Durante la vacanza in Sardegna nell'autunno scorso avevo "scoperto" la valle di Lanaitto e mi ero riproposto di tornare alla prima occasione utile. Questa si è presentata sei mesi dopo, in un periodo normalmente troppo caldo per scalare in quella zona ma non in questa relativamente fresca primavera. Siamo quindi tornati nella pittoresca gola di Badde Pentumas per scalare una via di Lorenzo Nadali, aperta ormai vent'anni fa ma che conta ben poche ripetizioni: *Casadinas* (180 m, 7a max, 6c obbl.). Si tratta dell'ennesima intuizione di colui che ha valorizzato le pareti della valle con una serie di itinerari uno più bello dell'altro. La via percorsa oggi non presenta difficoltà eccessive ma appartiene alla categoria delle salite "selvagge" dove è necessario mettere in campo un po' di esperienza, oltre naturalmente alla giusta dose di tenenza, per riuscire a godere appieno della scalata. La chiodatura effettuata dal basso su quel tipo di roccia, solida e ricca di prese di ogni tipo, fa spesso dimenticare di piantare fix; i ripetitori si trovano quindi a dover fare i conti con una distanza tra le protezioni non proprio secondo gli standard falesistici, anzi! Nulla di preoccupante, comunque, per chi si approccia con la giusta mentalità.
*Casadinas*, che è anche il nome di un tipico dolce pasquale sardo, corre sul pilastro che delimita a sinistra la grande parete strapiombante di Badde Pentumas. È piuttosto corta (cinque tiri) e si rivela adatta per una mezza giornata. Le valutazioni assegnate sulle relazioni sono da prendere con beneficio di inventario; a parte la seconda lunghezza, che oppone una sezione più difficile anche se breve, il resto della via può essere definito estremamente omogeneo sul 6c. Tutta da scalare, insomma.
Nonostante gli anni, i fix in posto originali (inox A2 Raumer, ovvero quelli non adatti in ambiente marino) sembrano ancora in buono stato. Sicuramente la lontananza dal mare e il tipo di roccia (per lo più grigia compatta) aiutano ma è bene tenere comunque alto il livello di attenzione e non rimanere mai attaccati su un solo punto.
Materiale: corde da 60 m, 12 rinvii.
Esposizione: N, all'ombra fino al primo pomeriggio.
Avvicinamento: nel vallone di Lanaitto, poco prima di raggiungere le grotte di Sa Oche
(dove c'è il bivio verso destra), proseguire dritto per qualche
centinaio di metri. Al termine di una piccola discesa, posteggiare a
destra in un esiguo spazio (2/3 auto). Proseguire a piedi verso destra
lungo una larga traccia pianeggiante che si addentra poco dopo nella
gola di Badde Pentumas. Percorrere il fondo affrontando qualche breve
passo di secondo grado fino a giungere alla base della parete, visibile
solo all'ultimo. Calcolare una mezz'oretta.
Discesa: è possibile scendere in doppia lungo una linea attrezzata a destra (guardando la parete) della via ma è assolutamente consigliabile il ritorno a piedi dalla cima lungo il sentiero di discesa della via ferrata; il percorso è segnato con ometti e bolli rossi e riporta sulla prima parte dell'avvicinamento, non lontano dall'auto.
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Il primo tiro (6c) inizia un po' vegetale ma acquista ben presto carattere con un paio di sezioni dove bisogna scalare senza preoccuparsi troppo della distanza tra le protezioni.
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Sul tratto più interessante del primo tiro.
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Vista dall'alto sul primo tiro.
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Il secondo tiro è quello più complesso e impegnativo (7a).
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Verso la fine del secondo tiro; occorre gestire bene gli attriti perchè il tracciato gira parecchio e il passo chiave si trova quasi in cima.
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Arrivo in sosta sul terzo tiro (6b+).
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Partenza del quarto tiro (6b), con vista panoramica sulla gola di Badde Pentumas.
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Dalla cima, fuga dal sole verso l'ombra del bosco.
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Dal termine della via, lo sguardo si perde nella splendida valle di Lanaitto.
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Per finire in bellezza, non poteva mancare un'abbondante porzione del piatto tipico locale, il celeberrimo "porceddu".
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