Sono passati quattro anni dall'ultima visita in Wenden e iniziavo a sentirne la mancanza. Fortunatamente quest'estate si è presentata la ghiotta opportunità di tornarci e non me la sono fatta scappare.
Per riprendere contatto con l'arrampicata del luogo, in cui il fattore psicologico è determinante, ho scelto una via non troppo difficile ma neanche da considerare tra quelle di iniziazione: *Passion* (330 m, 7a max, 6b obbl.). Si tratta di una itinerario relativamente poco ripetuto, a favore di quelli più conosciuti alla sua destra ma assolutamente non meno bello. È stato aperto dal super local K. Ochsner nel 1992 e offre una scalata varia su roccia sempre bella: placche, muri, strapiombi, cannelures, buchi, tacche... ce n'è per tutti i gusti.
Undicesima via in zona per me e ottava per Alessandra che ormai padroneggia i tanto temuti avvicinamenti, ormai diventati sentieri amici. L'unica pecca della giornata è legata purtroppo alle condizioni meteorologiche: non sempre meteoswiss è infallibile.
Materiale: corde da 60 m, 12 rinvii, 1 set completo di Totem Cam.
Esposizione: Sud, sempre al sole, ad una quota di circa 2500 metri.
Avvicinamento: calcolare almeno 1 ora abbondante di cammino dalla Wendenalp, su ripido sentiero.
Discesa: in doppia lungo una linea appositamente allestita che inizia una ventina di metri a sinistra (faccia a monte) dell'uscita della via. Si tratta dell'uscita di *Sonnenkönig*.
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Piattaforma sedimentaria di copertura in alto (super calcare del Wenden) e basamento cristallino in basso che rende l'avvicinamento alle vie non proprio mani in tasca.
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Nome scritto alla base della via.
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Il sole purtroppo si è fatto vedere solo sul primo tiro, caratterizzato dalle solite cannelures molto parsimoniosamente attrezzate con cordini infilati in fori trapanati.
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Quarto tiro, spaziale (la foto purtroppo non rende giustizia).
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Vista panoramica dall'arrivo in sosta sul quinto tiro.
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Sesto tiro (6c+): sditazzata furiosa ma breve che con il freddo non è stata propriamente piacevole. Fortunatamente si è lasciata addomesticare subito.
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Settimo tiro (6c): prima di questa uscita su roccia imbarazzante si usano un po' le braccia con due chiusure belle toniche.
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Ottavo tiro (7a): diciamo che il meteo non invogliava ad azzardare passi di spalmo con mani e piedi gelati. La libera sarà per un'altra volta (casomai ci sarà). E comunque non si tratta di una cremagliera da mungere allegramente...
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Ultimi metri per piantare la bandiera in cima alla via. E dirigersi verso la linea di doppie a fianco.
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È vero che in Wenden qualsiasi oggetto ferroso (e sono pochi) in parete è benedetto da chiunque ma vedere una linea di doppie, relativamente frequentata, attrezzata così nel 2022 forse è un po' esagerato.
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Tanto è penosa la salita quanto veloce e rilassante la discesa. See you soon Wenden!
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Purtroppo le relazioni pubblicate sulle autorevoli guide svizzere qui peccano un po' di imprecisione. Motivo per cui è consigliabile fare affidamento sullo schizzo gentilmente redatto da Marcel Dettling.
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