Il settore *Gorgonzola* ad Extrepieraz è indubbiamente uno dei miei preferiti per l'arrampicata sportiva multipitch in Valle d'Aosta. Per tanti motivi: frequentazione nulla, roccia solida, esposizione delle vie nonostante la scarsa altezza della parete, vicinanza alla strada, possibilità di arrampicare in tutte la stagioni (mattino in inverno e pomeriggio in estate). C'è poi anche un legame affettivo: qui ho scalato tanto quando ho iniziato ad arrampicare continuativamente, grazie a Franco Spataro - guida alpina e ingegnere ex local che ora vive a Sydney - che mi ha fatto scoprire le perle della Val d'Ayas.
La parete è stata scoperta e valorizzata a metà degli anni '90 proprio da Franco Spataro insieme a Ezio e Yannick Lettry, padre e figlio originari di Ginevra ma da sempre legati alla Val d'Ayas e a Mascognaz dove passavano sempre le loro vacanze. Ezio, in particolare, appartiene alla generazione dell'avanguardia ginevrina dell'arrampicata sportiva e ha vissuto in prima persona l'evoluzione dal classico al moderno. È lui che ha mostrato all'inizio degli anni '90 il sistema di apertura dal basso con il trapano ai due giovani e scatenati fratelli Spataro (Franco e Marco) che hanno subito sperimentato sulla Rocca di Verra, sul Monte Sarezza e a Extrepieraz appunto. Personalmente ho avuto la fortuna di condividere una giornata insieme a Ezio e Franco sulla Rocca di Verra, in occasione di una richiodatura. È stata un'esperienza unica in cui ho imparato molto sulla metodologia e sulla precisione maniacale tipica della scuola elvetica: meglio pochi spit messi bene che tanti messi male.
Tutta questa premessa per dire che nel settore in questione esisteva una bellissima via *Lettry*, aperta a metà degli anni '90, a cui mancava qualche decina di metri per essere conclusa... e soprattutto un terzo tiro a cui non si riusciva a dare un grado. Il primo "problema" è stato risolto nel 2009 insieme a Remy Maquignaz, attrezzando sempre dal basso con il trapano, un bel 7a che conduce al termine della parete. Ovviamente previa autorizzazione chiesta direttamente all'apritore. Restava solo da liberare il terzo tiro che, purtroppo non è molto semplice da gestire anche solo per il fatto che ha un andamento in traverso che rende più complicato provare le varie sezioni e il rientro in sosta.
Nel corso degli anni qualche timido tentativo (anche da parte del sottoscritto) c'è stato ma tutti con scarsi risultati. Quest'anno ero particolarmente motivato a risolvere il problema e ho approfittato come sempre della pazienza di Alessandra per assicurarmi. In realtà anche lei aveva un conto in sospeso con il secondo tiro, "solo" 7a ma con una sezione obbligata al termine che costituiva per lei un piccolo blocco psicologico: fortunatamente è riuscita a sconfiggere il "drago" e a scalarlo in bello stile posizionando i rinvii.
Per quanto riguarda invece il terzo tiro, si trattava di risolvere un rebus tecnico con appigli piccoli svasati che richiedono sicuramente buone condizioni di aderenza. Nel 2008, insieme a Livia Guarino, avevo provato qualche sequenza che però non ero riuscito a risolvere perchè cercavo di rimanere troppo sulla linea dei fix. In quell'occasione era presente anche Marco Spataro, nei panni di fotografo, che ha immortalato quella giornata rimanendo appeso alle jumar un bel po' di ore. Ripropongo qui alcuni scatti, anche se datati, perchè sono gli unici che possiedo su questa via.
Quest'anno ci siamo concentrati sull'arrampicata e non abbiamo scattato neanche una foto. Come accennavo, riguardando bene gli appigli disposti su quel muro da madre natura, sono riuscito a collegarli con una linea immaginaria spesso sinuosa a destra e sinistra rispetto a quella teorica che unisce le protezioni. Buone condizioni di aderenza con venticello secco hanno poi contribuito alla riuscita; un altro piccolo tassello aggiunto su questa parete.
Per quanto riguarda il grado, come sempre è molto difficile esprimersi quando si è i primi. Sarebbe utile avere qualche riscontro di ripetitori. Una cosa è certa: non è sicuramente meno di 7c, tecnico.
Per concludere degnamente la giornata, ci siamo ancora concessi qualche tentativo e la riuscita in libera anche sul secondo tiro di una nuova via attrezzata da Michele Alliod appena a sinistra della *Lettry*. Si tratta di una bella lunghezza verticale con un passo boulder per arrivare in sosta, risolvibile con un movimento dinamico da due tacche piccole verso una presa grande molto in alto (probabile 7b+). Seguiranno sicuramente aggiornamenti con la relazione dettagliata della via.
Per ora ho aggiornato nella sezione TOPO, il disegno delle vie centrali della parete. Relazione QUI.
Materiale: corde da 50 m, 12 rinvii.
Esposizione: Est, sole al mattino.
Avvicinamento: in circa 10 minuti dall'area pic-nic del Bosco di Goën.
Discesa: in doppia, seguendo le indicazioni del topo.
Il caratteristico tratto finale del secondo tiro (7a) - foto M. Spataro |
Anche il secondo di cordata ha i suoi momenti di passione sul traverso per arrivare in sosta - foto M. Spataro |
Panoramica del terzo tiro, tecnico e in diagonale verso sinistra - foto M. Spataro |
Durante l'apertura dell'ultimo tiro della via, nel 2009 - foto R. Maquignaz |