Erano anni che
avevo in mente di ripetere questa via sulla solare (ma misteriosa)
parete est dell'Aiguille de la Brenva. Misteriosa perchè, nonostante la
vicinanza dalla funivia di Punta Helbronner, è frequentata molto
saltuariamente. Effettivamente, per ora, non esistono topo esaurienti e
precisi della parete che suggeriscano la ripetizione dei suoi itinerari.
La via più frequentata - che peraltro non conta più di una o due
ripetizioni all'anno - è *Papa Giovanni Paolo II* (300 m, TD-, 6a max,
5c obbl.), aperta da Arnaud Clavel e soci, che costituisce attualmente
la via più sicura per raggiungere la base del caratteristico Père
Eternel.
La parete si presta
egregiamente per un'arrampicata primaverile, in quanto si trova proprio
lungo la variante cosiddetta dei Torrioni del ghiacciaio del Toula;
purtroppo però, a fine stagione invernale, il mio allenamento per la
scalata non è mai ottimale... e per *Mares* occorrono anche dita e
avambracci tonici! L'appuntamento è stato pertanto rinviato di anno in
anno. L'occasione si è presentata nuovamente quest'estate insieme a
Giovanna e Marco, fratello di Massimo Farina (uno degli primi salitori).
Marco aveva provato a salire la via due settimane prima ma era stato
respinto al quarto tiro... un traverso abbastanza semplice sulla carta
ma che assegna l'indicazione “expo” alla via: qui non serve
padroneggiare il grado, occorre soltanto una buona dose di
concentrazione per non pensare alla distanza dall'ultimo fix e ad
un'ipotetica caduta in traverso con relativa schienata assicurata! Se a
metà traverso volete inveire contro l'apritore che non ha trovato una
posizione di equilibrio per piantare un fix... prendetevela con Alex
Busca che, concentratissimo e in silenzio, ha affrontato per primo
questo tratto mentre Massimo ed Erman Tussidor ridevano e scherzavano in
sosta. Solo quando sono saliti da secondi si sono resi conto della
precarietà della progressione.
Oggi, insieme a Giovanna e
Marco, siamo riusciti a compiere la salita completa di *Mares* (340 m,
ABO, 7c max, 6c obbl., expo) constatandone la bellezza e l'impegno
generale, dato non solo dalla difficoltà tecnica ma anche dalla
chiodatura obbligatoria a tratti molto severa. Ad una prima parte molto
verticale e compatta, segue una sezione mediana più appoggiata che
permette di tirare solo parzialmente il fiato prima della parte finale
nuovamente impegnativa e fisica.
Ricordo che “Mares” è
dedicata all'alpino Mares Cesco Bolla, talentuoso atleta di short track
del Centro Addestramento Alpino, vittima di un incidente sulle piste di
Breuil-Cervinia.
Volevo fare infine alcune
considerazioni del tutto soggettive. Ripetere questa via insieme a Marco
è stato particolarmente emozionante in quanto ho percepito fin
dall'inizio la voglia di ripercorrere la strada del fratello Massimo a
cui è rimasto particolarmente legato. Un legame che Marco non ostenta
pubblicamente ma che traspare in molti piccoli gesti. Al di là del
valore prettamente sportivo di questa salita, è stata sicuramente una
bella esperienza personale vissuta in maniera intensa.
Descrizione della via:
L1: 5c, no fix
L2: 7b+, 5 fix
L3: 7c (6c+ con 2 p.a.), 5 fix
L4: 6c+, 3 fix
L5: 7b, 4 fix
L6: 6a+, 3 fix
L7: 6a, 1 fix
L8: 5c, 1 fix
L9: 5c, no fix
L10: 6c+, 2 fix
L11: 6b+, 2 fix
Materiale: 2 corde da 60 m, 1
set di friends dal #.5 al #3 Camalot (#.5 e #.75 doppi), 1 set di TCU
dal #0 al #3 Metolius, 1 set di nut piccoli.
Esposizione: est, sole fino a metà pomeriggio.
Avvicinamento: Dal Pavillon,
seguire il sentiero panoramico verso il Belvedere della Brenva fino a
costeggiare una piccola palestra di roccia con vie facili in placca.
Appena oltre, iniziare a salire in diagonale per prati e pietraia fino a
portarsi all'imbocco del vallone che scende dal col d'Entrèves.
Risalirlo su nevaio fino alla base della parete (utili i ramponi, anche
leggeri). Calcolare circa un'ora dal Pavillon.
L'attacco si trova in
corrispondenza di una doppia lama-fessura obliqua da sinistra verso
destra: risalirla (friends) fin quasi al suo termine e ritornare a
sinistra facendo attenzione a non sollecitare troppo alcune lame poco
solide. In alternativa è possibile salire un poco a sinistra rispetto
alla verticale della prima sosta ma occorre proteggersi con un paio di
chiodi a lama (non in posto).
La via è attrezzata con fix inox Kong, da non confondere con una via che corre a destra, attrezzata invece con fix inox Raumer.
Discesa: in doppia lungo la via, saltando la S3.
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Vista generale della parete est dell’Aiguille de la Brenva |
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Primo tiro (foto M. Farina) |
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Secondo tiro, 7b+ (foto M. Farina) |
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Terzo tiro, 7c (foto M. Farina) |
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Marco impegnato sul traverso expo |
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Giovanna segue sul traverso... senza mani! |
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La fessura del penultimo tiro, 6c+ (foto M. Farina) |
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“Siam tre piccoli porcellini...” :) |
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Il topo della via |