Il severo versante Nord Est del Corno Stella, visto dal bivacco Varrone. |
Per chi abita all'estremità Nord Ovest dello stivale, il Corno Stella rappresenta il "ripiego" quando le perturbazioni si accaniscono sul confine. Generalmente le Alpi Marittime sono più riparate e presentano un terreno di gioco molto interessante, per certi aspetti, anche più selvaggio. L'assenza di impianti di risalita e la copertura telefonica quasi nulla bastano già per rendere ogni uscita una piccola avventura, a stretto contatto con la natura. Trovare poi al rifugio Bozano un gestore simpatico e disponibile come Marco (e i suoi piatti succulenti) rende tutto più piacevole.
Per ottimizzare il viaggio e gli spostamenti a piedi, suggerisco una combinazione di itinerari su entrambi i versanti del Corno Stella in maniera da apprezzare tutti i lati di questa bella montagna che presentano caratteristiche assai differenti: stile aventure a Nord Est e stile plaisir a Sud Ovest.
Insieme a Joseph M., Pietro P. e Roberto P. abbiamo percorso il mitico *Diedro Rosso* (350 m, ED, 7a+ max) per poi tuffarci nella "civiltà" del rifugio Bozano, dove abbiamo lasciato l'artiglieria pesante utilizzata il giorno prima, per concederci una bella cavalcata in cresta sulla Catena delle Guide e lo *Spigolo Inferiore* del Corno Stella. A dire il vero, ci sarebbe stato spazio anche per una bella via sportiva sulla parete Sud Ovest ma la dura lotta con l'alpe impone un certo distanziamento dallo spit... almeno così dicono.
Sul *Diedro Rosso* (o *Dièdre Rouge*, come i francesi vorrebbero che si chiamasse, visto che lo hanno aperto loro) non mancano racconti e leggende. Di sicuro, è una di quelle vie che non hanno perso il carattere severo originale. L'attrezzatura in posto è mediamente abbondante ma la qualità non è delle migliori. I chiodi vanno ribattuti, non tutti sono a prova di bomba, le soste sono piuttosto "artistiche" e da collegare o rinforzare, non ci sono spit. Una menzione particolare meritano i "tamponi" utilizzati dagli apritori per salire le larghe fessure che caratterizzano la via; molti si trovano ancora in posto, alcuni originali, altri sostituiti nel corso degli anni. Attualmente sul tiro chiave (il tetto/camino) se ne trovano solo due nel tratto centrale, cosa che obbliga a portare due Camalot #6. Chapeau a Patrick Bérhault che ha liberato questa lunghezza, gradandola 7a+; pane per specialisti delle fessure fuori misura.
I tiri finali nel gran diedro si prestano bene ad una salita con corda singola e cordino di servizio per recuperare lo zaino; tutta la parte bassa invece occorre si scala con il sacco sulle spalle ma con difficoltà contenute.
Altra storia invece la traversata della Catena delle Guide fino al Corno Stella, lungo lo *Sperone Inferiore* (Ellena). Terreno perfetto per impratichirsi con la tecnica di corda corta, che culmina con un'arrampicata facile ma di soddisfazione che conduce sul caratteristico piano inclinato che fa da cuspide al Corno Stella. Una bella cavalcata su una cresta disseminata di resti dell'aereo del Re d'Arabia, precipitato nel 1963 con 18 vittime e un preziosissimo carico di gioielli, su cui ovviamente sono stati ricamati aneddoti di ogni tipo.
Sicuramente una zona da visitare più spesso, indipendentemente dalle previsioni meteo sulle Alpi.
Materiale: corda da 60 m, corda di servizio per recuperare lo zaino nella seconda metà della via, 8 rinvii, 2 set di friends completi fino al #6 C4 BD, ramponi.
Esposizione: Nord Est, sole in mattinata.
Avvicinamento: comoda mulattiera da Terme di Valdieri al bivacco Varrone. Relativamente poco dislivello ma discreto sviluppo. Il bivacco non è costodito: coperte in posto, acqua a meno di 5 minuti in piano dal bivacco.
Discesa: lungo una delle linee di calata della parete Sud-Ovest, verso il rifugio Bozano.