domenica 18 settembre 2011

Rocca di Verra - *Granatina* (via nuova)

La Rocca di Verra è una possente bastionata di serpentino posta sul versante destro idrografico dell’alta Val d’Ayas. Le sue pareti, esposte principalmente a est, hanno un’altezza compresa tra i 250 m e i 500 m per una larghezza di circa 3 km! Su questa enorme superficie rocciosa, a partire dal 1979, sono state tracciate solo pochissime vie dalle guide alpine locali Oliviero Frachey, Adriano Favre, Roger Obert e dai piemontesi Lino Castiglia, Alessandro Nacamuli, Andrea Giorda, Pietro Crivellaro e dall’onnipresente Alessandro Gogna accompagnato qui da Ettore Pagani. Occorre subito precisare che questi itinerari costituiscono piccoli capolavori di audacia e intuito in quanto sono stati aperti utilizzano normali chiodi da fessura, su una roccia che non ha certo la linearità del granito o l’omogeneità del calcare.
Il serpentino rossiccio che caratterizza la Rocca di Verra, infatti, ha una particolare conformazione che obbliga gli arrampicatori a cercare i passaggi in mezzo a un dedalo di strapiombi, con le conseguenti difficoltà nel caso di un eventuale rientro in corda doppia. È probabilmente questo il motivo dello scarso interesse da parte degli arrampicatori a ripetere gli itinerari esistenti. Eppure la roccia è piuttosto solida, le pareti sono ben esposte al sole e si arrampica ad una quota tra 2300 e 3100 metri in uno scenario d’alta quota con splendida vista su Roccia Nera, Castore e Polluce.
Con tali premesse la Rocca di Verra non poteva certo sfuggire al processo che ha interessato negli anni ’90 molte pareti alpine e non, cioè la proliferazione di itinerari di roccia aperti dal basso con trapano e fix. Ad inaugurare questo metodo di apertura in Val d’Ayas sono state le guide alpine locali Paolo Obert e i fratelli Franco e Marco Spataro, quasi sempre accompagnati dagli elvetici Ezio e Yannick Lettry (padre e figlio) particolarmente affezionati a queste rocce. Dal 1990 (anno dell’apertura delle prime vie moderne sulla Rocca di Verra) fino al 1998 sono stati tracciati una decina di itinerari con lunghezze comprese tra i 140 e i 500 metri e difficoltà massime di 7a in arrampicata libera e A3 in artificiale. Si tratta per lo più di vie mediamente impegnative con chiodatura a fix da 10 mm non sempre ravvicinata ma sicura. Inoltre, data la particolare conformazione del serpentino, l’arrampicata ha sovente carattere misto, con lunghezze di artificiale per superare tetti o bombamenti che si alternano a splendidi tratti in libera. E, come se non bastasse, a rendere ancora più severa la maggior parte degli itinerari concorre anche l’impossibilità di una ritirata in corda doppia.
Da ormai più di dieci anni, a parte qualche sporadico ripetitore di vie già esistenti, nessuno si è più interessato all’esplorazione delle pareti. Durante l’estate scorsa, insieme a Marco Spataro, abbiamo effettuato un restyling della classica *Via dei Tacha* proprio sopra il Lago Blu, rendendola più consona a canoni moderni. In questo mese di settembre sono tornato in zona (più a monte) con Alessandra per riprendere un progetto iniziato con Franco Spataro e abbandonato dopo i primo tiro per mancanza di tempo e vicissitudini varie. L’idea iniziale era quella di creare un itinerario omogeneo, non troppo difficile, lineare e facilmente percorribile anche in doppia proprio in centro al grande paretone che fiancheggia la morena del ghiacciaio di Verra. Con grande stupore (e con un po’ di studio di fattibilità) siamo riusciti a creare una bella via che risponde a tutte le caratteristiche sopra citate... tranne forse la linearità. Per mantenere difficoltà omogenee, il percorso risulta talvolta un poco tortuoso ma la discesa in doppia è studiata in maniera da risultare agevole (per quanto particolarmente aerea in alcuni punti!). Il tutto su roccia molto compatta.
Ho scritto anche troppo... :-) il consiglio è quello di andare a ripeterla prima della stagione fredda. Le terse mattinate autunnali sono ideali per scalare sulla Rocca di Verra. Approfittatene!

Campo base in tenda al Pian di Verra Superiore, sullo sfondo si intravede la Rocca di Verra

La freccia rossa indica l'attacco della via

Secondo tiro (6c), bellissimo!

Posizionamento di una sosta

In apertura all'inizio del quarto tiro

Quinto tiro (6b), in diagonale verso destra... dall'ultimo fix non salire ma attraversare ancora a destra

Il passatempo preferito di Alessandra in sosta durante l'apertura... per fortuna esiste il Grigri :-)

Nono tiro, roccia sempre compattissima!

Partenza dell'ultimo tiro (6c)

Autoscatto al termine dei dieci tiri della via con lo sfondo di Castore e Polluce

La via in dettaglio