giovedì 7 novembre 2013

Pilastro Lomasti - *One man, one vote* e *Cliffremiti*

Pomeriggio esplorativo insieme ad Ale, nel settore destro del Pilastro Lomasti... fortunatamente rimasto "originale" e non toccato dalla standardizzazione forzata che ha interessato il corpo principale del Pilastro. Abbiamo salito due itinerari del 1993/94 firmati dal gruppo Croé Bocia, che in questo caso erano G. Bredy, C. Gontier e G. Vuillermoz. Sono vie relativamente brevi, salite dal basso con il trapano e attrezzate con fix zincati da 10 mm (piastrine Cassin). A parte qualche punto ossidato ma ancora sicuro, l'attrezzatura in posto è del tutto in ordine e non richiede assolutamente manutenzione... tranne magari le targhette alla base delle vie, ormai illeggibili :-)
*One man, one vote* (55 m, 6c max, 6b obbl.) è la via più a sinistra delle due e si articola in due lunghezze su roccia di ottima qualità. A destra invece si trova *Cliffremiti* (80 m, 7b/+ max, 6b+ obbl.) che presenta sulla relazione originale un primo tiro non liberato... non avendo informazioni di precedenti ripetizioni, abbiamo dedicato il tempo necessario per cercare la giusta combinazione di appigli e appoggi che fortunatamente è stata trovata e risolta piuttosto in fretta. Si tratta sostanzialmente di una lunghezza molto tecnica su tacche e buchi, caratterizzata da due belle sezioni intense separate da un discreto riposo; anche il traverso della parte finale del tiro richiede un po' di ingegno per essere risolto: la difficoltà non è sicuramente meno di 7b... ma neanche più di 7b+ :-)
Il secondo tiro, inoltre, si è rivelato un poco più impegnativo del grado indicato dai primi salitori: il passo di ingresso potrebbe essere tranquillamente valutato attorno al 6c+. L'ultimo tiro infine è ancora interessante, su roccia ottima e con chiodatura distanziata ma sicura.
Immediatamente dopo sono venuto a sapere che già nel 1999 Massimo Farina era riuscito a scalare il primo tiro in libera: la sua valutazione era 7b/7b+... perfettamente in linea con la nostra, a distanza di quasi 15 anni.
Nel complesso, sono due vie consigliate agli amatori delle particolarità e della scalata tecnica... sicuramente da riscoprire!

Materiale: 2 corde da 60 m, 12 rinvii, casco.
Esposizione: Sud Ovest, sole nel pomeriggio.
Avvicinamento: stesso avvicinamento del Pilastro Lomasti. Dalla base, proseguire ancora verso destra e salire fino all'attacco (vecchia corda fissa in posto). 40 minuti.
Discesa: in doppia lungo le vie. *One man, one vote* si scende con una doppia dal termine della via. Dalla cima di *Cliffremiti* è possibile effettuare una lunga calata di 60 m esatti... con corde perfettamente pareggiate, piuttosto al limite: nel dubbio è meglio fermarsi alla sosta di calata attrezzata a metà tra le S1 delle due vie (fix con 2 maillon).

Le targhette in legno alla base delle vie dimostrano lo stato di abbandono... ingiustificato, peraltro

Uscita del primo tiro di *One man, one vote* (6c)

Ale impegnata su *One man, one vote*

La parte alta del pilastro, roccia sempre molto bella!

La relazione originale dei Croé Bocia: le vie in questione si trovano all'estrema destra

Il divertente commento alle vie sulla relazione originale..

venerdì 1 novembre 2013

Brèche du Grand Capucin - *Laratoune*

Ultimo giorno di bel tempo prima della consueta chiusura per manutenzione delle Funivie Monte Bianco. Insieme ad Ale siamo andati a dare un'occhiata alle condizioni sul versante Nord del Grand Capucin, dove abbiamo percorso la goulotte *Laratoune* (400 m, III/4 M). Si tratta di un itinerario relativamente recente (1998) aperto da tre attive guide alpine di Chamonix: F. Bernard, A. Cayrol e F. Gentet. Come previsto le condizioni non sono delle migliori, con molta neve fresca nelle sezioni più facili e ghiaccio nero molto duro nella parte alta. Indubbiamente è preferibile aspettare la formazione del tanto agognato "ghiaccio polistirene", che permette una progressione molto più agevole e veloce. Nelle condizioni attuali l'itinerario risulta un poco più tecnico ma comunque sempre piacevole. Un interessante strato di ghiaccio di fusione pochi metri a destra della partenza originale ci ha ispirato una piccola variante di percorso, che abbiamo poi ripreso nella sua originalità dopo il secondo tiro.
Lungo la goulotte si trovano pochi chiodi di progressione ma ci si protegge agevolmente quasi ovunque con una serie di friends. Le primissime soste della goulotte sono attrezzate a fix; nella parte alta invece sono a chiodi normali (da verificare). Il terreno comunque consente di personalizzare la progressione sostando a piacimento su roccia con protezioni veloci.
È possibile scendere in doppia lungo la goulotte ma è di gran lunga preferibile calarsi in doppia sul lato opposto, lungo il Couloir des Aiguillettes. In questo modo si compie un vero e proprio giro del Grand Capucin... molto suggestivo!

Materiale: 2 corde da 60 m, 3 viti da ghiaccio (anche corte), 1 serie completa di friends fino al #2 C4 BD, una piccola scelta di chiodi da roccia, fettucce.
Esposizione: prima Est poi Nord in salita. Sud ed Est in discesa.
Avvicinamento: attualmente è preferibile l'avvicinamento con gli sci, molto più rapido. Calcolare poco più di una mezz'oretta da Punta Helbronner fino alla base del Grand Capucin.
Discesa: due possibilità. In doppia lungo l'itinerario di salita: soste a chiodi da controllare nella parte alta e ultime 2/3 doppie a fix in basso, poi discesa a piedi lungo il Couloir des Capucins. Questa opzione è a maggior rischio per incastrare le doppie... sicuramente meglio scendere in doppia lungo il Couloir des Aiguillettes (numerosi ancoraggi in posto).

Avvicinamento alla goulotte

Piccola variante di due tiri a destra della partenza originale

La facile parte mediana della goulotte

Ghiaccio nero nella parte alta... durissimo!

Ancora un'immagine che ben rappresenta le condizioni attuali: ghiaccio nero e neve fresca...

Ultimo tiro: vista dal basso...

... e vista dall'alto

Vista generale del versante Ovest del Grand Capucin (80 m) salito nel 1924 da A. Rey con l'aiuto di una pertica di 10 m

Prima doppia lungo il Couloir des Aiguillettes

In rosso il tracciato dell'itinerario

sabato 26 ottobre 2013

Tour Ronde - *Goulotte Saadi*

Bella giornata, a tratti ventosa, di fianco al Couloir Gervasutti alla Tour Ronde. Insieme ad Ale siamo andati a dare un'occhiata alle goulottes che solcano il versante nord della Quota 3648 m. Tra le tre linee presenti, abbiamo scelto quella di destra, salita nel 1979 da G. Perroux, G. Peyroulet e J.M. Troussier e chiamata *Goulotte Saadi* (200 m, III/4 M).
C'è da dire che le condizioni non sono strepitose... molta neve inconsistente, poco ghiaccio nero e poco polistirene. Complessivamente si è visto di meglio ma la moda del momento è quella di grattare gli attrezzi sulla roccia... e allora cerchiamo di adeguarci :-)
Le prime due soste, in comune alle tre linee, sono attrezzate a fix... dopo si trova qualche vecchia sosta a chiodi. Lungo i tiri si trova ogni tanto quanche chiodo di progressione.

Materiale: 2 corde da 60 m, 2 viti da ghiaccio, 1 set di friends da #1 C3 a #3 C4 BD, una piccola scelta di chiodi da roccia per sistemare eventualmente le soste della parte alta.
Esposizione: Nord, sempre all'ombra.
Accesso: attualmente è consigliabile la movimentazione con gli sci oppure con le racchette da neve. Calcolare circa un'ora da Punta Helbronner.
Discesa: in doppia lungo la goulotte. Con un po' di occhio si riesce a scendere con quattro calate.

La giornata inizia così... atmosfera apocalittica :-)

Piccola valanga al Col Flambeau... da manuale!

Esistono modi più semplici per passare la terminale... ma il ghiaccio era troppo invitante :-)

Vista generale sul primo tiro

Secondo tiro, un bel diedro... più delicato di quanto appaia in foto

Terzo tiro: du mixte amusant, come direbbero i francesi

Quarto tiro, all'inizio della stretta goulotte che conduce in cresta

Molta neve e poco polistirene... ma ça passe

Ultimi metri della goulotte

Vista generale del settore: in rosso la linea della Goulotte Saadi

Rientro con le pelli a Punta Helbronner... meglio che a piedi!

martedì 22 ottobre 2013

Envers del Paretone - *À l'envers*

Veloce puntata pomeridiana in Bassa Valle d'Aosta insieme ad Ale per ripetere una via terminata da poco sulla parete situata di fronte al Paretone di Arnad, chiamata Envers del Paretone. Il nuovo itinerario si chiama *À l'Envers* (180 m, 7a max, 6b obbl.) e corre pochi metri a sinistra di una vecchia via non ben identificata contraddistinta dalla scritta "Discoveries" alla base. È stata aperta da alcune guide alpine valdostane in tempi diversi, principalmente S. Epiney, M. Farina e R. Ferraris.
Via nel complesso carina e abbastanza omogenea sul grado 6b/6b+, con alcune brevi sezioni più impegnative ma con chiodatura piuttosto ravvicinata. Ancora un po' di terra sui primi due tiri, che dovrebbe pulirsi nel corso delle ripetizioni... e una colata d'acqua sull'ultimo tiro che pare stenti ad asciugare dopo la pioggia: sarebbe un peccato arrivare on sight fino all'ultimo fix della via e cadere con le prese bagnate/fangose in mano ;-)
Relazione dettagliata su Gulliver.

Materiale: 2 corde da 50 m, 14 rinvii, casco.
Esposizione: Nord Est, sole al mattino... spesso ventoso.
Accesso: 5 minuti a piedi lungo un bosco piuttosto fitto e invaso da vegetazione. L'attacco si trova pochi metri a sinistra di una scritta bianca "Discoveries".
Discesa: in doppia lungo la via.

Quarto tiro (6b)

Quinto tiro (6b+)... paesaggio non propriamente bucolico :-)

Sesto tiro per Ale (6b+), una bella fessura che purtroppo finisce in fretta...


Settimo ed ultimo tiro (7a): corto, intenso.. e purtroppo bagnato :-(

Vista dal basso della parete con il tracciato approssimativo della via

venerdì 4 ottobre 2013

*Hystrix* - il video

A circa un anno di distanza dalla prima libera di *Hystrix*, arriva anche il breve clip che racconta molto sinteticamente la storia della via.
Rimando al precedente POST la descrizione dettagliata delle caratteristiche tecniche.
Nel mese di luglio 2013 Michi ed io siamo tornati su *Hystrix* insieme al fotografo Moritz Attenberger per girare le immagini di questo video che non vuole essere la documentazione di un exploit, bensì un semplice racconto dell'incontro tra il chiodatore e colui che ha relizzato la prima libera. Siamo tornati insieme in parete e Michi mi ha mostrato il metodo ingegnoso per riuscire a scalare in libera il tratto che non avevo avuto tempo/voglia di provare... ritenendolo troppo duro per me. Dopo la prima salita avevo proposto un ipotetico 8b, poi ridimensionato ad 8a... comunque molto tecnico e (a posteriori) chiodato anche piuttosto bene :-)
Il 7a obbligatorio comunque rimane in alcune sezioni della parte alta che però non sono pericolose in caso di caduta.
Considerazioni tecniche a parte, il luogo è assolutamente fantastico, immerso nella magia del Bosco della Ficuzza. La parete è verticalissima e con roccia piuttosto liscia che impone una scalata iper-tecnica. Anche in estate è possibile arrampicare bene, soprattutto nel pomeriggio quando il sole gira dietro alla montagna.

Michi impegnato sugli ultimi metri spettacolari della via (foto M. Attenberger)

I tre moschettieri (in modalità stupid) al termine della via: da destra Moritz, Michi ed io

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