Sono passati quasi dieci anni dall'unica visita che avevamo fatto alla parete di Miéville, non lontano da Martigny. Allora avevamo percorso una delle vie che indicavano tra le più belle del settore: *Nonette*, opera degli instancabili fratelli Remy. Complici però un vento fortissimo e un approccio forse troppo "a cuor leggero" da parte mia, non conservavo buoni ricordi. Anzi!
Bisogna sempre dare una seconda chance, dicono. Quindi ho voluto riprovare, cercando una giornata possibilmente senza vento e soprattutto con un approccio mentale più rispettoso e umile nei confronti delle vie. La scelta dell'itinerario è caduta sulla via che dà il nome al settore, ovvero *Adrénaline* (120 m, 7b max, 6c obbl.). Mi intrigavano soprattutto i racconti e la sua storia: già il nome, comunque, è piuttosto evocativo. Correva l'anno 1982 e il mito di allora era un certo Patrick Berhault che danzava sulla roccia, forte di un livello tecnico altissimo e di una forza fuori dal comune; era naturale per lui attrezzare vie con pochissimi punti fissi tra sezioni obbligatorie anche molto ingaggiose. I ripetitori invece dovevano mettere in campo ogni risorsa per affrontare vere e proprie "prove di coraggio", che non sempre portavano al risultato sperato. Ebbene, in quell'anno, due attivissimi apritori elvetici (L. Abbet e L. Monnet) hanno attrezzato *Adrénaline* cercando di emulare le gesta del fuoriclasse francese e di proporre lo stesso format di vie in cui fosse richiesta una buona dose di coraggio per essere salite. In quest'ottica, il famigerato traverso del quarto tiro della via è più famoso per il "6c obbligatorio" che per il fatto di essere un 7b estremamente estetico ed esposto su roccia compattissima.
La via è stata recentemente interessata da un intervento di richiodatura, ripettando fedelmente la posizione degli spit originali; questi ultimi si possono ancora vedere (e moschettonare, visto che non sono stati sostituiti) sul traverso del terzo tiro. Le prime due lunghezze sono ora proposte come un lungo tiro (38 m) che però sconsiglio di fare a freddo, visto che la sezione dura è in cima. Conviene, secondo me, scalare il primo originale, quindi fermarsi alla prima catena per poi affrontare il secondo più serenamente.
Le relazioni che si trovano in giro sono piuttosto discordanti; per aumentare la confusione, propongo anch'io la mia versione. È pur sempre una valutazione soggettiva, quindi da prendere con beneficio di inventario: 6b+, 6c+, 6c, 7b, 6b (6c obbl. bello solido).
Nota personale. Ho salito la via interamente in libera; tutti i tiri onsight tranne il quarto che mi ha richiesto un secondo giro, senza il sole battente, per essere addomesticato.
Materiale: corde da 60 m, 14 rinvii, casco.
Esposizione: Est, sole al mattino. Posto molto caldo.
Avvicinamento: in circa 15 minuti dalla macchina, lungo una traccia piuttosto evidente prima in mezzo alla vegetazione poi lungo la cengia (corde fisse) alla base della parete. La via attacca quasi all'estremità sinistra, guardando la parete.
Discesa: in doppia lungo la parete (numerosi ancoraggi in posto).
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Vista generale della parete principale di Miéville: sole al mattino e roccia subito asciutta dopo la pioggia.
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Primo tiro di *Adrénaline* (6b+).
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Partenza del secondo tiro originale (6c+), lungo una fessura stondata e sfuggente.
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Arrivo in sosta sul terzo tiro: un bel traverso di 6c attrezzato ancora con gli spit di quarant'anni fa.
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Quarto tiro di *Adrénaline* (7b), quello che ha reso celebre (e temuta) la via.
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Per "arrotondare" la giornata ci sono bellissimi monotiri sulla cengia dove attacca la via. Come questo: *Sloggy* (7a+) firmato Remy's brothers.
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