Approfittando delle belle giornate estive che permettono partenze non necessariamente antelucane (forse però alle ore 10 da Aosta è un po' esagerato!), siamo andati a curiosare una via aperta da Y. Rémy con M. Noverraz nel maggio di quest'anno: *Strates divarius* (200 m, 7a max, 6b obbl.). Si tratta di una bella via, tracciata con astuzia tra le pieghe e gli strati della parete Sud del Sérac, una struttura rocciosa che svetta nei pressi del Col du Sanetsch ma che ha la sfortuna di non essere visibile dalla strada. Meglio così: isolamento e tranquillità garantiti!
L'avvicinamento, pur non essendo complicato, richiede comunque più di un'ora di cammino in salita (circa 700 m D+), di cui metà su sentiero e il resto su prati e pietraie. È ovvio che le comode vie dei Montons fanno più gola; con qualche decina minuti in più di auto e avvicinamenti veloci sono sicuramente più gettonate. Ma ogni tanto è bello cambiare e trovare piccoli angoli di paradiso come questi.
Per quanto riguarda la via, si svolge praticamente sempre su roccia ottima, ben pulita dove serviva e ottimamente chiodata nei traversi anche per il secondo. Sì, perchè come spesso accade sulle vie dei fratelli Rémy, i traversi sono all'ordine del giorno e impegnano mentalmente entrambi i componenti della cordata.
Luogo sicuramente da vedere e via decisamente consigliata. Buona scalata!
Materiale: corde da 60 m, 14 rinvii, casco.
Esposizione: Sud, sempre al sole, ad una quota di 2800 m circa.
Avvicinamento: sentiero poi tracce (bolli rossi) dall'alpeggio di La Crêta, che si raggiunge con una piccola deviazione in piano prima delle gallerie lungo la strada del Col du Sanetsch. Calcolare non meno di un'ora di buon passo (circa 700 m di dislivello).
Discesa: in doppia lungo l'asse della parte alta della via, poi due doppie autonome per passare il grande tetto.
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Avvicinamento bucolico, con vista sul Vallese e sull'Arco Alpino dal Grand Combin al Monte Bianco.
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La parete Sud del Sérac domina una bella valletta erbosa.
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Impossibile perdersi: seguire i bolli rossi!
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Secondo tiro (7a): dopo un estetico traverso pianeggiante su buone prese verso destra, occorre affrontare un passetto su due piccole prese poco evidenti; basta allungare la mano e cercare...
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Il tiro successivo, chiaramente, attraversa in piano a sinistra, ovvero il modo migliore per sfruttare tutta la roccia bella.
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Quarto tiro, ancora in traverso.
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Arrivo in sosta sul quarto tiro.
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Roccia sempre di ottima qualità sul Sérac.
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I quinto tiro (7a) supera un tettino con un breve passo intenso su prese buone, a patto di arrivare a prenderle: sotto i 170 cm di altezza si fa un po' fatica.
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La vista dalla cima del Sérac spazia verso Derborence, con un paesaggio quasi lunare.
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Rientro a piedi con la parete ormai all'ombra.
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