Il
mio rapporto con il Mont de Noua è abbastanza travagliato. Sono anni
che sognavo di ripetere *Liaisons dangereuses* (170 m, V/6+ M R X),
aperta da un trio francese di tutto rispetto (Aubert, Damilano e
Pallandre). Osservavo ogni dettaglio delle foto pubblicate sulla
topo-guida di Damilano stesso, cercando di capire quanto fosse
impegnativo quell’A3 menzionato in relazione. Avevo poi un certo timore
reverenziale nei confronti della coppia Damilano-Pallandre, di cui avevo
già ripetuto la difficile *Tchao Félix* in Valeille...
Più volte mi sono recato ai
piedi del Mont de Noua senza però riuscire a combinare nulla. Una volta
addirittura, con Nicolas, siamo saliti al buio per iniziare a scalare
con le prime luci (la cascata è esposta al sole)... appena si è potuto
vedere qualcosa, abbiamo alzato gli occhi constatando che la grande
stalattite osservata il giorno prima con ghiaccio azzurro era crollata
tutta!!!
Un’altra volta, con Anna,
stufo di fare l’avvicinamento a vuoto, abbiamo effettuato la prima
salita della linea evidentissima appena a sinistra di *Liaisons...*: il
risultato è stato un itinerario difficile e ingaggioso ma molto meno
pericoloso! L’abbiamo battezzato *Hot spring*, in onore delle sorgenti
di acqua calda visibili qualche centinaio di metri più in basso :)
Quest’anno non mi era ancora
comparso il tarlo di *Liaisons...*, fino all’altro giorno. Stavo
scendendo in macchina da La Thuile quando, per una coincidenza fortuita,
ho alzato lo sguardo verso la cascata nel momento in cui qualcuno
stava uscendo dalla grande stalattite centrale. Un flash. Macchina
ferma. Binocolo. Telefonata immediata ad Arnaud (con cui avevo condiviso
un tentativo arenatosi direttamente al piazzale di Pré Saint-Didier con
temperature tropicali). “Una cordata sta uscendo da *Liaisons...*,
domani sei impegnato?”... “Dovrei avere un cliente ma non credo ci siano
problemi a rimandare, a che ora ci vediamo?”. Voilà.
Nel pomeriggio vengo a sapere che quel qualcuno
si chiama Thierry Renault! Pazienza, la prima ripetizione ci è stata
soffiata da una cordata francese... ma siamo onorati comunque di poter
seguire le orme di un personaggio che ha indubbiamente scritto (in
maniera discreta, peraltro) pagine importanti di storia dell’alpinismo
moderno sul Monte Bianco!
La salita è filata via senza
nessun intoppo. Abbiamo trovato condizioni molto più favorevoli che in
apertura... che ci hanno permesso una salita in libera anche sul tratto
originariamente valutato A3.
E un bel sospiro di sollievo dopo aver superato la pericolosa stalattite centrale, che segna la fine delle difficoltà psicologiche ma non di quelle tecniche...
Materiale
specifico: oltre alla normale dotazione da cascata, serve una serie di
friends dal #.3 al #1 BD. Eventualmente una piccola scelta di chiodi da
roccia (non utilizzati). L’itinerario non presenta praticamente
materiale il posto. Si tratta di una salita ingaggiosa anche per questo
motivo... la speranza è che rimanga tale, quanto meno per rispetto nei
confronti della prestazione degli apritori. L’utilizzo del fix su un
terreno di questo tipo altererebbe completamente il valore della
salita...
Arnaud sul primo tiro |
Secondo tiro... bon voyage! (foto A. Clavel) |
Attimi di paura e concentrazione, sensazioni indescrivibili (foto A. Clavel) |
Arnaud impegnato sul traverso sopra la grande stalattite: all’inizio... |
... e alla fine |
Vista generale del Mont de Noua: in centro *Liaisons dangereuses*, a sinistra *Hot spring* |