Il
Vallone di Planaval, situato sul versante sinistro idrografico della
Valle d'Aosta, a monte dell'abitato di La Salle non è certamente uno
dei più conosciuti dagli appassionati di arrampicata su ghiaccio;
anzi. Esistono alcune cascate di media difficoltà, situate non
lontano dal termine della strada carrozzabile e relazionate anche
sulla guida Effimeri Barbagli ma solo raramente frequentate. Una tra queste, quasi sempre
formata grazie all'esposizione e alla quota favorevoli, è un piccolo
gioiellino particolarmente indicato per un corretto approccio alla
disciplina: difficoltà progressive, ambiente solitario pur
trovandosi a bordo strada, assenza di pericoli oggettivi. Si tratta
de La Jolie Bergère, dal nome del vicino ristorante (di qualità)
situato al termine della strada.
È
proprio il nome di questa cascata ad averci ispirato per battezzare
una probabile nuova linea di ghiaccio e misto scovata qualche
centinaio di metri più a monte delle cascate più evidenti e a circa
tre quarti d'ora di cammino. La Jolie Rochère (130 m, II/4 M5) vuole anche ricordare
che ci troviamo di fronte al ripido versante orientale della Grande
Rochère, classica gita di scialpinismo per sciatori evoluti.
Va
detto che uno dei motivi per cui tutta la zona non è molto
frequentata nella stagione invernale è senza dubbio il pericolo
valanghe che, in annate “normali”, è spesso elevato. Quest'anno,
complice lo scarso innevamento, Planaval è stata rivalutata e
esplorata maggiormente anche dai non locals.
La
linea in questione, salita il 28 febbraio, si trova sul lato di un
canalone e presenta un'esposizione quasi settentrionale al riparo dal
sole. Non oppone elevate difficoltà tecniche, né su ghiaccio né su
misto, pertanto potrebbe essere appetibile per un vasto pubblico. Un
minimo di spirito d'avventura è comunque necessario, considerato che
le soste (tranne l'ultima) sono da attrezzare e che non si trova
materiale in posto su tutto l'itinerario. Le sezioni di misto sono
ben proteggibili con viti da ghiaccio; solo l'ultimo tratto di roccia
richiede un po' di attenzione a causa della qualità piuttosto
scadente. Con un po' di esperienza si riesce comunque a proteggere
con alcune protezioni veloci. Due doppie rettilinee riportano
velocemente alla base.
Solitudine
assicurata, tranquillità assoluta; buon divertimento.
Materiale: corde
da 60 m, viti da ghiaccio, una piccola scelta di friends
medio-piccoli. Nessun materiale di progressione in posto ad eccezione
delle calate, come da topo.
Esposizione: Nord Ovest, al riparo dal sole.
Avvicinamento: percorrere
a piedi o con gli sci il fondo del vallone, puntando ad un evidente
alpeggio. Oltrepassarlo e dirigersi a destra (salendo)verso l'imbocco
del canalone che ospita l'evidente linea di ghiaccio e misto. Circa
45 minuti da Planaval.
Discesa: con due calate attrezzate come da relazione.
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Il topo della via.
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Remy sul primo tiro (WI4).
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Partenza sul secondo tiro (WI3 M4) (foto R. Maquignaz).
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Remy mi raggiunge alla seconda sosta.
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Terzo tiro (M5).
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Roccia delicata sull'ultimo tiro (foto R. Maquignaz).
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Vista sulla parte alta della conca di Planaval dal termine della via (foto R. Maquignaz).
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