Alessandra impegnata sull'undicesimo tiro della via (6c+): roccia super! |
Si tratta di una via lunga e impegnativa che si colloca nella fascia intermedia tra le vie (già impegnative) del Pilastro dei Ginevrini e quelle (estreme, tra le bigwall più difficili sulle Alpi) della Rothe Fluh. È la quinta via che percorro su questa parete (4 vie di roccia più la classica *Heckmair*) e sicuramente quella che mi ha impegnato di più. Dopo un bivacco 4* in un grottino poco sopra il Dynamitloch, abbiamo percorso la via in giornata riuscendo a prendere il treno ad Eigergletscher alle ore 18.30.
Ad una prima metà più facile (6a-6b) e ben chiodata segue una seconda parte costantemente verticale/strapiombante molto più difficile (7a-7c+) con alcune sezioni obbligatorie e altre dove è meglio non cadere. L'uscita diretta in cima al fungo è la ciliegina su una torta particolarmente ghiotta! Palesemente forzata ma che dà un senso alle 20 lunghezze sottostanti.
Ancora una volta (come per le altre tre vie di roccia percorse su questa parete: *Le chant du cygne*, *Deep blue sea* e *Freakonomics*) devo ringraziare la paziente Alessandra che mi ha seguito veloce e determinata... con un unico vero obiettivo in testa: arrivare per cena a Berna dalla nipotina Aurora (grazie Valentina e Daniele per l'ospitalità) e provare l'esperienza di farsi trasportare dalle acque del fiume Aare. Per quanto mi riguarda, un ambiente molto più ostile di quello della parete Nord dell'Eiger!
Materiale: corda da 60 m, 14 rinvii, 1 set di friends da #.3 a #1 C4 BD, casco, sacco da recupero.
Esposizione: Nord, poco sole in tarda serata, per il resto della giornata all'ombra.
Avvicinamento: appartiene agli argomenti che è meglio non trattare pubblicamente. Con un pizzico di scaltrezza e un'attenta lettura di una tabella piena di numeri, non è neppure troppo complicato ;-) Decisamente sconsigliato l'accesso dal basso in parete.
Discesa: in circa un'ora a piedi lungo il versante Ovest. Sentiero abbastanza evidente con ometti e qualche corda fissa.