "brogliatta" - ghiacciaio in leggera salita fino all'attacco della via, evidente. Con condizioni di buon innevamento è possibile anche salire direttamente dal fondovalle, percorrendo interamente il ghiacciaio e raggiungendo l'attacco della via senza passare dal rifugio. Al ritorno però sarebbe un peccato saltare la mitica pasta di Mauro al Monzino :-)
Per avere un parametro puramente indicativo, abbiamo impiegato circa 2.30 ore dal fondovalle all'attacco e circa 7 ore per salire e scendere in doppia lungo la via.
Discesa: in doppia lungo l'itinerario di salita. Per la terza calata occorre scendere verticalmente fino ad una comoda cengia per poi risalire a sx (faccia alla parete) alla sosta.




sabato 2 giugno 2018

Mont Vélan

Primavera inoltrata, quasi estate. Eppure le condizioni per lo sci sono ancora ottime. Peccato solamente che bisogna alzarsi (troppo) presto per sfruttare al meglio il rigelo notturno.
Oggi abbiamo effettuato un bel giro ad anello passando per la vetta del Mont Vélan (3727 m). Insieme ad Ale, Jacopo e Roger siamo saliti nel Vallone di Menouve fino al Col d'Annibal poi abbiamo risalito l'omonimo couloir per scendere infine lungo i soleggiati pendii meridionali che riportano al punto di partenza. Circa 1800 m di dislivello in salita e in discesa... e sicuramente una bella occasione per mettere alla prova sul campo la nuova action-cam che mi sono regalato :-)